La nuova frontiera per lo studio digitale delle frane è l’oggetto della ricerca del team di Geologia Applicata del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali
Le nuove metodologie di investigazione digitale nel mondo delle frane sono al centro dello studio del team di Geologia applicata del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania composto dai docenti Giovanna Pappalardo, Simone Mineo e Davide Caliò.
La ricerca - dal titolo Infrared Thermal Dense Point Clouds: a new frontier for remote landslide investigation -è stata pubblicata di recente, in modalità open access, sulla prestigiosa rivista ISPRS Journal of Photogrammetry and Remote Sensing (Elsevier) ed è parte integrante dei risultati del progetto di ricerca LINAR (bando PRIN 2022) coordinato dal prof. Simone Mineo, associato di Geologia applicata al Dsgba.
“La realizzazione di nuvole di punti di aree in frana attraverso fotogrammetria non è una novità nel campo della ricerca scientifica applicata. Se invece delle classiche fotografie, però, a comporre un modello tridimensionale digitale sono immagini all'infrarosso termico, questo rappresenta un'innovazione tecnologica e scientifica”, racconta il prof. Simone Mineo spiegando come il processo di modellazione sia tutt’altro che immediato.

Immagine della nuvola di punti all’infrarosso termico di un settore della Timpa di Acireale
Il team di ricerca ha un’esperienza ormai decennale nello studio delle frane attraverso la termografia ad infrarossi, “tecnica che permette di individuare le variazioni di temperatura superficiale lungo versanti causate da alternanze litologiche, morfologie peculiari, aree ad intensa fratturazione, presenza di acqua nelle discontinuità”, spiega la prof.ssa Giovanna Pappalardo.
Attraverso la procedura pubblicata adesso sarà possibile analizzare le immagini all’infrarosso termico in un ambiente 3D, facilitando il collegamento tra anomalie termiche legate all’instabilità e morfologia del versante. “Poiché ogni punto della nuvola contiene un valore preciso di temperatura superficiale, abbiamo dovuto scrivere un codice che consentisse di uniformare la scala di temperature di ogni singolo termogramma al fine di poterli combinare in un unico modello 3D”, racconta il dott. Davide Caliò, assegnista di ricerca nell’ambito del progetto LINAR.
Per la scrittura del codice, il team di ricerca si è avvalso della collaborazione dell’ing. Marco Intelisano, ricercatore indipendente con sede a Bergen (Norvegia), coautore del contributo.
Questo studio dimostra come la ricerca scientifica geologico-applicata sia al passo con l'innovazione tecnologica per applicazioni relative allo studio di fenomeni naturali, spesso calamitosi, con l’obiettivo di mettere a disposizione della comunità gli strumenti più avanzati utili anche alla programmazione di interventi di prevenzione e mitigazione del rischio e pianificazione territoriale.

Il gruppo di Geologia Applicata del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali. Da sinistra Giovanna Pappalardo, Simone Mineo e Davide Caliò