“Ph.D Days”, gli strumenti per una generazione di ricercatori di qualità

Inaugurata la sesta edizione del ciclo di seminari per i dottorandi di ricerca dell’ateneo

Alfio Russo

Una nuova generazione di ricercatori di ‘qualità’ sul piano formativo e scientifico. È una delle mission dell’Università di Catania che anche quest’anno ha avviato i “Ph.D Days 2022/23” per fornire agli allievi di tutti i corsi di dottorato dell’ateneo una formazione di altissimo livello per migliorare la propria attività di ricerca per un futuro percorso nel mondo accademico e scientifico.

E per una “Ricerca di qualità” - filo conduttore della sesta edizione del ciclo di seminari – i temi della proprietà intellettuale, del trasferimento tecnologico e dell’intelligenza artificiale saranno affrontati in modo trasversale nelle diverse linee di ricerca per formare quel bagaglio indispensabile di conoscenze e competenze scientifiche dei ricercatori del futuro. 

Grazie ai sette seminari i dottorandi potranno scoprire le potenzialità del titolo di ‘dottore di ricerca’ anche fuori dal mondo accademico con la creazione di start-up e spin-off frutto dei progetti sviluppati nei laboratori dell’ateneo. Ma anche a come valorizzare le proprie competenze e potenzialità per approdare nelle aziende e nelle istituzioni ricoprendo magari ruoli apicali.

Il rettore Francesco Priolo insieme con il docente Claudio Bucolo

Il rettore Francesco Priolo con il docente Claudio Bucolo, delegato ai Dottorati di ricerca

La crescita dei corsi e delle borse in Unict

«I dottorati di ricerca sono stati avviati in Italia nel 1983, allora si è trattata di una vera e propria battaglia vinta, di una conquista per il titolo conseguito, il massimo grado di istruzione universitaria, che rappresenta un importante valore aggiunto in Italia e soprattutto all’estero” ha sottolineato il rettore Francesco Priolo in apertura del suo messaggio ‘paterno’ ai dottorandi di ricerca nell’aula magna del Palazzo centrale in occasione del primo incontro dei “Ph.D Days”.

«Grazie al dottorato di ricerca dovrete diventare i massimi esperti, a livello internazionale, nel vostro campo di ricerca perché in questi anni vi concentrerete solo ed esclusivamente sulle vostre ricerche» ha aggiunto ieri il rettore ‘circondato’ dai dottorandi che hanno riempito il salotto più importante dell’ateneo.

«Il valore di un ateneo adesso si misura anche dal numero e dalla qualità dei dottori di ricerca. Per questi motivi la nostra governance ha puntato molto sui dottorati e non a caso negli ultimi 5 anni i nostri corsi sono aumentati da 17 a 20, mentre le borse disponibili sono incrementate di oltre il 30%, passando da 163 a 213 – ha aggiunto -. Ma l'obiettivo è di arrivare a quota 1000 posti di dottorato nel triennio. Già per il prossimo ciclo, il 39°, riusciremo ad aumentare le borse a disposizione arrivando almeno a 250 grazie anche alla collaborazione con enti di ricerca, aziende e istituzioni e ai Fondi PON Ricerca e Innovazione e ai progetti del Pnrr. Ma faremo di tutto per raggiungere le mille posizioni e, inoltre, ad adottare nuove strategie per favorire l’internazionalizzazione dei corsi dottorali. Non a caso oggi il nostro ateneo accoglie dottorandi di 20 differenti Paesi e di ben 4 continenti».

Il rettore Francesco Priolo 'circondato' dagli allievi

Il rettore Francesco Priolo 'circondato' dagli allievi

La ‘ricerca di qualità’

«Il ciclo di seminari nasce nel 2013-14 – ha spiegato il prof. Claudio Bucolo, delegato ai Dottorati di ricerca e ai Master –. Quest’anno abbiamo scelto come filo conduttore la “ricerca di qualità”, un tema che articoleremo nel corso di sette incontri con cadenza mensile, da marzo fino a ottobre. Nel corso degli incontri forniremo tutti quegli strumenti utili per raggiungere questo obiettivo e nell’ultimo, invece, lo apriremo alle aziende proprio per favorire lo scambio tra industria e mondo universitario, fondamentale per lo sviluppo del territorio ai vari livelli».

