Ombre e luci in partitura: le armonie spezzate e ritrovate del Novecento

Al Teatro Massimo Bellini, dal lirismo di Menotti alle visioni di Ottorino Respighi, sotto la direzione di Fabrizio Maria Carminati

Rossella Liliana Laudani

Il Teatro Massimo Bellini di Catania ha salutato il suo affezionato pubblico con un gesto d’amore verso il patrimonio musicale nazionale, offrendo un’esperienza intensa e coinvolgente. Attraverso la potenza evocativa della musica, l’armonia della coralità e l’orgoglio di un repertorio che omaggia la grande tradizione italiana del ventesimo secolo, la direzione artistica ha proposto una riflessione profonda sul valore della nostra eredità musicale.

Il concerto sinfonico-corale Il Novecento musicale, inserito nella stagione concertistica 2024/2025, è stato presentato in due serate, regalando al pubblico un momento di rara bellezza.

Al centro del programma, Il telefono, o l’amore a tre di Gian Carlo Menotti, opera comica in un atto composta nel 1947, che ha rappresentato il perfetto connubio tra ironia, modernità e introspezione sentimentale, con il sottotesto malinconico tipico dell’autore, geniale ponte tra cultura europea e sensibilità americana.

L’opera, resa attuale e godibile anche per il pubblico contemporaneo, ha brillato per la freschezza della regia musicale e l’interpretazione vivace di Alina Tkachuk, soprano di grande temperamento, che ha incantato il pubblico con una vocalità calda e raffinata, mentre il baritono Italo Proferisce ha regalato un’interpretazione intensa e comunicativa, piena di pathos e intelligenza scenica.

Notevole anche il lavoro del Coro del Teatro Massimo Bellini, preparato con rigore dal maestro Luigi Petrozziello, che ha saputo affrontare le diverse scritture corali con compattezza, grande espressività e omogeneità di timbro, affrontando ogni pagina con intensità e consapevolezza stilistica.

Un momento del concerto con la soprano Alina Tkachuk

Un momento del concerto con la soprano Alina Tkachuk

Il programma, così concepito, ha proseguito con un raffinato e articolato florilegio di cori d’opera, tratti dalle partiture di alcuni dei più grandi e rappresentativi maestri italiani del primo e del secondo Novecento.

Dal verismo struggente di Umberto Giordano e Pietro Mascagni, capace di trasmettere con immediatezza le passioni e i drammi dell’animo umano, si è passati alla spiritualità intensa e introspettiva di Licinio Refice e Ildebrando Pizzetti, le cui composizioni, ricche di pathos e profondità espressiva, hanno offerto momenti di intensa riflessione sonora.

Le suggestioni impressionistiche di Ottorino Respighi, invece, hanno dipinto passaggi sonori ricchi, ha abbracciato tutte le tensioni, le varietà stilistiche e le contraddizioni di un’epoca tormentata, ma musicalmente fertile.

Sotto la guida sapiente del maestro Fabrizio Maria Carminati, l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini si è distinta per eleganza formale, rigore esecutivo, precisione e capacità di scolpire con sensibilità ogni frase musicale.

Un momento del concerto diretto dal maestro Fabrizio Maria Carminati

Un momento del concerto diretto dal maestro Fabrizio Maria Carminati

La compagine orchestrale ha saputo restituire pienamente le atmosfere di ogni pagina musicale, riuscendo a costruire un arco espressivo coerente, pur nella varietà del repertorio proposto. Particolarmente apprezzabile è stata la resa dei colori timbrici, modulati con sensibilità, che ha permesso di evocare atmosfere ora drammatiche, ora liriche, ora solenni, accompagnando l’ascoltatore in un percorso mirato.

Una menzione speciale merita il coro di voci bianche dell’Associazione I Filarmonici siciliani, diretto da Daniela Giambra. La purezza cristallina del timbro infantile ha donato un’aura di incanto e spiritualità, infondendo nuova linfa emotiva alle partiture, che ha nobilitato ulteriormente il livello artistico dell’esecuzione.

Il pubblico, visibilmente coinvolto e commosso, ha tributato agli artisti lunghi applausi. Il Teatro Massimo Bellini ha dimostrato, ancora una volta, di essere un faro di eccellenza artistica, capace di unire tradizione e innovazione in una proposta culturale di altissimo profilo in perfetta sintonia con il motto del teatro: «Libertà di scegliere la Bellezza».

Il coro di voci bianche dell’Associazione “I Filarmonici siciliani”

Il coro di voci bianche dell’Associazione “I Filarmonici siciliani”

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