Ri-Evolution. I grandi rivoluzionari dell’arte italiana, dal Futurismo alla Street Art

Al Palazzo della Cultura in mostra oltre 130 opere di 80 artisti italiani

Giusy Andolina
Alberto Biasi - Dinamica obliqua, 1966
Arturo Di Modica - The great white, 2011
Gino Severini - Ave Maria, 1936
Piero Manzoni - Merda d’artista, 1961

Oltre 130 opere, numerose per la prima volta in Sicilia, di 80 artisti italiani, tra i più importanti e significativi del XX Secolo che hanno rivoluzionato la storia artistica e culturale internazionale, in mostra al Palazzo della Cultura.  

Sono i numeri di Ri-Evolution, un percorso tematico che attraversa la storia dell’arte italiana dai primi del Novecento ai giorni nostri, dal Futurismo alla Street Art.  

La mostra - a cura di Raffaella Bozzini e Giuseppe Stagnitta - vuole ripercorrere il secolo più innovativo e rivoluzionario dell’arte italiana, offrendo uno sguardo articolato sui fenomeni di trasformazione del pensiero, dall’inizio del Novecento fino ad oggi, creando una continua dialettica tra passato e presente.  

Centotrenta tra tele, sculture, arti applicate, istallazioni, video, fotografie, opere rilevanti di cui la maggior parte sono state esposte nei più importanti Musei di arte contemporanea del mondo e che provengono direttamente dagli artisti, dagli Archivi e dalle Fondazioni, oltre che da importanti collezioni private, con un progetto di allestimento a cura dell’Architetto Giada Calcagno. 

Attraverso un percorso espositivo innovativo i visitatori saranno proiettati dal Futurismo all’Astrattismo, dall’Arte Povera a quella Cinetica, dalla Metafisica alla Transavanguardia per arrivare alla Street Art – spontanea e rivoluzionaria. 

Ri-Evolution, una delle opere in mostra

Ri-Evolution, KayOne Marco Mantovani - Fighters for freedom 2023

In mostra importanti opere di artisti come Filippo Tommaso Marinetti, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Giulio D’Anna, Fortunato Depero, Gerardo Dottori, Mino Delle Site, Enrico Prampolini, Vinicio Paladini, Gino Severini e Mario Sironi che esprimono quella che fu la rivoluzione del Futurismo all’inizio del XX Secolo o come Giorgio De Chirico esponente dell’Arte della Metafisica

E ancora i maestri dell’Astrattismo tra cui Afro, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana, Bice Lazzari, Piero Manzoni, Fausto Melotti, Gastone Novelli, Toti Scialoja e Emilio Vedova, gli esponenti dell’Arte Povera come gli artisti di “Piazza del Popolo” Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Mario Schifano e, infine, l’Arte Concreta di Bruno Munari, Mauro Reggiani, Luigi Veronesi. 

Per la Transavanguardia le opere di Sandro Chia, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino e poi di Maurizio Cattelan, Arturo Di Modica, Maria Lai, Felice Levini, Emilio Leofreddi, Nunzio, Umberto Mastroianni, Vettor Pisani, Franco Politano, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Rotella, Salvatore Scarpitta. 

Protagoniste per la Street Art  le opere di Rae Martini, KayOne, Geco, Jbrock, Microbo, Bo130, Cuoghi Corsello, Kaf, Pao, Bros, Sten Lex, Enricailcane e Blu. 

Nella mostra – visitabile fino al prossimo 7 gennaio - spazio anche ad altre arti, come la fotografia e il cinema, linguaggi rivoluzionari figli del XX secolo. Nel periodo dell’esposizione verranno proiettati in anteprima docufilm sugli artisti con la regia dell’artista film maker Roberto Locci.  

All’interno delle sale del Palazzo della Cultura, inoltre, saranno organizzati degli approfondimenti con eventi in esclusiva, dibattiti, incontri con artisti e critici d’arte, per offrire ai visitatori una chiave di lettura di un secolo di arte contemporanea rivoluzionaria. 

un momento della presentazione della mostra

Un momento della presentazione della mostra

Per Marco Capua, critico d’arte e supervisore storico-scientifico di RiEvolution, «le opere raccolte sono tutte di altissimo livello, con la presenza di grandissimi artisti del ‘900, il periodo più smagliante, incisivo e innovativo».

«Sicuramente una mostra positiva, allegra e piena di energia che richiama questo lato spensierato e anche ribelle dell’arte italiana contemporanea – aggiunge -. È la bella modernità italiana che è stata incarnata in questa mostra pensata e curata da Raffaella Bozzini e Giuseppe Stagnitta. Una mostra complessa, molto ben allestita, con un’enorme raccolta di artisti presi in esame, artisti italiani rivoluzionari per tradizione, in cui tradizione e rivoluzione si fondono. E capacità di connettere non solo novità, ma anche senso della forma e bellezza. Una mostra dunque che ha bisogno di essere letta e interpretata». 

Raffaella Bozzini, curatrice della mostra, spiega che «Ri-Evolution per noi vuole essere un’esperienza di rivoluzione dello sguardo, in modo da potere comprendere la forza dell’arte, soprattutto l’arte contemporanea. L’arte astratta contemporanea cambia lo sguardo, rispetto all’arte figurativa».   

«Dunque una rivoluzione che consente di avere una visione nuova anche sul mondo e sullo spazio in generale – aggiunge -. E gli artisti da noi scelti sono quelli che hanno iniziato la rivoluzione, uscendo fuori da tutti i precedenti canoni definiti: una rivoluzione iniziata dal futurismo sino alla street art, l’ultima grande rivoluzione del nostro secolo». 

Ri-Evolution, una delle opere in mostra

Michelangelo Pistoletto - Blue Viola sospeso (1989-1990)

Pertanto il focus è sicuramente la genialità dell’artista e le sue sperimentazioni che si muovono tra rivoluzione e tradizione, tra moderno e senso del nostro passato, in un costante equilibrio tra passato e futuro, senza un ordine cronologico preciso.

Nel contempo anche un invito per i visitatori ad allenare lo sguardo e la mente alla percezione di opere che, poste una accanto all’altra esprimono al meglio la loro essenza e il loro linguaggio, a volte proprio sottolineando la loro opposizione e differenza, e dunque lasciarsi assorbire dal flusso di queste opere.  

Nelle sale si resta catturati dall’allestimento meticoloso e curato, caratterizzato dall’alternanza tra astrazione e figurazione, gesti, segni e colori, attenuazione dei colori, rigore e anche espansione delle possibilità espressive dell’arte.  

Dunque una mostra che racconta di come l’arte italiana abbia questa grande, enorme capacità di produrre qualità e opere d’arte di una certa importanza, oggi più che mai in equilibro costante tra forma, bellezza e contenuti.  

La mostra, prodotta da Dietro Le Quinte arte contemporanea e da Emergence Festival, sarà visitabile fino al prossimo 7 gennaio.