Nell’ambito del festival TrezzArte si è tenuto un evento con esperti del settore tra ricerca e studi, riscoperta di luoghi e mestieri
Una serata in cui i temi della salvaguardia e della cultura del mare sono stati al centro dell’incontro con interventi multidisciplinare di esperti di settore.
Ad ospitare l’incontro nello spazio adiacente il Cantiere Navale Rodolico – dal titolo Ocean Night: Salvaguardia e Cultura del mare – all’interno del festival TrezzArte, organizzato dal Centro Studi Aci Trezza.
L’evento, organizzato dal gruppo siciliano dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco-ETS (AIGU), ha visto la partecipazione di autorevoli esperti di settore.
I tre panel tematici
La serata, suddivisa in tre panel tematici, è stata presentata da Francesca Bonaccorso e moderata da Elena Gumina, entrambe socie del gruppo siciliano Aigu Ets. Dopo i saluti della vice presidente dell’associazione Eleonora Orfanò, che ha ribadito la mission associativa, e dell’assessora al Mare del Comune di Aci Castello, Erika Corso, si sono succeduti i vari ospiti, in dialogo continuo tra loro e il pubblico partecipante.

Alcuni modellini di 'sardare' realizzate dai mastri d'ascia del Cantiere Rodolico di Aci Trezza
Per il panel 1, sul tema Salvaguardia ed Educazione al Mare, sono intervenuti il ricercatore dell’Università di Pavia Salvatore Coco e il biologo marino e educatore ambientale Simone Camplone.
Il primo ha raccontato gli studi di biologia dell’invasione delle “specie aliene”, provenienti da altri oceani, e gli effetti sull’assetto socio-economico e ambientale dell’area mediterranea, citando il progetto Alien Fish, il cui responsabile nazionale è il professor Francesco Tiralongo dell’Università di Catania.
Un progetto, quest’ultimo, che ha coinvolto anche i pescatori operanti nelle aree marine interessate. Sul tema del coinvolgimento della cittadinanza all’interno dei progetti di ricerca, si è espresso Simone Camplone, che ha raccontato al pubblico la citizen science, la disciplina attraverso cui vengono promossi comportamenti consapevoli sviluppati in seguito al coinvolgimento attivo dei cittadini nella ricerca scientifica, come il progetto del WWF di cui fa parte.
Il progetto Vele del Panda permette agli studiosi di mappare i comportamenti e la presenza dei cetacei nel Mar Mediterraneo, cercando di avvicinare il più possibile la popolazione alla ricerca scientifica e alla conoscenza del mare.

Un momento dell'intervento di Salvatore Coco
Sul tema Cultura del mare, focus del secondo panel, sono intervenuti la studiosa Grazia Nicotra, dottoranda in Scienze per il Patrimonio e la Produzione Culturale dell'Università di Catania e socia del Centro Studi Aci Trezza e la prof.ssa Antonella Leone, archeologa, saggista e docente ITS Fondazione Archimede, in precedenza consulente della Regione Siciliana, con particolare riguardo alla Sicilia di età greca e alla Sicilia delle tonnare.
La prima speaker ha approfondito la storia del cantiere Navale Rodolico e dei Mastri D’Ascia. In particolar modo la dott.ssa Nicotra ha raccontato del censimento di tutti i mastri d’ascia siciliani all’interno del suo progetto di ricerca, tramandando e cristallizzando la loro storia e il loro sapere.
“Ad oggi - ha spiegato la studiosa - i cantieri ancora attivi sono meno di quindici e le barche di legno stanno ormai abbandonando i nostri porti, portando alla scomparsa di quegli antichi mestieri tradizionali legati al paesaggio marittimo”.
All’importanza del mare e a come questo sia fonte di vita e sostentamento per i siciliani, si è legato l'intervento della seconda speaker e studiosa, la prof.ssa Antonella Leone. L’esperta si è soffermata sulle “tonnare come patrie abbandonate che raccontano il sacrificio e la lotta degli uomini per la cattura del tonno”.
A tal proposito, la docente ha avuto il privilegio di intervistare il figlio dell’ultimo rais (dall’arabo-capo, condottiero) della tonnara di Santa Panagia ormai novantenne, che le narrò le memorie legate al padre.
I ricordi di Salvatore Fontana e del padre Giuseppe, detto Piddu, sono gli stessi che la studiosa ha custodito nel suo libro e raccontato con grande commozione nel corso dell’evento.

