La “rivoluzione” nei test biologici grazie a un microchip e a flussi oscillatori realizzato nei laboratori di Unict
Una nuova tecnica per valutare la vitalità delle cellule in modo semplice, automatizzato e senza l’uso di marcatori chimici.
A realizzarla un team di ricercatrici dell’Università di Catania composto da Emanuela Cutuli, Giovanna Stella e Maide Bucolo del Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica e da Francesca Guarino del Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche.
Lo studio – dal titolo Automatic label-free image-based system for cell viability monitoring on-a-chip – è stato pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista scientifica Biomedical Signal Processing and Control.
«Questo metodo innovativo sfrutta stimolazioni idrodinamiche all’interno di un microcanale su chip per osservare il comportamento di cellule vive e malate in tempo reale», spiegano le ricercatrici.

In foto la strumentazione che testa la vitalità delle cellule
«A differenza dei metodi tradizionali che richiedono marcatori, l’approccio si basa su come le particelle, incluse le cellule, si muovono in risposta a un flusso oscillante di liquido – aggiungono -. Confrontando queste risposte con quelle di particelle inerti, come sfere di silice, è possibile distinguere cellule sane da quelle malate».
«Il cuore del sistema è un algoritmo evoluto che utilizza la tecnica di Digital Particle Image Velocimetry (DPIV), potenziata con una funzione chiamata Time-Slot – precisano le ricercatrici -. Questo permette un’analisi continua e automatica, anche per lunghi periodi, utile ad esempio per monitorare l’efficacia di farmaci su colture cellulari»
Grazie a questi risultati promettenti, l’Università di Catania ha già depositato un brevetto per proteggere e valorizzare la tecnologia sviluppata.
«L’innovazione rappresenta un passo avanti importante per la diagnostica in vitro e lo sviluppo farmacologico in quanto non è invasiva, evita l’uso di sostanze chimiche potenzialmente dannose e consente una sorveglianza estesa e precisa della salute cellulare – continuano -. Una vera svolta per la biomedicina su chip».

In foto da sinistra Emanuela Cutuli, Giovanna Stella, Francesca Guarino e Maide Bucolo