Per Nicolò Mineo

Emerito di Letteratura italiana, già preside dell'allora Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Catania, è scomparso ieri all'età di 89 anni. Il ricordo del prof. Andrea Manganaro

Andrea Manganaro

Il 6 febbraio ci ha lasciati Nicolò Mineo, professore emerito di Letteratura italiana, già preside dell'allora Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Catania, dove si era laureato nel 1956. Conseguito il perfezionamento in Filologia moderna alla Scuola Normale Superiore di Pisa,  dopo un decennio di insegnamento nei licei, a Catania aveva insegnato per quarant'anni Letteratura italiana, succedendo nella cattedra a Carlo Muscetta e formando generazioni di studenti, di insegnanti, di studiosi.  

Nella sua operosissima carriera, Nicolò Mineo ha contribuito in modo fondamentale a elevare il prestigio dell'Italianistica dell’Università di Catania. Dante è stato l’autore oggetto di ininterrotto studio, con esiti sempre di altissimo livello, a partire dalla fondamentale monografia Profetismo e apocalittica, del 1968, e dal profilo complessivo edito nella Letteratura italiana diretta da Carlo Muscetta (1970), sino alla monografia Dante, un sogno di armonia terrena (2005),  e agli ultimi, recenti saggi. Nelle sue innumerevoli pubblicazioni  sulla plurisecolare tradizione della Letteratura italiana ha privilegiato in particolare i periodi storici di transizione e rinnovamento, soprattutto la letteratura e cultura del Settecento e dell’Ottocento, e autori come Alfieri, Monti, Foscolo, Verga

Attivissimo nell'Associazione degli Italianisti (della cui direzione è stato membro), sempre attento al rapporto scuola-università e alla formazione degli insegnanti, è stato presidente del Consiglio scientifico della Fondazione Verga, membro del Comitato per l'Edizione Nazionale delle Opere di Verga,  condirettore di riviste scientifiche di classe A: «Annali della Fondazione Verga», la rivista di teoria e critica della letteratura «Moderna», «Le forme e la storia», di cui è stato fondatore con Gaetano Compagnino e Antonio Pioletti. 

Appartenente alla generazione intellettuale che dopo la seconda guerra mondiale aveva sviluppato la coscienza di nuovi doveri per la rinascita civile e democratica dell’Italia, Nicolò Mineo era alieno da ogni concezione autoreferenziale della letteratura, da lui sempre indagata come un privilegiato terreno di conoscenza e autocoscienza dell’umanità, nella costante convinzione di come sia irrinunciabile il “conoscere storicamente”, e inscindibile, per lo studio letterario, il legame di filologia e filosofia. 

Coerente con questa consapevolezza di compiti a cui lo studioso non può sottrarsi, è stato il suo costante impegno negli organi istituzionali: per venti anni presidente del corso di laurea in Lettere, Direttore del Dipartimento di Filologia Moderna. E succedendo a Giuseppe Giarrizzo, è stato preside, per due mandati, dal 1999 al 2005, della Facoltà di Lettere e Filosofia.  

Andrea Manganaro, docente di Letteratura italiana al Dipartimento di Scienze umanistiche, attualmente è anche presidente nazionale dell’Associazione degli Italianisti-Sezione Didattica 

L'ultimo saluto dell' Università di Catania a Nicolò Mineo si terrà nell'aula magna "Santo Mazzarino" del Monastero dei Benedettini, giovedì 9 febbraio, alle 11, 30.