Persone, non numeri: Data Science per dare una voce ai pazienti oncologici

Sofia Spampinato, laureata a Unict, oggi ricercatrice all’Aarhus University Hospital, è stata nominata dall’Ambasciata Italiana di Copenhagen “Best young Italian Researcher in Denmark 2023”

Alfio Russo

Aarhus ormai è diventata la “sua” nuova casa. Nella ‘fredda’ città sulla costa orientale della penisola dello Jutland, la più grande in Danimarca dopo Copenaghen, Sofia Spampinato vive ormai da sei anni.

Da Aci Trezza, il ‘caldo’ e vivace borgo marinaro nel Catanese, alla quasi sconosciuta città danese per svolgere dal 2017 un dottorato di ricerca al Dipartimento di Oncologia dell’Aarhus University Hospital.

Un ospedale universitario tra i più importanti in Danimarca, non a caso nel 2018 si è aggiudicato la palma di migliore nosocomio danese. Una enorme struttura all’avanguardia in tutti gli ambiti della medicina, soprattutto nel campo della radioterapia oncologica.

Da allora Sofia Spampinato si è fatta largo e, a conclusione del dottorato di ricerca in radioterapia oncologica della durata di tre anni ad Aarhus, nel 2020 la Danish Cancer Institute le consegna nuovi fondi personali per continuare le sue ricerche in Danimarca.

Un percorso - quello di Sofia Spampinato all’Aarhus University Hospital in Danimarca - che non è passato affatto inosservato neanche all’Ambasciata Italiana di Copenaghen.

Nei giorni scorsi, infatti, la ricercatrice è stata nominata “Best young Italian Researcher in Denmark” per l’anno 2023 nella categoria Life Science dall’Ambasciata Italiana di Copenhagen.

Il premio Bird è un’iniziativa coordinata dall'Ambasciata d'Italia, dall’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen e dall’Associazione Ricercatori e Scienziati Italiani in Danimarca e viene assegnato a lavori di ricerca condotti nelle istituzioni accademiche danesi.

Aarhus

Uno scorcio della città di Aarhus in Danimarca

E così dopo aver conseguito la laurea magistrale in Fisica nel 2012 e la specializzazione in Fisica medica  all’Università di Catania nel 2016 – in entrambi casi sotto la sapiente guida della prof.ssa Anna Gueli nelle vesti di relatrice di tesi e coordinatrice della “scuola” -, Sofia Spampinato si è ritrovata catapultata in una nuova realtà formativa e professionale, in quella lontana Danimarca dove, a conclusione del dottorato di ricerca radioterapia oncologica, le sue ricerche sono finanziate per essere ulteriormente sviluppate.

Un percorso, cominciato tanti anni fa a Catania, che inorgoglisce lei, per i risultati ottenuti sul campo nel tempo, e anche chi in tutti questi anni le è stata vicino trasmettendole conoscenze scientifiche e professionali.

«Sono grata al Dipartimento di Fisica e Astronomia e alla scuola di specializzazione dell’Università di Catania per la solida preparazione e il metodo scientifico che hanno convinto la mia supervisor in Danimarca a selezionarmi tra diversi candidati internazionali», spiega Sofia Spampinato.

Una storia che è cominciata proprio nelle aule e nei laboratori dell’Università di Catania, luoghi da dove la ricercatrice etnea ha spiccato il volo fino alla Danimarca senza mai recidere del tutto i contatti con la sua città e con il suo Paese.

«In questo momento sono molta coinvolta nelle attività del network ginecologico della European Society for Therapeutic Radiology and Oncology e non sto ancora pianificando un rientro in Italia – continua -. Ma da diversi anni collaboro attivamente con l'Istituto San Raffaele e con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano».

Un momento della consegna del premio a Sofia Spampinato

Un momento della consegna del premio a Sofia Spampinato

La ricerca in terra danese

Nei giorni scorsi, nei locali dell’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen, si è tenuta la cerimonia di premiazione del Bird Award. La catanese Sofia Spampinato, nel ricevere il premio, ha presentato la sua ricerca dal titolo People, not numbers: how Data Science can give cancer patients a voice.

«Il mio progetto di dottorato era diretto allo sviluppo di modelli predittivi per effetti collaterali nel contesto del piú grande studio clinico internazionale sul tumore alla cervice trattato con radioterapia (EMBRACE) – spiega Sofia Spampinato -. Ho avuto l’opportunità di lavorare in un contesto multi-disciplinare e collaborare con ricercatori da tutto il mondo, dall’Europa all’India fino al Canada. Utilizzando dati da piú di 1400 pazienti con cinque anni di follow-up, abbiamo identificato parametri rilevanti e fattori di rischio per ridurre l’incidenza di effetti collaterali. Questi risultati saranno inclusi nelle future linee guida mondiali per il trattamento del tumore alla cervice».

«Lavorando con una grande mole di informazione su effetti collaterali, ho compreso che le correlazioni tra variabili sono difficili da interpretare con i metodi statistici tradizionali utilizzati in ambito clinico – aggiunge -. Per poter accomodare metodi non in grado di gestire molte variabili, le ipotesi dei nostri modelli sono spesso semplicistiche. Se si vuole anche comprendere l’impatto degli effetti collaterali sulla qualità della vita dei pazienti, il quadro è ancora più complesso perchè entrano in gioco fattori personali e dinamiche difficili da identificare. Per questo motivo, il mio interesse è di combinare l’uso di Data Science ed esperienza clinica per identificare nuove correlazioni».

Aarhus University Hospital

Aarhus University Hospital

Una ricerca innovativa grazie anche alle nuove tecnologie.

«Tramite l’uso di Intelligenza Artificiale e machine learning stiamo esplorando metodologie alternative per comprendere l’evoluzione temporale degli effetti collaterali, quale sia la loro rilevanza a lungo termine per la qualità della vita dei pazienti e su come diversi parametri personali, clinici e legati al trattamento siano interconnessi – precisa la ricercatrice -. Per questo scopo, utilizziamo dati da questionari amministrati ai pazienti oncologici prima e dopo il trattamento per riportare su sintomi e qualitá della vita. Poichè queste tecniche statistiche sono spesso di difficile interpretazione per non-esperti, è necessario discutere i risultati in un contesto multi-disciplinare per verificare che siano plausibili».

«Con la mia preparazione accademica in Fisica medica e una lunga esperienza in ambito clinico, posso adattare il mio linguaggio in vari settori e facilitare la comunicazione tra professioni diverse – sottolinea Sofia Spampinato -. Il mio obiettivo non è solo ottimizzare il trattamento radioterapico per pazienti futuri, ma poter anche aiutare e supportare i pazienti che attualmente hanno effetti collaterali con strategie più olistiche e individuali e migliorare la loro qualità della vita».

Un momento della presentazione della ricerca

Un momento della presentazione della ricerca nel corso della cerimonia