Nuove proposte teatrali: Anomalia

L'opera teatrale del giovane studente dell'ateneo catanese e attore Matteo Castiglia è andata in scena nei giorni scorsi allo SpazioBis

Chiara Fichera (foto di Giordano Cascone)

È andata in scena allo Spazio Bis nei giorni scorsi l’opera teatrale Anomalia scritta e diretta da Matteo Castiglia, attore e studente del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania. Anomalia fa parte di Giovani Sguardi, una rassegna indetta dalla scuola di recitazione teatrale Buio in Sala, diretta da Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi, allo scopo di valorizzare giovani autori e autrici under 35.

Anomalia è ambientata in un non troppo lontano futuro e racconta della storia di una coppia, Elio ed Eva, il cui già precario equilibrio matrimoniale viene messo alla prova dall’arrivo di un’Intelligenza Artificiale impiantata su un corpo di donna. È proprio l’ingegnere Elio che porterà a casa la donna-intelligenza artificiale, sostenendo si tratti di un progetto di lavoro sperimentale per approfondire fino a che punto l’IA possa avvicinarsi al diventare umana nei comportamenti e nelle emozioni.

È questo il filo conduttore della storia che vedrà la coppia dare lezioni di e sulla vita all’IA, da come ci si comporta a un funerale al come rimorchiare, portando a poco a poco a galla le criticità della relazione tra Elio ed Eva.

La storia si svolge tra il salotto di casa e la stanza da letto della coppia, con elementi scenici essenziali ma di impatto visivo come, a esempio, l’utilizzo di un letto posto in verticale e un oggetto geometrico sullo sfondo che dà l’idea di un ambiente futuristico. 

Un momento dello spettacolo

Un momento dello spettacolo

Se la prima parte dello spettacolo ha visto prevalere l’aspetto comico in maniera molto marcata con scene da sitcom, la seconda parte ha lasciato spazio al dramma della coppia e a tutta l’ambiguità dell’IA, per poi ritornare nel finale – come ci si aspetta da una commedia – all’equilibrio iniziale, con un apparente lieto fine.

Che il teatro non sia più solo parola ne siamo consapevoli già da un po’; e anche in questo spettacolo la musica e la commistione con forme multimediali di rappresentazione, come quella audiovisiva, diventano elementi fondamentali per la riuscita scenica. Proprio ai video, infatti, posti da intermezzo ai cambi scena, è affidato il compito di mostrare, in maniera molto divertente, eventi passati significativi della vita della coppia: dal primo giorno di lavoro al matrimonio.

E anche la visione e la comprensione del (vero) finale sono affidate non al palco, ma alla stessa rappresentazione audiovisiva. Questa può essere considerata una scelta registica significativa, e pone interrogativi anche sulle arricchenti – o limitanti, a seconda del punto di vista – possibilità che offrono proprio le nuove tecnologie di integrarsi con il teatro ‘tradizionale’.

Tutto il pubblico è rimasto coinvolto e magnetizzato per l’intera durata dello spettacolo e ha avuto una risposta molto positiva all’humor da Gen Z proposto. Merito sicuramente anche dei tre interpreti che sono stati capaci di trasmettere un’energia incredibile per tutta la durata della rappresentazione.

Una scena dello spettacolo

Una scena dello spettacolo

Straordinario per presenza scenica e mimica il personaggio di Elio, interpretato dall’attore Andrea Luvarà. Non da meno la moglie Eva, intrepretata dall’attrice Federica Fischetti che è stata in grado di valorizzare ogni sfumatura, comica e drammatica, del suo personaggio. Allo stesso modo l’IA, interpretata dall’attrice Anastasia Cino, che ha perfettamente reso le ambiguità che caratterizzavano il suo personaggio.

Tutti e tre, attrici e attore, dotati di una tecnica vocale incredibile che è stata un elemento necessario e determinante della buona riuscita dello spettacolo, date anche le spesso brevi e veloci battute da ‘botta e risposta’.

In generale, uno spettacolo ben fatto, divertente, originale e giovanile, che fa ridere per le battute semplici basate spesso sui giochi di parole. Allo stesso tempo, temi complessi quali il rapporto con i genitori, con la morte, la complessità delle relazioni umane e la difficile ri-definizione del concetto di umanità, hanno accompagnato per l’intero spettacolo il pubblico, che ride sì, ma di una risata che a volte si fa amara e riflessiva, davanti alla verità della rappresentazione scenica. 

Un momento dello spettacolo

Un momento dello spettacolo