A Catania si è tenuto un focus mirato alla diffusione della conoscenza delle metodologie per aggiornare i dispositivi
Esami di risonanza e radioterapia oggi sono possibili anche per i pazienti portatori di pacemaker, ma in pochi ne sono a conoscenza e soprattutto tarda l’aggiornamento normativo.
Arriva così a Catania, dopo Palermo, l’incontro promosso dalle realtà siciliane dell’Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione e dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri dal titolo Caro collega, ho un problema! Il paziente ha un dispositivo cardiaco impiantabile, volto a diffondere la conoscenza delle metodologie tecnologiche attraverso le quali è possibile aggiornare i dispositivi.
L’evento si è tenuto nei giorni scorsi al Four Points by Sheraton ad Aci Castello. Nel corso dell’incontro è stato affrontato in maniera approfondita il tema della riprogrammazione dei dispositivi attraverso cui sarà possibile per i pazienti sottoporsi anche ad esami diagnostici prima controindicati, come la radioterapia e la risonanza magnetica.

I relatori che hanno preso parte al convegno
La tecnologia, nell’ultimo decennio, è andata avanti ed oggi sono disponibili dispositivi compatibili con questa tipologia di esami. È stata affrontata, inoltre, la gestione dello storm aritmico nei pazienti portatori di Icd nonchè cosa fare nel caso in cui i pazienti portatori di device devono sottoporsi ad un intervento chirurgico.
Oltre l’adeguata formazione tuttavia permane un problema da superare e su cui si vuole porre l’attenzione, ovvero quello normativo.
«La legge non è stata modificata e anche i pazienti con dispositivi aggiornati rischiano di essere respinti dal radiologo – hanno spiegato la presidente dell’Anmco Sicilia, Maura Francese, e il presidente di Aiac Sicilia, Angelo di Grazia -. Da qui la nostra richiesta alla Regione Siciliana di avviare un tavolo tecnico per la realizzazione di un percorso integrativo che riunifichi tutte le figure dell’ambito cardiologico sul territorio. È opportuno sensibilizzare le strutture in modo da rendere facile a questi pazienti l’accesso alle cure».

In foto Angelo Di Grazia e Maura Francese