Paola Tricomi riceve onorificenza al Merito dal Presidente Mattarella

Laureata all’Università di Catania, attualmente ricercatrice all'Università per stranieri di Siena, è da sempre in prima fila nella lotta per i diritti delle persone con disabilità

Mariano Campo

«Voglio dedicare la mia onorificenza a tutte le persone che hanno reso possibile il mio cammino, tutti insieme abbiamo aperto la strada a un mondo migliore». Lo ha scritto sui propri canali social Paola Tricomi, ricercatrice catanese laureata all'Università di Catania dove ha anche frequentato la Scuola Superiore di Unict e attualmente in servizio all'Università per stranieri di Siena, dopo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella le ha comunicato il conferimento di una tra le 30 onorificenze al Merito della Repubblica Italiana.

La 32enne ricercatrice etnea è affetta da una malattia neuromuscolare degenerativa e da tempo si batte per i diritti dei disabili. "Per la sua determinazione nel voler abbattere gli impedimenti e gli ostacoli in modo che sia garantito il diritto allo studio delle persone disabili" si legge nella motivazione del conferimento. Proprio alcuni mesi fa, Paola aveva inviato una lettera-appello al presidente Mattarella, in occasione della Giornata mondiale della disabilità.

L'Università di Catania e la Scuola Superiore di Catania accolgono con grande orgoglio e soddisfazione la notizia del conferimento dell'onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica italiana all'ex allieva Paola Tricomi. 

«Da studentessa di Lettere e di Filologia classica al Disum e da allieva della Ssc - sottolinea il rettore Francesco Priolo -, Paola ha sempre lottato con tenacia per superare le difficoltà e le barriere che inevitabilmente ha incontrato sul proprio cammino, divenendo lei stessa una 'testimonial' delle pari opportunità per le persone con disabilità e stimolando positivamente le istituzioni ad essere puntuali e presenti». 

«È sempre stata una studentessa eccellente e si è anche cimentata con la scrittura, come dimostrano i numerosi libri pubblicati, e l'attività documentaristica, che ha trovato una ribalta nazionale con l'apprezzato docufilm Per desiderio - ha aggiunto il rettore -. L'onorificenza assegnata dal Presidente Mattarella è quindi un adeguato riconoscimento al suo impegno e alla sua voglia di 'andare oltre i limiti', e al tempo stesso un esempio da indicare a tutti i giovani».

Paola Tricomi

La ricercatrice Paola Tricomi

Di seguito, richiamiamo il testo della lettera che Paola aveva inviato al Presidente della Repubblica.

«Egregio Signor Presidente della Repubblica,

il mio nome è Paola Tricomi e sono una ricercatrice dell’Università per Stranieri di Siena, mi occupo di letteratura italiana, ma anche di lotta alle pari opportunità. Sono una persona con disabilità motoria grave, causata da una malattia neuromuscolare chiamata SMA. Mi servo di una carrozzina elettronica per camminare e di un ventilatore polmonare per respirare. Tutto questo però non mi definisce, anzi descrive molto poco di tutto ciò che sono.

Ho deciso di scriverle in prossimità della giornata mondiale della disabilità per manifestarle un problema sociale reale e un disagio incredibile vissuto dalle persone con disabilità, di cui ho modo ogni giorno di rendermi conto. Solo per farle un esempio: le persone con disabilità motoria grave stanno vivendo un tempo inedito rispetto alla storia della progressione clinica.

Gli ausili sempre più tecnologicamente sofisticati di cui disponiamo, le conoscenze avanzate e l’approccio sanitario multidisciplinare, permettono una cura che migliora enormemente la qualità delle vite. Le aspettative di vita si sono allungate in molti casi e gli obiettivi raggiungibili si sono incredibilmente moltiplicati, ma tutto ciò non è stato accompagnato da un supporto sociosanitario valido che sorreggesse le fatiche assistenziali delle famiglie e le aspettative di vita autonoma degli adulti con disabilità. La presenza dei familiari, ad oggi, è un elemento chiave nella vita delle persone con disabilità perché sono le famiglie a farsi carico delle fatiche di spostamento per questioni sanitarie, oltre che di ogni altra necessità che il soggetto esprime (studiare, lavorare, fare sport ecc.).

Le famiglie, tuttavia, con l’accrescersi dell’età, faticano e nella maggior parte dei casi arrancano nella gestione delle necessità del soggetto con disabilità. La mancanza di reali e accessibili percorsi all’autonomia ha determinato per molte persone con disabilità la mancata possibilità di esprimere se stessi. Per queste ragioni, la maggior parte delle persone con disabilità hanno paura del futuro o semplicemente non riescono a vedere la loro realizzazione come individui adulti nella società italiana.

Questo contesto sociale getta la persona con disabilità nella totale dipendenza verso chi resta ad assisterla e conduce in moltissimi casi a situazioni di violenza psicologica o anche fisica, per lo più non nota. Al polo opposto vi sono casi di totale abbandono che conduce alla morte. La maggioranza di queste persone non ha nemmeno la possibilità di poter denunciare i propri disagi e combattere per i propri diritti. Ma tutto ciò che non vien detto o reclamato rimane alla non conoscenza collettiva. Le persone con disabilità, invece, se correttamente sostenute dalle istituzioni, sono un’incredibile risorsa per la società, come ogni essere umano. Noi tutto ciò lo stiamo perdendo con lentezza e senza accorgerci.

Mi rendo conto che alla nostra società serve una vera rivoluzione, ma essa non sarà mai possibile se non si parte dalle leggi. Bisogna purtroppo riconoscere che le leggi italiane non rispondono alle esigenze di autodeterminazione e autonomia delle persone con disabilità di oggi, in quanto non rendendo possibile una realizzazione piena dell’individuo adulto con disabilità. Eppure, soltanto quattro elementi chiave di ragionevole fattibilità aprirebbero ad un reale cambiamento:

- Una legge unica a valenza nazionale che superi la discrezionalità regionale e riconosca il diritto all’assistenza connesso alla realizzazione di modelli di Vita indipendente;

- Una chiara linearità nei criteri di assegnazione del supporto economico, legata esclusivamente alla gravità della condizione clinica della persona e alla sua necessità di assistenza;

- Un protocollo nazionale che imponga ad ogni distretto sociosanitario lo sviluppo di percorsi assistenziali individualizzati, tesi al raggiungimento del più alto grado di autonomia possibile fin dalla maggiore età del soggetto con disabilità, indipendentemente dalla presenza dei familiari e\o di un’attività lavorativa della persona con disabilità;

- Il riconoscimento legale della figura professionale di assistente alla persona, con un contratto specifico per questa professione.

Ritengo questo cambiamento necessario per l’avanzamento civile italiano perché è l’unico strumento capace di rendere le persone con disabilità in grado di prendere in mano la propria vita. Ritengo, tuttavia, che questo cambiamento sarebbe anche per la società una spinta decisiva a considerare la persona con disabilità unica e comune, come lo siamo tutti, in quanto libera di poter scegliere e poter donare alla società il meglio di sé. Più volte è stato detto: abbattere le barriere che limitano la vita delle persone con disabilità vuol dire costruire un mondo più civile e democratico per tutti. Io che ho avuto sempre molta fiducia nelle istituzioni, auspico che questo non resti soltanto uno slogan. Con immensa stima. Paola Tricomi".

Con Paola si sono congratulate anche la Scuola Normale di Pisa, dove ha conseguito il dottorato in Filologia romanza, e l'Università per Stranieri di Siena, dove svolge attività di ricerca. La cerimonia di consegna delle onorificenze si svolgerà al palazzo del Quirinale il prossimo 20 marzo.