Non come, ma quello. La sorpresa della gratuità

Fino al 6 novembre il Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane ospita la mostra di vari artisti sui temi dell’ospitalità e accoglienza organizzata dalle associazioni “Famiglie per l’Accoglienza” e “Don Bosco 2000”

Allegra Francesca Hardt
Alcuni pannelli della mostra esposti al Palazzo centrale
Alcuni pannelli della mostra esposti al Palazzo centrale
Un momento della presentazione della mostra
Alcuni pannelli della mostra esposti al Palazzo centrale

La mostra itinerante Non come, ma quello. La sorpresa della gratuità presentata per la prima volta al Meeting di Rimini 2022 nasce dall’incontro di vari artisti con le storie dell’associazione Famiglie per l’Accoglienza e con quelle, nel capoluogo etneo, dell’Associazione Don Bosco 2000 che da anni accoglie e dona speranza ai migranti.

In occasione dei 40 anni dalla nascita dell’associazione Famiglie per l’Accoglienza e dall’entrata in vigore della legge sull’Affido familiare – ma anche per rimarcare l’importanza della convenzione firmata tra l’Associazione e il Comune di Catania per il sostegno, la promozione e la sensibilizzazione dell’affido familiare ed educativo sul territorio –, la mostra è un pretesto per riflettere sul bene che nasce dell’ospitalità e dall’accoglienza di famiglie in difficoltà. Ad ospitarla è l'Università di Catania nei locali Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane del Palazzo centrale.

«Le nostre storie non sono un come, cioè un insieme di ricette o di comportamenti corretti da riprodurre, ma manifestano lo stupore per quello che è avvenuto all’inizio», spiega il responsabile per la regione Sicilia dell’associazione Famiglie per l’Accoglienza, prof. Marcello Pisani.

Uno degli scatti in esposizione alla mostra

Uno degli scatti in esposizione alla mostra, Aly Traore mentre consola una bambina scappata dalla guerra 

«La mostra siamo noi e nasce dall’incontro tra le due associazioni, Famiglie per l’Accoglienza e Don Bosco 2000, che si sono trovate accomunate da un’unica volontà: Accogliere e aiutare l’altro», spiega la docente Catia Petta dell'Università di Catania

L’immagine scelta per rappresentarla è una foto dell’istallazione ambientale, presente al Meeting di Rimini, di Matteo Negri in cui grandi pannelli di plexiglas presentano dei tagli, delle ferite: è solo da essi che può entrare la luce e la speranza della guarigione dal dolore.

È stato Aly Traore, arrivato in Italia nel 2014, prontamente accolto dall’Associazione Don Bosco e oggi manager dell’Ostello Don Bosco alla Playa, a guidare il rettore Francesco Priolo durante la sua visita.

La mostra accoglie il visitatore con dei pannelli dell’Associazione Don Bosco 2000 il cui scopo è illustrare, attraverso delle foto, l’importanza dell’accoglienza, dell’inclusione, dello sviluppo e del volontariato che, come si legge sul pannello conclusivo, è «rendere l’ordinario straordinario». 

Aly Traore mentre illustra la mostra ai presenti

Aly Traore mentre illustra la mostra al rettore Francesco Priolo

Ciò che rende unica questa mostra è il soggetto dell’esposizione: storie vere, esperienze personali

«In questo modo – spiega la docente Germana Barone, delegata al Sistema Museale d'Ateneo - la scelta di portare in questa sede l’esposizione è stata fatta per sensibilizzare la gente su tematiche molto importanti che rientrano, sia nella mission del Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane, sia nella nuova definizione di museo data dall’International Council of Museums per cui fondamentali diventano l’inclusione sociale, l’accoglienza, la partecipazione attiva della comunità e la condivisione di conoscenze».

Proprio per permettere a tutti di comprendere fino in fondo l’importanza dell’esposizione i visitatori saranno accompagnati e guidati da artisti, volontari e membri dell’associazione.

Nella prima sala interna, pannelli con frasi di grande impatto di don Luigi Giussani accompagnano testimonianze di famiglie che hanno accettato la sfida dell’accoglienza. A seguire le opere di artisti, musicisti e scrittori che hanno conosciuto direttamente queste realtà e le hanno declinate secondo il proprio linguaggio artistico.

Alcune opere in esposizione

Alcune opere in esposizione

Per avvicinare ancora di più la mostra al territorio etneo, è stato chiesto anche a due artisti siciliani di mettere a nudo le proprie sofferenze o l’esperienza dell’associazione. E così, l’artista catanese Luca Burgio traduce il suo dolore in una ferita che, nei colori, ricorda la sua montagna: l’Etna

«Da quelle ceneri, da quelle ferite aperte dentro la terra rinasce una vita. Quando tutto sembrava perso, accadde qualcosa. un imprevisto. Come quella lama che entra nella tela nera e spacca tutto! Rompe i piani! È da lì che entra la luce», si legge sul pannello a lui dedicato.

La fotografa Giovanna del Bufalo espone, invece, due foto scattate all’interno della Colonia Don Bosco e dell’Ostello alla Playa. Grazie a questa esperienza ha potuto toccare con mano questa realtà e l’aiuto che l’Associazione dà ai giovani che ne fanno parte. Le sue foto immortalano la vita quotidiana nella comunità, ponendo al centro dell’attenzione la bellezza dell’accoglienza, il ricordo di momenti dolorosi e la felicità di un nuovo inizio.

Un momento della presentazione della mostra

Un momento della presentazione della mostra

Proprio Aly è protagonista di uno di questi scatti: così come lui, nel 2014, è stato accolto dalle braccia dell’associazione, adesso accoglie e consola una bambina scappata dalla guerra che torna a sorridere nel suo abbraccio. «Siamo una grande famiglia», dice Aly.

A conclusione della visita il rettore Francesco Priolo ha espresso soddisfazione per la mostra definendola «molto toccante perché racconta storie vere, di vita, di incontri». 

«Storie anche di grande sofferenza – ha aggiunto, ricordando il titolo di un’opera esposta –, ma è dalla grande sofferenza che nasce la grande felicità». 

Avendo prontamente accolto la proposta di ospitare la mostra e impegnandosi nel contrasto alla povertà educativa e al disagio minorile, la sua speranza e quella della comunità accademica è che vi sia un grande afflusso di persone e una sensibilizzazione verso l’operato di queste associazioni.

Catia Petta, Francesco Priolo, Germana Barone, Aly Traore

Catia Petta, Francesco Priolo, Germana Barone, Aly Traore

La mostra – visitabile, ad ingresso libero, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 17,30 - sarà presentata ufficialmente venerdì 3 novembre, alle 19, nei locali della Sala Sant’Agata del Seminario Arcivescovile Interdiocesano (in via Braille 26). 

Per la prenotazione di classi e gruppi si può scrivere a: accoglienzact@gmail.com