Un questionario digitale creato da studentesse del Disum per interrogare ragazzi e ragazze sul perpetuo gender gap e sui femminicidi
Un questionario digitale creato per interrogare ragazzi e ragazze sul perpetuo gender gap e i femminicidi. L’idea è stata lanciata da alcune studentesse del Dipartimento di Scienze Umanistiche che, sconvolte dalla tragedia di Sara Campanella, si sono chieste: “Anche un nostro vicino di banco può essere quindi una potenziale minaccia?”. Da qui è nata l’esigenza di dare parola alla comunità studentesca tramite un questionario circolato nei vari gruppi di messaggistica istantanea.
A rispondere sono stati in 136 – di cui 88 donne e 48 uomini - e dall’analisi dei dati è emerso un chiaro problema di comunicazione tra i sessi e una visione talmente diversa da arrivare a chiedersi: “Abitiamo veramente lo stesso mondo?”
Molti credono che la violenza di genere sia soltanto legato ad episodi di femminicidio e che gli “apprezzamenti” che molti uomini fanno siano soltanto segno di “maleducazione e bassezza mentale”, non considerando che spesso a una donna basta uno di questi “complimenti” per sentirsi in pericolo.
A tal proposito ecco lo sfogo di una studentessa: “Una sera, al ritorno di un’uscita con amici, ho subito cat-calling, da parte di un ragazzo che guidava con una bottiglia di birra in mano. Nonostante avessi mostrato indifferenza per gli apprezzamenti indegni fatti sulla mia pelle, quest’ultimo mi ha buttato addosso la birra. Da quel momento nutro sempre molta paura ad uscire la sera, soprattutto quando si tratta di andare in posti isolati piuttosto che di quelli popolati”.
Non sono mancate le citazioni da parte di ragazzi in disaccordo. Alla domanda: “Pensi di avere una sorta di privilegio rispetto alle donne?”, alcuni hanno dichiarato che “al contrario, le donne sono avvantaggiate tra quote rosa, esenzione della leva militare in caso di guerra, puntualizzazione e creazione di una nuova categoria di omicidio con tanto di pena più severa rispetto all’uccisione di un uomo e tanto altro ancora”.
E ancora: “Le donne al giorno d’oggi sono per lo più coccolate da tutti anche dallo Stato, e quasi nessun uomo ha una sorta di privilegio ai giorni nostri”.
Continuando con questa logica, altri hanno sostenuto: “La domanda ‘preferiresti incontrare nel bosco da sola un uomo o un orso?’ È un perfetto esempio di donne che denigrano gli uomini. Uomini e donne dovrebbero lavorare assieme per la parità di genere. Non gli uni contro gli altri".
E ancora: “Secondo me viene esasperata. Le donne vengono uccise, sì, ma non è un'emergenza come la vogliono trasmettere”. Si tratta di parole di giovani uomini che hanno assimilato una cultura bigotta e, soprattutto, gerarchica, basata su un sistema piramidale avente il femminicidio in vetta. Quindi le discriminazioni e i divari sono normalizzati in comportamenti che, invece, di promuovere il dialogo e la comunicazione tra le persone, preferiscono sopraffarlo non riconoscendo il valore dell’altro, specialmente il valore della donna in quanto tale.
Tuttavia, c’è da dire che alcuni ragazzi sono favorevoli al dialogo non solo con l’altro sesso, ma anche con altri uomini stessi: “Come sarebbe bello se i ragazzi incominciassero ad aprirsi l’un l’altro. Magari ci sarebbero meno femminicidi”.
Questo invito, purtroppo, rimane solo una mera utopia a causa di quella mascolinità tossica, figlia dello stesso sistema che ingabbia le donne, il fantomatico patriarcato. Quest’ultimo danneggia anche gli uomini attraverso una modalità che risulta difficile da riconoscere perfino da coloro che ne sono danneggiati: “Siamo tutti vittime del patriarcato”.
“È un problema reale e molto presente, per poterlo risolvere bisognerebbe cambiare radicalmente il modo di pensare generale”, aggiungono.
Secondo molti ragazzi e ragazze questi problemi sono dovuti alla mancanza o alla cattiva educazione che si è avuta dalle famiglie e dai sistemi scolastici. “Bisogna fare più educazione civica all’interno delle scuole, far capire ciò che è veramente sbagliato e ciò che è giusto", spiega un ragazzo che ha risposto form.
“Conoscere è l'unico metodo per prevenire, prima di tentare di salvare ciò che è andato perduto", aggiunge.

Abitiamo lo stesso mondo: in molti vorrebbero vivere in armonia e non come uomini e donne, ma come umani con pari diritti. Spesso però, a causa di questo sistema, ciò si va a perdere, poiché esso ci mette in perenne lotta gli uni contro gli altri.