Giovani studenti e studentesse di Unict si sfidano sul palcoscenico chiamando il pubblico a giudicare i propri componimenti
Il contesto fa pensare a una piccola “setta dei poeti viventi”: giovani appassionati e coraggiosi alfieri della lirica contemporanea, portavoce dell’espressione dei pensieri e dei sentimenti, al punto da vincere la timidezza e sottoporsi all’impietoso giudizio di un pubblico ‘votante’. Si chiama Poetry Slam, un torneo di poesia animato prevalentemente da studenti e studentesse dell’Ateneo catanese che da lunedì scorso si stanno sfidando negli spazi del Centro Universitario Teatrale di Palazzo Sangiuliano.
La manifestazione si ispira a un evento ideato a metà degli anni ’80 dal poeta statunitense Marc Smith in un Jazz Club di Chicago. L’idea originaria era quella di una performance basata sulla ‘spoken word’, la declamazione di testi inediti senza l’ausilio di strumenti musicali. In questa prospettiva, il termine “slam” richiama l’energia e l’impatto con cui i performer trasmettono la propria visione del mondo, attraverso una parola poetica diretta e incisiva, capace di scuotere il pubblico e invitarlo alla riflessione.
Nel corso degli anni questo ‘format’ nato nell’Illinois è stato ripreso anche dalla Lega Italiana Poetry Slam, che quest’anno a Catania ha avuto come adepti Carola Carnazza, Concetta Cambria, Mattia Barbagallo, Samuele Fontanazza, Riccardo Nobile, allievi e allieve del dipartimento di Scienze umanistiche, con l’adesione dell’associazione culturale “Corno Francese Blu”.
Gli ‘slammers’ di questa edizione – che, dopo i primi due turni, si contenderanno la vittoria nella disfida finale che si terrà venerdì 10 ottobre alle 18 al mercato metropolitano "Piazza Scammacca" – sono Mario Agosta, Andrea Maria Danilo Alba, Rosario Bonvissuto, Valentina Contarino, Marta Maria Di Dio, Ruggero Di Maura, Graziana Leonardi, Salvatore Leone, Vladimir Moreno Luna, Irene Mazzara, Damiano Nannavecchia, Alessandra Parisi, Diego Renda, Francesca Sanfilippo, Costanza Virgillito e Jacopo Vinci Morgan Laviola.

Un momento dell'iniziativa
A guidare le varie tappe del contest è il prof. Rosario Castelli, docente di Letteratura italiana al Disum, nel ruolo di Master of Ceremony dello “Slam”. Insieme allo studente Riccardo Nobile, il prof. Castelli coordina lo svolgimento della manifestazione e il lavoro della giuria, composta di volta in volta da membri del pubblico estratti a sorte. I concorrenti, armati solo di un microfono e di un leggio, avranno a disposizione tre minuti per conquistare la platea recitando i testi poetici scritti di proprio pugno. Chi tra loro sarà decretato vincitore, avrà l’onore e l’onere di concorrere alla semifinale regionale Lips per la Sicilia orientale.
«Il fascino di una manifestazione come questa – spiega il docente – è che nasce per rendere la poesia accessibile, coinvolgente, interattiva, creando uno spazio dove il pubblico è protagonista tanto quanto chi si trova sul palco, divenendo giudice e parte attiva dell'evento. Si riesce così a creare comunità attorno alla parola declamata o recitata, attraverso un percorso di democratizzazione della poesia che viene portata fuori dagli ambienti strettamente accademici o scolastici verso contesti dove chiunque può sentirsi parte di uno stesso rito». «Il corpo e la voce che rappresentano il testo davanti al pubblico – conclude il prof. Castelli – rendono la poesia una forma di esperienza inclusiva che sta un po' al confine tra il teatro, la “stand up” e molte altre contaminazioni. E questo riesce a creare entusiasmo, condivisione e voglia di partecipazione».