Perdersi per orientarsi 2.0: il Monastero dei Benedettini si racconta

Presentato il progetto di Officine culturali che "parla" di comunità e di accessibilità ad uno spazio che continua a vivere attraverso chi lo vive quotidianamente

La prof.ssa Marina Paino e il presidente di Officine culturali, Francesco Mannino
Una delle targhe all'ingresso del Monastero dei Benedettini
Una targa che illustra il Chiostro di Ponente

Tra i corridoi del Monastero dei Benedettini ogni angolo custodisce una storia. È un luogo che cambia con chi lo attraversa, intrecciando sguardi e percorsi in una narrazione collettiva. Con l’evento Perdersi per orientarsi 2.0, la presentazione della nuova segnaletica ideata da Officine Culturali in collaborazione con l’Università di Catania quel racconto si è fatto visibile e concreto: un linguaggio di colori e simboli che rinnova il dialogo tra persone e spazi.

«Un progetto che non deriva da un semplice incarico tecnico, ma da un processo di partecipazione autentica», ha precisato in apertura dell’incontro Francesco Mannino, presidente di Officine Culturali, in merito alla “nascita” del progetto prevede «una segnaletica pensata e costruita insieme con chi vive quotidianamente questi spazi come studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo e che permette di orientarsi in un’esperienza condivisa».

E Manuela Lupica, direttrice di Officine Culturali, a seguire, ha ricordato come «la nuova segnaletica rappresenta un modo concreto di valorizzare e restituire alla comunità universitaria ciò che da essa stessa proviene».

Una delle targhe del percorso presenti al Monastero dei Benedettini, in questo caso il Chiostro di Ponente

Una delle targhe del percorso presenti al Monastero dei Benedettini, in questo caso il Chiostro di Ponente

«Frutto del reinvestimento delle risorse generate dalle attività di visita, il progetto è stato pensato per rendere gli ambienti del complesso più accessibili, leggibili e accoglienti – ha aggiunto Manuela Lupica, alla presenza della past direttrice del Dipartimento di Scienze umanistiche, Marina Paino -. Un gesto che testimonia una collaborazione reale e costante tra l’Università di Catania e Officine Culturali: un legame costruito passo dopo passo, capace di trasformarsi nel tempo in un esempio di fiducia e corresponsabilità condivisa».

La prof.ssa Federica Santagati, neo presidente del Sistema museale d’ateneo, ha ricordato il lungo percorso di collaborazione con Officine Culturali che negli anni ha intrecciato innovazione e inclusione. «Dal progetto Vietato non toccare, pensato per le persone non vedenti, fino alla nuova segnaletica, ogni iniziativa nasce dallo stesso desiderio: rendere questo spazio aperto, accessibile e condiviso – ha detto la prof.ssa Santagati -. Un cammino di crescita collettiva che continua a trasformare il complesso in un laboratorio di idee e di incontro, dove orientarsi significa anche riconoscersi parte di una comunità».

Un momento dell'intervento di Manuela Lupica

Un momento dell'intervento di Manuela Lupica

La presentazione della nuova segnaletica è stata affidata al responsabile della comunicazione di Officine culturali, Giovanni Sinatra, che ha messo al centro del suo intervento un’idea semplice e potente: «Il Monastero dei Benedettini è un luogo che si abita». «Non lo abitano solo gli studenti e le studentesse, ma anche chi lavora ogni giorno in questo “complesso” e chi lo visita occasionalmente – ha aggiunto -. Sono tante comunità che lo compongono».

E per tutte queste comunità è stata pensata una segnaletica accessibile, inclusiva, capace di dialogare con la storia e con il presente.

Presentando il totem all’ingresso del Monastero dei Benedettini, Giovanni Sinatra ha precisato che «sono stati realizzati dei simboli, delle icone, che permettono a questi spazi di essere letti per quello che sono, con le loro molteplici funzioni e stratificazioni».

Giovanni Sinatra illustra il totem all'ingresso del Monastero dei Benedettini

Giovanni Sinatra illustra il totem all'ingresso del Monastero dei Benedettini

Altra parte importante novità della nuova segnaletica è rappresentata dalla realizzazione delle targhe. Queste ultime, con quel colore verde petrolio, aggiungono un tocco di allegra accoglienza e dimostrano un sincero desiderio di inclusione. «Sono state ideate e realizzate in doppia lingua, quindi in italiano e in inglese, e tenendo conto anche dei piccoli e delle piccole visitatrici abbiamo inserito dei mini-giochi», ha precisato Giovanni Sinatra.

