In congedo 130 unità di personale. Il rettore Francesco Priolo: «Universitari si rimane per sempre»
«Questa è e resterà per sempre la vostra casa!». Occhi lucidi, l’immancabile “anche tu qui?” stringendo le mani ai colleghi di una vita, il passo veloce per andare a ritirare la pergamena che evoca quella dei diplomi honoris causa e che esprime la gratitudine per “l’opera prestata al servizio dell’Università di Catania”, la foto ricordo con il rettore Francesco Priolo e il direttore generale Corrado Spinella, con l’arazzo dell’Ateneo sullo sfondo.
«Universitari si rimane per sempre», ha ribadito il rettore Francesco Priolo, al termine della cerimonia per il pensionamento di una settantina tra professori e impiegati andati in quiescenza nel 2023 e 2024, accogliendoli nell’aula magna del Palazzo centrale, «la più prestigiosa e iconica del Siciliae Studium Generale» con un sentito discorso di ringraziamento. «È stata una bella avventura – ha commentato qualcuno -, dal primo giorno in cui ho cominciato a frequentare le aule fino all’ultimo di lezione». «Posso dire di essere stato davvero fortunato – ha aggiunto un altro, esibendo la pergamena -: sono stato pagato per fare le cose che mi piacciono».
«Con molti di voi abbiamo condiviso tantissimi anni di vita e di lavoro insieme – ha ricordato il rettore -, siamo cresciuti professionalmente e umanamente, abbiamo assistito e partecipato alla trasformazione dell’Università che quarant’anni fa era ben diversa da quella di oggi, dove tutto procede a una velocità molto superiore. Sono certo che in questo momento state rivivendo i ricordi più significativi di questo lungo periodo, chiudendo un capitolo importante della vostra esperienza lavorativa, ma riguadagnando nuovi spazi per opportunità personali, interessi, passioni e affetti. In fondo ogni giorno avete trascorso qui più ore che nelle vostre stesse case, quindi è inevitabile rimanere profondamente legati a questi luoghi, alle persone e a queste istituzioni».

Il direttore generale Corrado Spinella e il rettore Francesco Priolo
Il pensionamento non è un addio, ma una trasformazione del legame che ci unisce, ha voluto dire il rettore. «Ripeto sempre che Unict non è un luogo di lavoro come altri, ma una comunità viva di persone che condividono un percorso denso e importante, offrendo formazione, innovazione e opportunità di crescita alla nostra città e al nostro territorio e a migliaia di giovani».
«Come recita un’iscrizione esibita all’Università “La Sapienza” di Roma, anche nel nostro caso ‘Il futuro è passato da qui’! – ha aggiunto -. Pensate a come sarebbe diversa Catania senza la sua università, e pensate con orgoglio che anche voi avete contribuito a cambiarla e a migliorarla, ciascuno facendo la propria parte e dedicando il proprio impegno professionale alla didattica, alla ricerca o al funzionamento della macchina amministrativa e dei servizi essenziali. La vostra dedizione e il vostro spirito di servizio hanno reso possibile la crescita dell’Ateneo, contribuendo a creare un ambiente favorevole allo studio, alla ricerca e all’innovazione».
«L’Università di Catania sarà sempre la vostra casa – ha concluso il prof. Priolo -, un luogo in cui il vostro contributo rimarrà impresso e in cui sarete sempre i benvenuti. A nome di tutta la comunità accademica, vi esprimo la mia più profonda gratitudine. Grazie per il cammino percorso insieme, per la vostra dedizione e per tutto ciò che avete donato a questa Università».

Il personale tecnico-amministrazione dell'Amministrazione centrale