Il Centro Universitario Teatrale ha ospitato il secondo appuntamento del Cineforum in lingua spagnola con la proiezione del film di Ramón Salazar
Il Centro Universitario Teatrale di Catania si conferma un punto di riferimento per lo scambio culturale grazie alla seconda edizione del Cineforum en español, una rassegna di film in lingua spagnola promossa in collaborazione con il Centro Linguistico d’Ateneo per avvicinare sempre più la comunità studentesca alla cinematografia ispanofona.
In occasione del secondo appuntamento è stato proiettato Piedras (Pietre), pellicola del 2002 diretta da Ramón Salazar. Questo film intreccia le vite di cinque donne nella vivace Madrid, utilizzando le scarpe come metafora potente e poetica delle loro esperienze di vita.
Le scarpe, spesso protagoniste invisibili delle loro giornate, incarnano sogni, desideri e sfide personali. La trama esplora temi universali come l'identità, l'amore e la resilienza, accompagnata da una regia coinvolgente che trascina lo spettatore in un viaggio emozionale.
Al contrario, Leire, una stilista di calzature che ha rinunciato al proprio talento per amore, vive un conflitto interno rappresentato dalle scarpe che crea per gli altri, ma non riesce più a indossare metaforicamente per sé stessa. Anche Maricarmen, tassista e madre, si destreggia tra tacchi scomodi e scarpe pratiche, simboleggiando il delicato equilibrio tra il lavoro e la famiglia.
Al termine della proiezione, un dibattito arricchito e stimolante ha coinvolto il pubblico. Moderato da Isabella Zanni, studentessa dell'Università di Catania, e dal docente della cattedra di spagnolo Gonzalo Suárez Lovelle, l'incontro ha approfondito le tematiche del film.
In particolar modo il prof. Gonzalo Suárez Lovelle ha sottolineato che «a differenza degli uomini, gli animali non reprimono i loro istinti».
Questo spunto, partendo dai rapporti complessi tra i personaggi del film, ha invitato i presenti a considerare la contrapposizione tra spontaneità e autocontrollo, aprendo un dialogo sul modo in cui gli esseri umani gestiscono le proprie emozioni e impulsi rispetto alla naturalezza del mondo animale.

In foto Gonzalo Suárez Lovelle e Isabella Zanni