Centinaia di ricercatori presenti al Monastero dei Benedettini per illustrare progetti e ricerche realizzati grazie al Piano di incentivi d’Ateneo
Alla fine la “gioiosa invasione” dei chiostri e dei lunghi corridoi del Monastero dei Benedettini c’è stata. Sfidando l’afa di luglio, la “meglio gioventù” della ricerca scientifica catanese ha partecipato in massa a quella che è diventata una “Festa della ricerca Unict”, una vetrina dei più promettenti progetti finanziati grazie agli incentivi del programma Pia.Ce.Ri 2020-2022, circa 12 milioni di euro su fondi di Ateneo, a sostegno della ricerca “libera”, sganciata cioè dai vincoli propri dei bandi competitivi o dall’esigenza di avere immediate ricadute applicative o di mercato.
Oltre 150 progetti “collaborativi” e interdisciplinari, più di 160 ricerche presentate da ricercatori a tempo determinato di tipo B sostenute con gli “starting grant”, 40 missioni archeologiche. Tutti numeri, quelli forniti giovedì pomeriggio dal rettore Francesco Priolo - affiancato dalla direttrice del dipartimento di Scienze umanistiche Marina Paino, nella cui sede si è tenuta l’imponente kermesse del Pia.Ce.Ri. Day 2024, e dai delegati alla ricerca Salvo Baglio, Luigi Ingaliso e Giovanni Li Volti -, che certificano la fruttuosità dell’investimento sostenuto e fanno ben sperare per quanto riguarda i risultati della seconda edizione, appena lanciata.
L’evento è stato l’occasione per illustrare all’intera comunità accademica e al territorio i frutti della ricerca finanziata da Unict, attraverso presentazioni poster, relazioni orali e demo sperimentali, nella splendida ‘galleria a cielo aperto’ rappresentata dai chiostri settecenteschi. E anche il Piano incentivi per la ricerca di Ateneo 2024-2026.
In foto da sinistra Marina Paino, Salvo Baglio, Francesco Priolo, Luigi Ingaliso, Giovanni Li Volti
Una massa critica di progetti e idee che svariano dagli approcci inclusivi per la valorizzazione e la comunicazione del patrimonio culturale ai trattamenti innovativi per il risanamento di siti contaminati, dai sistemi di trasporto flessibile per contrastare la marginalizzazione delle aree periferiche alla valutazione in vivo ed in vitro dell’esposizione a campi elettromagnetici nella banda millimetrica del 5G, e ancora dall’impatto delle microplastiche sul processo infiammatorio alle indagini per la valutazione della pericolosità geologica e della vulnerabilità strutturale in siti di rilevanza culturale e strategica.
Un portafoglio di ricerche che può annoverare anche nuovi materiali per la conversione dell’energia solare, strumenti per l’affidabilità e la robustezza delle tecnologie di intelligenza artificiale, studi sulle disfunzioni vascolari causate dal Covid 19 o una piattaforma “plasmonica” altamente sensibile per il targeting specifico di micro RNA espressi in modo differenziato nel cancro.
Un momento dell'incontro nell'auditorium del Monastero dei Benedettini
E ancora analisi dettagliate sui costi economici derivanti dall’ingerenza della criminalità mafiosa o dovuti alla condizione di insularità della Sicilia, sulla presenza delle donne nel governo delle imprese e sugli adattamenti dei sistemi socioeconomici e le reazioni psicologiche agli shock pandemici, sull’impatto della crisi ambientale sul fisico e sul morale dell’uomo, e la sperimentazione di georisorse locali e riciclate per l’Edilizia Sostenibile, di una piattaforma per lo studio della sicurezza e le attività̀ funzionali su sistemi biologici di estratti naturali da impiegare in formulazioni alimentari, fino a un’indagine sul filone delle “royal biopic”, le serie tv di successo incentrate sulle vicende delle teste coronate.
Infine quattro “demo” rispettivamente sulla riscoperta della funzione rieducativa come essenza riformatrice del sistema sanzionatorio (progetto Euripen), lo sviluppo di nuovi materiali molecolari per il “sensing” di ioni e molecole Total Volatile Basic Nitrogen a partire da compositi di Zinco (progetto MMSal), la produzione di sensori ecologici, a base di cellulosa batterica, che potrebbero sostituire i dispositivi basati sul silicio, inquinanti e non biodegradabili e la proposta di soluzioni architetturali e di monitoraggio satellitare per lo studio delle isole di calore in ambito urbano (progetto MO.S.A.I.C.).
«L’evento di oggi – ha sottolineato il rettore Francesco Priolo – è soprattutto un grande momento di condivisione ed è la prova che bisogna riuscire a superare la logica dei compartimenti stagni se si vuole avere garanzia di successo nell’ambito della ricerca, soprattutto quando i finanziamenti saranno esclusivamente di provenienza europea. Abbiamo scelto di sostenere la ricerca ‘libera’, pura, a 360 gradi, coerentemente con il piano strategico di ateneo, ma ci auguriamo che questo significativo investimento riesca ad innescare un volano utile a produrre sempre più numerosi progetti competitivi».
Piaceri 2024, alcuni poster in esposizione