Radio Killers: la pervasività del male e la nostra indifferenza

Al Teatro Canovaccio è andato in scena lo spettacolo vincitore del Premio Sicilia di Scena 2022/2023 del Teatro Biondo di Palermo 

Ludovica Rinciani (foto di Giovan Battista Rivecchio)
Marta Cirello in una scena dello spettacolo
Davide Toscano in una scena dello spettacolo
Marta Cirello e Davide Toscano in una scena dello spettacolo

Nell’epoca in cui spopola il genere true crime, considerare il male come qualcosa di distante da sé è diventata la norma.

Il male sarebbe insito soltanto in coloro che stampa e telegiornali si affrettano a definire mostri e orchi, quasi si trattasse di personaggi fantastici e non di uomini e donne comuni.

Le fiabe, si sa, sono racconti di invenzione dove i confini tra cattiveria e bontà sono definiti in maniera netta e gli antagonisti sono descritti come tali già dalle prime righe, affinché il lettore non compia l’errore di riporre buona fede in loro.

La realtà, tuttavia, è molto più ambigua ed è questo il motivo per cui si stenta a credere che il cordiale vicino di casa o il figlio di una famiglia perbene possano arrivare a compiere i crimini efferati che riempiono i notiziari di radio e tv.

Proprio la radio è il medium scelto dall’autrice e co-regista di Radio Killers, Valeria La Bua, per comunicare una verità tanto elementare quanto difficile da accettare: il male è ovunque, più vicino a noi di quanto si possa immaginare, e possiede la capacità di contaminare chiunque, non risparmiando neppure gli insospettabili protagonisti dei tre quadri scenici che compongono lo spettacolo.

Un momento dello spettacolo

Davide Toscano in un momento dello spettacolo

Perché il male esiste? Perché continua a essere perpetuato? Radio Killers non vuole addentrarsi in ragionamenti filosofici, ma scandagliare le motivazioni, comprensibili o meno, che conducono i suoi protagonisti e, più in generale, l’essere umano a compiere quei gesti brutali che scuotono ogni giorno l’opinione pubblica.

Grazie all’abilità dei suoi interpreti, Marta Cirello e Davide Toscano (co-regista insieme con La Bua), di infondere credibilità e vulnerabilità ai loro personaggi, il pubblico riesce a sintonizzarsi sulle diverse frequenze delle loro vite, cogliendo quell’umanità di cui vengono privati una volta diventati casi di cronaca.

Il filo conduttore delle tre storie è la casualità del male e come questo trovi terreno fertile nelle sempre più radicali e insanabili disparità sociali.

La patriottica gendarme Marianne, forte del potere conferitole dalla sua divisa, non mostra segni di pentimento di fronte all’accusa di omissione di soccorso nei confronti di una giovane migrante incinta, considerata alla stregua di un pacco postale da “smistare” in altre nazioni.

Gli umili coniugi costretti a vivere in un interrato covano, giorno dopo giorno, rancore e desiderio di rivalsa nei confronti dei vicini del piano di sopra che si considerano i signori del palazzo e sembrano essere sprezzanti delle regole. Il padre distrutto dal dolore, deluso da una legge che sembra tutelare il famoso cantante che ha spezzato la vita di suo figlio anziché quest’ultimo, prende una decisione estrema.

Marta Cirello e Davide Toscano

Marta Cirello e Davide Toscano in una scena dello spettacolo

Ciò che si racconta sul palcoscenico di Radio Killers è una lotta tra oppressi e oppressori in cui la vittoria di uno dei due contendenti è illusoria, poiché il vero trionfo appartiene soltanto alle radio che si approprieranno delle loro storie di disperazione per trasformarle in quell’indistinto brusio di sottofondo che accompagna le nostre giornate.

L’interesse che oggi suscita una notizia domani cadrà nel dimenticatoio, sostituito da quello per un’altra tragedia, un’altra polemica fine a sé stessa, in un giro di giostra senza fine.

L’onestà intellettuale della pièce di La Bua sta nella scelta di non appesantire il testo con messaggi moraleggianti, al fine di ricreare sul palcoscenico la cruda realtà in cui siamo immersi.

Per quanto si possa sperare in una società migliore, la crudeltà continuerà a prevalere, un numero sempre maggiore di innocenti continuerà a morire di fronte ai nostri occhi distratti da questa o quell’altra faccenda quotidiana.

Non possiamo salvare il mondo dalla malvagità, ma possiamo sottrarci dal consumo passivo delle notizie di cronaca e iniziare a interrogarci sulle ingiustizie che ci circondano, chiederci se davvero, per alcune di loro, non esista una soluzione attuabile. Perché abbiamo accettato che la gente debba continuare morire in mare o che la ricchezza debba appartenere a una ristretta minoranza?

Nel frattempo, la radio ha già trovato una nuova storia con cui distrarci.