Nostalgia in tempo binario

Il violoncellista Mauro Cottone ha inaugurato la stagione concertistica di Zampognarea 2024

Giuliana De Luca (foto di Andrea Dipasquale - Studio in Bed)

Il ricordo del padre, il legame con la città natale, la volontà di dare a tutto questo la forma di un progetto.

In quartetto, Mauro Cottone, Silvio Lucido (pianoforte), Enzo Toscano (violoncello) ed Eleonora Tabbì (voce) hanno dato inizio alla ventesima stagione concertistica del festival Zampognarea 2024, portando sul palco del Tinni Tinni Arts Club un progetto interamente dedicato alla tarantella siciliana.

Il titolo è Taranràh (Tarantella Project) ed è stato preceduto, nel mese di giugno di quest’anno, dalla pubblicazione dell’omonimo album con l’etichetta Movimento Classical.

il quartetto

Da sinistra i maestri Silvio Lucido, Mauro Cottone ed Enzo Toscano (foto di Giuseppe Sanfratello)

«Fai qualcosa di tuo. Fai qualcosa per la Sicilia». È con questo stimolo, offerto dal maestro Giovanni Sollima e raccontato da Mauro Cottone, che l’iniziativa incentrata sulla danza popolare siciliana ha preso forma. Tuttavia, «l’operazione culturale» - così la definisce il violoncellista agrigentino - non nasce sin da subito dall’intento di articolare un programma attorno alla tarantella. «Io aprivo i concerti dei 100 Cellos con il cuntu», spiega Cottone, facendo riferimento alle attività svolte prima della realizzazione dell’album.

L’esperienza pregressa presenta elementi di ciò che è stato sviluppato in seguito. L’arte del cuntu - ossia il modo popolare di raccontare la storia e le storie - ha infatti influenzato la ricerca, la composizione e gli arrangiamenti dei brani che compongono Taranràh. Anche se strumentali, la title track, la Tarantella Siciliana alla Sarraniota, la Tarantella scatenata senza posu, la Tarantella dei Riflessi e la Tarantella di Nonno Nino - questi alcuni dei pezzi eseguiti in concerto -  sono introdotti dai racconti delle circostanze in cui sono nati.

Della seconda, composta dal fisarmonicista catanese Gino Finocchiaro, Cottone spiega che la rinnovata versione del titolo ha un legame con le origini trapanesi - più precisamente, di Salinagrande - del maestro Enzo Toscano, autore del nuovo arrangiamento. E aggiunge: «La Tarantella scatenata senza posu è stata riarrangiata dal maestro Silvio Lucido. Ha questo titolo perché non trova mai quiete nella tonalità, un po’ come accade in Tico Tico,  di Stefano Bollani».

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La cantante Eleonora Tabbì 

Il riadattamento dei brani per pianoforte e due violoncelli ha comportato delle contaminazioni in termini musicali; talune di carattere jazzistico, altre suggerite da Giovanni Sollima e accolte solo in parte: «La Tarantella missinisa, rielaborata dal maestro Sollima, a volte prende una piega messicana. Mi aveva suggerito di aggiungere un ovetto sulla punta dell’arco, con dello scotch di carta, ma ho preferito di no».

Presentare il Tarantella Project di Mauro Cottone soltanto in termini di operazione culturale significherebbe però minimizzare un progetto che è altresì legato alla storia familiare del suo autore. Ciò diventa evidente con Sulitàti, brano eseguito in apertura al concerto. Di quest’ultimo, Cottone racconta: «È un brano donatomi da mio padre - che era flautista e compositore - negli anni Settanta. Il titolo originale era Solitudine esotica».

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Primo piano del maestro Mauro Cottone

Famiglia, tradizione, terra. Il violoncellista agrigentino si allontana dal ricordo del padre suonando una danza della tradizione popolare e facendo ritorno, ancora una volta, ai luoghi che abita. Lo fa eseguendo Ventu, un pezzo non presente nella raccolta Taranràh. «Ho composto Ventu pensando al mio paese Menfi e a Portopalo di Menfi».

Una memoria di sensi rivangata nostalgicamente a chilometri di distanza dai paesaggi che l’hanno ispirata.

Dinanzi all’immagine di un mercato discografico spietato, che tende a masticare e a digerire velocemente quanto produce e diffonde sulle piattaforme, il progetto di Mauro Cottone, ispirato dal bisogno di preservare un’identità culturale composita e in continuo mutamento, è un atto di tenace resistenza. 

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