In foto un momento dell'intervento della dott.ssa Grazia Nicotra
Ed è proprio il tema dell'Umanità che ha caratterizzato il terzo ed ultimo panel: Il mare come simbolo di movimento e mutamento sociale.
A prenderne parte il dott. Marco Giunta di Ecosmed/ Fondazione Messina, il dott. Antonio Cannao del Birrificio Messina e, infine, Federico Guarnaccia, presidente dell’Associazione Salmastra.
Marco Giunta ha spiegato che “non può esistere transizione ecologica se non legata allo sviluppo del territorio: le diseguaglianze sociali, di riconoscimento, economiche e i processi di mutamento climatici sono due facce della stessa medaglia”.
Partendo da alcuni dati, come gli oltre 430 milioni di tonnellate di plastica all'anno di cui solo il 9% viene riciclato e il restante 50% finisce bruciato in discarica, mentre il 22% è disperso nell'ambiente, lo studioso ha precisato che, in quest’ultimo caso, la più alta percentuale finisce nei nostri mari e negli oceani.
Da queste consapevolezze nasce il progetto Life RESTART, che vede la partecipazione attiva di Birrificio Messina.

Un momento dell'intervento di Marco Giunta
Antonio Cannao ha raccontato la storia del Birrificio Messina che ad oggi è gestito dai figli di quei lavoratori che decisero di portare avanti la tradizione brassicola Messinese, con un’importante quota rosa presente in azienda, ponendosi il problema di come gli scarti alimentari, tra cui le trebbie della birra, impattino a livello di CO2 sul territorio.
“Da queste esigenze - ha spiegato il dott. Giunta – è nato, nell’ambito del progetto Life Restart, il brand Ecobuddy che ha inaugurato, nell’aprile 2025, la prima fabbrica di bioplastiche sita a Roccavaldina”.
“La fabbrica è gestita da Ecosmed, una cooperativa che opera attraverso approcci di responsabilità sociale – ha aggiunto - da una parte favoriamo inserimenti socio-lavorativi di persone fragili, dall'altro lato una quota consistente degli utili viene destinata a finanziare attività sul territorio, come azioni di contrasto della povertà educativa e programmi di ricerca e sviluppo su tutte le aree della sostenibilità”.
Anche Federico Guarnaccia ha raccontato il legame tra l’associazione Salmastra e il valore intrinseco della nostra terra e del nostro mare.
Salmastra ha deciso di condividere la criticità per cui la città di Catania non abbia più un reale affaccio sul mare, frutto di divieti di balneazione e privatizzazioni.
“Da qui, si è deciso di dialogare con i pescatori, per capire come valorizzare la memoria collettiva che loro detengono, e poi con le altre associazioni del territorio regionale e nazionale: da Mare Memoria Viva di Palermo, allo stesso Centro Studi Acitrezza di Catania e al S.a.L.E. Docks a Venezia”, ha detto.
In questo contesto sono state portate avanti diverse attività: dalle residenze d'artista con artisti provenienti da tutta Europa che hanno studiato la costa di Catania, le escursioni di pesca turismo, i concerti, i laboratori di riciclo, le cene collettive a base di pescato locale. In base alle sinergie che nascono, Salmastra muta il modo di raccontare il mare.
A seguire è intervenuto Giovanni Rodolico che si è soffermato sui mastri d’ascia, raccontando la storia del cantiere di famiglia tra tradizioni, mestieri e cultura del mare.

In foto un momento dell'intervento di Giovanni Rodolico
In chiusura la vice presidente dell’associazione Eleonora Orfanò si è soffermata sull’Obiettivo 14 per lo Sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 ONU "Conservare e utilizzare in maniera sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile" e sul documento l’Educazione all’Oceano per tutti, invitando i presenti a cercare di cambiare la narrazione del territorio, “attingendo alla nostra tradizione, rispettando il nostro ecosistema e guardando all’innovazione come basi per lo sviluppo sostenibile del territorio”.