Dopo aver percorso lo scalone monumentale, ci si imbatte nel primo prototipo della segnaletica: una mappa che svela la complessità verticale del Monastero. Non solo il primo, il secondo e il terzo piano, ma anche l'enigmatico piano 1,5, tutti identificati ognuno da un colore diverso. 
L’aspetto particolarmente interessante e innovativo riguarda il fatto che questa segnaletica rimanda a delle pagine di un libro, ma anche a delle pagine digitali.

La "mappa" del Monastero dei Benedettini

La "mappa" del Monastero dei Benedettini appena percorso lo scalone monumentale

«Siamo al primo piano e si crea uno zoom anche su tutti gli altri livelli del Monastero dei Benedettini − esordisce Giovanni Sinatra appena completato lo scalone monumentale−. La segnaletica non è solo direzione, ma un punto in cui si forniscono informazioni che permettono di scoprire la storia di questo spazio».

Ciò è dimostrato perfettamente dal primo pannello narrativo che si incontra all’interno del Monastero dei Benedettini, subito dopo l’Info Point. Quest’ultimo rappresenta un punto cardine, dove i visitatori possono reperire da subito le informazioni necessarie per vivere appieno il complesso monumentale.

«Questi sono i nostri pannelli narrativi, sono degli approfondimenti maggiori – ha spiegato -. Forniscono informazioni che permettono di avere un minimo di relazione con lo spazio e anche di incentivare a scoprirne ancora di più».

Un pannello illustrativo

Un pannello illustrativo

Proseguendo per i corridoi dell’edificio si arriva quasi alla fine del percorso orientativo, e precisamente ad un punto di ritrovo fondamentale per gli studenti: il Ponte Manica.
«Dal punto di vista del prototipo non è tanto differente da quello che abbiamo visto al “Cardo”, ma ci tenevamo particolarmente che ci fosse perché fa capire le evoluzioni, le stratificazioni del Monastero», continua Giovanni Sinatra.

«Il Ponte Manica è un luogo di architettura contemporanea che si compone anche grazie alle persone che lo vivono giornalmente – ha aggiunto −. Ci racconta una storia dei giorni nostri ed è parte della narrazione di questo spazio».

La targa dell'aula studio Ponte manica

La targa dell'aula studio Ponte manica

La segnaletica interna è pensata per guidare in modo intuitivo gli utenti attraverso stanze, uffici, aule e spazi comuni. Qui entra in gioco il concetto delle pagine, pannelli autoportanti che possono estendersi anche al di fuori delle mura, indirizzando le persone lungo percorsi interni ed esterni. Ogni pannello integra icone e sistemi di differenziazione visiva, permettendo al visitatore di orientarsi senza difficoltà, anche nei percorsi circolari tipici del complesso. Le frecce e gli elementi direzionali sono stati attentamente studiati per garantire funzionalità e chiarezza, consentendo di muoversi liberamente senza mai “perdersi”.

Il Chiostro di Ponente è il cuore sociale del complesso, dove convergono studenti, docenti, personale tecnico e visitatori. Il pannello dedicato a questo spazio non si distingue tanto per il design quanto per la sua funzione narrativa: mostra come gli spazi interagiscano con le diverse comunità che li vivono quotidianamente, dai visitatori più grandi ai bambini delle scuole in visita guidata. Questo pannello enfatizza il ruolo inclusivo della segnaletica, capace di adattarsi a una varietà di pubblici e necessità.

Un elemento fondamentale del progetto riguarda l’attenzione all’accessibilità. I pannelli sono stati studiati per essere leggibili anche da persone con dislessia, grazie alla scelta di font chiari e facilmente interpretabili. Ed, inoltre, l’altezza è stata calibrata per consentire la fruizione anche a chi si muove in carrozzina, assicurando che tutti possano interagire con le informazioni senza difficoltà.

Una segnaletica a "libro"

Una segnaletica a "libro"

Hanno collaborato Ilenia Bruno, Beatrice Scrofani e Giulia Samira Timofte

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