Ortopedia e Traumatologia, la Scuola di specializzazione Unict prima in Italia secondo il ranking ALS-Anaao-Assomed

Pubblicata la Guida 2025 per la scelta del percorso specialistico in ambito medico, graduatorie ricavate dai giudizi espressi dagli allievi

Mariano Campo

Secondo gli specializzandi italiani, interrogati nel 2024 tramite questionari anonimi somministrati dal Ministero, la Scuola di specializzazione dell’Università di Catania è la più apprezzata del Paese tra le Scuole in Ortopedia e Traumatologia. Alla base di questo nuovo ‘ranking’, contenuto nella “Guida alla scelta del concorso di specializzazione 2025”, pubblicata da Als (l'Associazione dei Liberi Specializzandi) e da Anaao-Assomed (Settore Anaao Giovani), c’è la valutazione articolata di diversi indicatori, raccolti attraverso le risposte fornite dagli specializzandi al Mur.

Tra i parametri principali figurano, ad esempio, la qualità e organizzazione dei corsi, la disponibilità dei docenti e coerenza tra programmi e attività pratiche (voce ‘Didattica’); l’opportunità di partecipazione alle procedure chirurgiche e alle rotazioni nei reparti; il coinvolgimento dei medici in formazione in progetti di ricerca, pubblicazioni e congressi; la possibilità di svolgere periodi formativi in altre strutture ospedaliere o università; l’equilibrio tra attività clinica, formativa e personale; la soddisfazione complessiva in relazione a una valutazione generale dell’esperienza formativa da parte degli specializzandi.

Il cosiddetto ALS-Index, utilizzato come sintesi di tali indicatori per desumere un punteggio complessivo confrontabile, misura pertanto l’efficienza e la qualità percepita della formazione offerta, integrando anche il grado di risposta ai questionari e la capacità organizzativa della scuola. E permette di dire, sulla base dei giudizi degli stessi allievi, se una scuola è più attrattiva di un’altra, nello stesso settore di specialità.

L’ALS-Index della Scuola di Ortopedia catanese, che afferisce al Dipartimento di Chirurgia generale e specialità medico-chirurgiche ed è diretta dal prof. Vito Pavone, è stato di 80,9 punti, un risultato che le ha permesso di superare sul podio le Scuole di Foggia e del Campus biomedico di Roma, e di conquistare la vetta delle quasi quaranta sedi universitarie italiane. Lusinghieri risultati giungono anche per le scuole etnee di Genetica medica, Geriatria e Neurochirurgia (2° posizione su 10, su 32 e su 18 nei rispettivi ranking), Dermatologia e Otorinolaringoiatria (3° posizione su 27 e su 25 nei rispettivi ranking), Medicina interna (4° posizione su 40 atenei), Ematologia e Malattie dell’apparato cardiovascolare (5° posizione su 28 e su 37 nei rispettivi ranking), Radiodiagnostica (6° posizione su 41 in graduatoria).

In foto da sinistra i docenti Vito Pavone e Gianluca Testa, rispettivamente direttore e segretario della Scuola di specializzazione

In foto da sinistra i docenti Vito Pavone e Gianluca Testa, rispettivamente direttore e segretario della Scuola di specializzazione

La guida, gratuita e liberamente fruibile, pubblicata a cura di due tra le realtà associative italiane maggiormente rappresentative dei medici in formazione specialistica, ha l’obiettivo di fornire ai neolaureati in Medicina e Chirurgia un valido strumento per la scelta delle scuole di specializzazione durante la fase delle assegnazioni, una delle scelte più importanti della vita formativa e lavorativa di qualsiasi giovane medico italiano. Non rappresenta, quindi, un valore assoluto delle Scuole, ma – come si legge in premessa – «il tentativo di produrre un meccanismo di informazioni standardizzato e trasparente che permetta una conoscenza minuziosa ed indipendente delle caratteristiche delle oltre 1500 scuole di specializzazione tuttora attive, e quindi il relativo confronto tra esse».

Questa la riflessione del prof. Vito Pavone, in merito all’esito del ranking pubblicato nella Guida. «I risultati basati sull’ALS-Index – osserva il direttore della Scuola di Unict - offrono una fotografia interessante della percezione qualitativa delle scuole di specializzazione in Ortopedia a livello nazionale. I punteggi più elevati sembrano correlare con una solida integrazione tra formazione teorica e attività clinica, oltre che con una buona organizzazione delle rotazioni in rete. Tali elementi rappresentano da sempre un punto di forza per garantire un percorso formativo completo e coerente con le esigenze della disciplina».

«È significativo osservare come le differenze territoriali non risultino marcate – aggiunge il prof. Pavone -: diversi centri del Sud, infatti, mostrano valori del tutto comparabili a quelli di realtà tradizionalmente considerate di riferimento, a conferma che la qualità della formazione dipende più dalla struttura organizzativa e dal livello di coinvolgimento del corpo docente che dalla collocazione geografica. Nel complesso, l’analisi conferma quindi l’importanza di mantenere standard elevati nella didattica, nella supervisione clinica e nelle opportunità di crescita scientifica, che restano i fattori più determinanti nella valutazione complessiva da parte degli specializzandi».

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