Il Don Giovanni di Mozart al Teatro Bellini di Catania
Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, secondo appuntamento del cartellone operistico del Teatro Massimo Bellini di Catania, è tra le opere più celebri del compositore austriaco Wolfgang Amadeus Mozart.
Composta nel 1787 su libretto di Lorenzo Da Ponte, l’opera sorprende per la sua incredibile modernità: la profondità psicologica dei personaggi, la ricchezza musicale, l’intreccio drammatico nonchè la continua alternanza tra comico e tragico, che rende difficile una chiara catalogazione del genere. Tutti questi elementi contribuiscono a rendere Don Giovanni un’opera capace di affascinare spettatori di ogni epoca.
L’allestimento andato in scena al Bellini, con le scenografie di Ezio Frigerio, è stato curato dal regista Davide Garattini Raimondi. La vicenda è stata trasportata negli anni ’30 del Novecento, come suggeriscono l’auto d’epoca, situata al centro del palco nella scena iniziale, e i costumi indossati dai personaggi.
L’atmosfera è resa attraverso un sapiente gioco di luci su toni bluastri, che evocano un senso di freddezza e asprezza, chiaro rimando ai temi della violenza e della morte, fulcro dell’intera vicenda. L’atmosfera, resa da un gioco di luci su toni bluastri, appare fredda e aspra fin dall’inizio, chiaro riferimento alla violenza e alla morte, punti cardine dell’intera vicenda.
Nonostante l’ambientazione, che differisce dal punto di vista storico, i personaggi mantengono la medesima posa assegnatagli da Da Ponte, come ha dichiarato in un’intervista Garattini Raimondi: «La regia si basa principalmente sul libretto. Sono molto fedele a quanto scritto da Da Ponte e sviluppato musicalmente da Mozart».
Il protagonista, Don Giovanni, interpretato dal baritono Markus Werba, è un personaggio sfaccettato e inafferrabile, che richiede grande agilità vocale e una recitazione carismatica; egli rimane fedele alla propria natura dissoluta e alla sua scelleratezza fino alla fine, affrontando a testa alta, ma seppur con terrore, la propria morte.

Il baritono Markus Werba nel ruolo di Don Giovanni
Donna Anna, interpretata dal soprano Desirée Rancatore, è considerata da molti la vera protagonista dell’opera: da vittima si trasforma in carnefice, incaricando il promesso sposo Don Ottavio di vendicare l’assassinio del padre. Il suo personaggio è attraversato da una profonda scissione interiore: da un lato, desidera la morte di Don Giovanni per ripristinare il proprio onore; dall’altro, non riesce a sfuggire al fascino del seduttore. Questo conflitto si manifesta attraverso una costante tensione scenica, sottolineata dal gesto ricorrente dell’accensione di una sigaretta.
Donna Elvira, interpretata dal mezzosoprano Josè Maria Lo Monaco, è una figura combattuta tra orgoglio e passione. Pur desiderando vendicarsi di Don Giovanni, è pronta a perdonarlo al minimo segno di pentimento, cedendo ancora una volta al suo amore.
Don Ottavio, interpretato da Valerio Borgioni, si distingue per il suo atteggiamento moderno: è un uomo devoto e rispettoso della propria compagna, in contrasto con l’ideale maschile dell’epoca in cui l’opera fu scritta, che vedeva la donna subordinata alla figura maschile.

Parte del cast sulla scena
Leporello, interpretato da Christian Senn, è il braccio destro di Don Giovanni, spesso vittima delle crudeli manipolazioni del padrone. È un personaggio che coopera ma che allo stesso che si oppone al Don: da un lato, infatti, aiuta il suo padrone ad uscire da spiacevoli situazioni, conseguenze dirette delle sue cattive azioni; dall’altro cerca (a suo modo) di riportarlo sulla retta via, esprimendo il suo disappunto per la sua sconsideratezza. Il rapporto fra i due è complementare e spesso assume i contorni del comico-grottesco.
Masetto (Alberto Petricca) e Zerlina (Albane Carrère) sono due figure secondarie ma altrettanto importanti:la seduzione del Don verso la lasciva Zerlina, ai danni del geloso Masetto, costituisce uno degli elementi che muovono gesti e azioni del “grande seduttore” e quindi che permettono l’evoluzione dell’intreccio.
Il finale dell’opera spiazza lo spettatore, che si era prefigurato la discesa agli inferi di Don Giovanni, inghiottito dalla terra (come previsto da libretto), e assiste, invece, in una scena tinta di rosso, ad una esecuzione del Don, freddato a colpi di pistola dagli scagnozzi del defunto commendatore, che dopo la sua dipartita servono Donna Anna e Don Ottavio; mentre nella buca orchestrale il commendatore (interpretato da Andrea Comelli), insieme ad un coro di diavoli, canta la fine del donnaiolo più famoso della storia.
Una menzione speciale va agli straordinari costumi di Franca Squarciapino, vincitrice di un Premio Oscar e di tre Nastri d’Argento. Nel corso della serata inaugurale, la costumista ha ricevuto il Premio alla Carriera Teatro Massimo Bellini, consegnato dal sovrintendente Giovanni Cultrera e dal sindaco di Catania Enrico Trantino.
L’esecuzione musicale è stata affidata all’Orchestra e al Coro del Teatro Massimo Bellini, diretti rispettivamente dal maestro concertatore Beatrice Venezi e dal maestro del coro Luigi Petrozziello; brillanti ma delicati anche gli interventi al cembalo del maestro Francesco Massimo.

Una scena dello spettacolo