“Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare”

Inaugurata con l'esibizione della Vulcanica Brass Ensemble la tradizione del concerto di fine anno al Teatro Stabile Mascalucia “Mario Re”

Irene Isajia

“Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare”. A dirlo era Jim Morrison, il cantautore e poeta statunitense scomparso ad appena 28 anni.

E in effetti, per ognuno di noi, ci sono luoghi in cui sognare si può, luoghi in cui si sperimenta la fatica, il fallimento, la gioia dell’incontro, la trepidazione per il traguardo raggiunto. In alcuni casi sono luoghi di arrivo, ma soprattutto di nuove partenze. Il mio luogo è l’università: un polo culturale, di formazione, dialogo e promozione della persona e diventa il trampolino di lancio attraverso cui, con le attrezzature adatte, ogni studente può spiccare il volo.

Il mio percorso, sin dalla triennale, si è arricchito di conoscenze, ma soprattutto di persone che hanno condiviso i propri sogni e le proprie capacità e molto di più, la propria vita. Nell’attesa delle lezioni, in aula, ci si scambiano opinioni, consigli e ciascuno lascia scoprire parti di sé.

Ed è qui che ho scoperto Salvo, cassiere di giorno e cantante di notte; Francesca, speaker radiofonica di Radio Zammù, Federica, vulcanica communicator; Fabrizio e Damiano, pianisti; Alessia, assistente alla comunicazione per disabili; Rebecca e Antonio, appassionati cinefili; Rita, direttore artistico del Teatro Stabile Mascalucia “Mario Re”. 

Più parlavamo e più coltivavo il sogno di un team che coopera per la cultura e divulga passione per l’arte.

Era primavera quando ho cominciato a parlare con Rita dell’idea di mettere insieme le forze e promuovere la musica nel suo teatro dove le storie rivivono, continuano a far riflettere, sorridere e sognare. Mi ha raccontato che il suo papà amava la musica e che, quando c’era lui, si facevano due stagioni parallele, una di musica e una di prosa.

Un momento del concerto

Un momento del concerto 

Dopo di lui, la musica non ha suonato più come un tempo, ma da poco avevano introdotto degli eventi musicali extra abbonamento per provare a ripartire sotto questo profilo. Io credo che nulla avvenga a caso e la mia proposta arriva proprio per lanciare un concerto che potesse raccontare l’energia e la vitalità della musica attraverso la storia, per concludere l’anno raccogliendo i frutti della semina e accogliere il nuovo con grandi speranze e ottimismo.

Le propongono la Vulcanica Brass Ensemble, un gruppo giovane guidato dal trombonista Carmelo Sapienza, composto da 13 strumenti ad ottone, percussioni e un soprano come cantante e conduttrice del concerto. 

Il gruppo è al decennale dalla fondazione e, dopo una lunga gavetta, ha calcato palchi importanti del territorio (Teatro Massimo Bellini di Catania, il Palazzo della Cultura di Catania, Teatro Antico di Taormina) e suonato con musicisti di fama internazionale (Joseph Alessi, primo trombone della New York Philharmonic, Marco Pierobon eclettico trombettista e direttore d’orchestra). Il concerto si annuncia come il viaggio degli Ottoni nel tempo e conduce il pubblico attraverso i più noti brani d’opera, sinfonie ed arie, colonne sonore di film e medley dei celebri musical americani.

Un travaglio che in autunno vede i primi passi verso l’evento che avrebbe avuto luogo il 30 dicembre scorso. Iniziamo a lavorare sulla comunicazione (locandine, spot, programmi di sala), diffusione attraverso piattaforme social, gruppi broadcast, passa parola.

Si vogliono raggiungere gli abbonati del teatro, ma soprattutto il pubblico del domani, i giovani e tutti gli appassionati e i curiosi. Sembra lenta l’adesione, forse il pubblico della prosa non ama lasciarsi condurre dalle novità. Siamo a pochi giorni dall’evento e iniziano ad arrivare le prenotazioni, copiose, inattese.

Un momento del concerto

Un momento del concerto

Siamo all’ingresso io e Rita, mentre all’interno del teatro, il gruppo completa l’assestamento e già il foyer e colmo di attesa trepidante.

«Manca un musicista», ci annunciano e non ci perdiamo d’animo. L’attesa diventa il tempo dell’incontro con il pubblico per istaurare quel clima desiderato che profuma di famiglia, di calore umano, di voglia di esserci.

Il musicista è arrivato. Tutto è pronto. Abbassiamo le luci e Musica sia! Accolti da Christmas Fantasy di Thomas Wyss siamo immersi nell’atmosfera del tempo di Natale e poi guidati nella storia della musica attraverso i grandi nomi di Handel, Rossini, Verdi per poi lasciarci condurre tra le note dell’americano Gerswin, tra le colonne sonore musicate da Ennio Morricone, senza trascurare un tuffo nella magia del film d’animazione Beauty and the Beast e del noto Halleluja di Leonard Cohen.

Non poteva mancare il Brindisi tratto dall’opera “La Traviata” di Giuseppe Verdi, brano che tradizionalmente è legato al tempo della festa e all’augurio di prosperità e gioia.

Applausi densi che acclamano il bis. Gioia nei volti di ciascuno e grande merito al lavoro di squadra. Un successo, dunque, partito quasi in sordina, che pone il seme di una nuova tradizione al Teatro Stabile Mascalucia “Mario Re”. Concluso l’evento siamo già all’opera pensando al prossimo anno, con nuove idee e nuove collaborazioni. Pensiamo sempre in grande! Non chiudiamo le porte ai sogni, perché questi, per realizzarsi, hanno bisogno di noi!

Felice anno a tutti!

La Vulcanica Brass Ensemble

La Vulcanica Brass Ensemble