«Puntiamo alla ricerca della qualità perché l’Anvur ha inserito da quest’anno, nella valutazione di un ateneo, anche i dottorati di ricerca e in particolar modo le attività seminariali tenute da docenti stranieri e possibilmente da premi Nobel – ha aggiunto il docente -. I dottorati di ricerca rappresentano un valore aggiunto per un ateneo, purtroppo siamo in ritardo rispetto al resto dell’Europa e degli Stati Uniti, ma insieme riusciremo a colmare questo gap».

dottorandi di ricerca in aula magna

I dottorandi di ricerca nell'aula magna del Palazzo centrale

I dottorati di ricerca tra formazione e terza missione

L’incontro è proseguito con gli interventi della dirigente dell’Area Terza Missione, Rosanna Branciforte, e del dirigente dell’Area della Ricerca e della Didattica, Giuseppe Caruso. 

«Il ruolo della Terza missione è sempre più fondamentale perché consente all’ateneo di ‘collegarsi’ con il territorio siciliano e in particolar modo sia in ambito della ricerca stringendo rapporti con i diversi enti e centri presenti, sia in ambito occupazionale con il mondo imprenditoriale e aziendale – ha spiegato la dirigente Rosanna Branciforte -. L’Area della Terza missione, da questo punto, offre diversi servizi a disposizione dei dottorandi: il ‘career service’ per supportare gli allievi, il Trasferimento tecnologico a sostegno degli inventori di brevetti e la loro valorizzazione e per la creazione di nuove start-up e spin-off oltre al Public Engagement per i rapporti con le aziende e imprese».

Rossana Branciforte

La dirigente dell'Area Terza missione, Rossana Branciforte

Sul percorso formativo degli allievi dei corsi dottorali è intervenuto il dott. Giuseppe Caruso, il quale ha precisato che «in questi ultimi 25 anni il percorso dei cicli di dottorato di ricerca è stato positivo con importanti passi in avanti in tutti i fronti». 

«Molti dottori di ricerca riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro in tempi brevissimi dal conseguimento del titolo e questo è motivo di orgoglio per tutti noi, per questa amministrazione che punta all’ampliamento del numero delle borse già dal prossimo ciclo grazie anche ai fondi del Pnrr su progetti specifici – ha aggiunto -. Ma vorrei precisare anche che il titolo di dottore di ricerca è ormai fondamentale anche per la carriera universitaria visto che si tratta del massimo livello di istruzione universitaria in Italia».

Giuseppe Caruso e Claudio Bucolo

Il dirigente dell'Area della Ricerca, Giuseppe Caruso, e il delegato Claudio Bucolo

La valutazione della qualità della ricerca

A seguire il seminario dal titolo “La valutazione della qualità della ricerca” a cura del prof. Salvatore Baglio delegato alla Ricerca.

Nel corso del suo intervento il docente si è soffermato sulla misura della qualità e dell'impatto della ricerca, «un tema sempre più importante in Italia e nel mondo per la ricerca accademica».

«Spesso, infatti, le richieste di finanziamento o di avanzamento di carriera possono richiedere un'indicazione sia della quantità, sia della qualità dei risultati della ricerca - ha aggiunto - L'impatto della ricerca può essere valutato utilizzando metriche specifiche, come l'h-index, o metodi quantitativi come il conteggio delle citazioni o il fattore di impatto delle riviste. Questo tipo di misurazione viene anche definito bibliometria».

Il docente, inoltre, ha trattato anche la descrizione di una serie di parametri di qualità della ricerca, tra cui le metriche citazionali, le metriche alternative, l'impatto dei ricercatori, la qualità e l'impatto di riviste e libri. 

Salvo Baglio

Il delegato alla Ricerca, Salvo Baglio

Nei prossimi seminari si discuterà di trasferimento tecnologico (con i docenti Antonio Terrasi e Filippo Caraci) e di proprietà intellettuale (con i docenti Vincenzo Di Cataldo e Salvo Sortino), di creazione di spinoff e startup (con il prof. Rosario Faraci), di potenzialità del dottorato fuori dall’Accademia (con la docente Concetta Pirrone e con l’avv. Cristina Cascone) e di Intelligenza artificiale e ricerca scientifica (con il prof. Sebastiano Battiato).

Nella giornata conclusiva si terrà un incontro con le aziende.