Avviata la campagna di monitoraggio di "Beta", un progetto di ricerca del Dicar
Negli ultimi decenni il tema dei cambiamenti climatici ha assunto una rilevanza sempre maggiore spingendo ricercatori e progettisti a individuare strategie di mitigazione e adattamento che possano essere sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico.
Tra le possibili soluzioni sono state individuate le Infrastrutture verdi che si distinguono per la loro capacità di ridurre la domanda di energia per il raffrescamento e di contrastare gli effetti delle isole urbane di calore (UHI). Le infrastrutture verdi, infatti, comprendono diverse tipologie di interventi come la piantumazione di alberi, la realizzazione di aiuole e superfici filtranti, bacini di fitodepurazione, tetti verdi e facciate verdi che possono apportare benefici a livello urbano e edilizio se inseriti in un quadro progettuale coerente e consapevole.
L’integrazione della vegetazione negli edifici può essere realizzata tramite la copertura con i Tetti Verdi e anche delle facciate, ma queste ultime presentano un potenziale maggiore in virtù della loro estensione superficiale.
I sistemi di inverdimento delle facciate (genericamente definiti come Vertical Greenery System - VGS) si possono classificare in Muri Viventi (Liwing Wall) e facciate verdi (Green Facade), a seconda dei criteri costruttivi adottati.
L’impiego dei Vertical Greenery System richiede una particolare attenzione in merito alla manutenzione nel tempo così come alla loro effettiva efficacia in relazione alle diverse condizioni climatiche. I costi di impianto e manutenzione dei VGS sono ampiamente giustificati dai vantaggi che offrono su scala urbana e edilizia. Per questi motivi, i Vertical Greenery System rappresentano una tecnologia promettente, in linea con la crescente richiesta di inverdimento dell’ambiente costruito.
Progetto Beta, edificio "verde" alla Cittadella universitaria
Il progetto di ricerca Beta
Per analizzare l’efficacia dei Vertical Greenery System al fine di migliorare il benessere termo-igrometrico in ambiente interno ed esterno e il risparmio energetico, un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura ha avviato il progetto di ricerca BETA. Il team di ricerca, coordinato dalla prof.ssa Grazia Lombardo, è composto dai docenti Angela Moschella, Francesco Nocera, Gaetano Sciuto, Angelo Salemi e dagli ingegneri Vincenzo Costanzo, Maurizio Detommaso e Alessandro Lo Faro.
Il progetto prevede una sperimentazione di tre anni per valutare gli effetti delle facciate verdi su edifici leggeri e isolati sul comfort termico indoor e sul microclima outdoor.
A tal fine sono state realizzate due unità abitative semplici (test rooms) con tecnologia prefabbricata, una delle quali dotata di vegetazione sulla parete esposta a Ovest. La pianta scelta è il trachelospermum jasminoides, una rampicante sempreverde nota anche come falso gelsomino. Le due test rooms sono state collocate negli spazi esterni della Cittadella universitaria.
«Le simulazioni fluidodinamiche computazionali (CFD) effettuate nel 2021 hanno dimostrato che, nel periodo più caldo dell’anno (agosto), la temperatura superficiale esterna sulla parete con lo strato di vegetazione si abbassava fino a un massimo di quattro gradi, evidenziando così l’efficacia del VGS nel migliorare le condizioni microclimatiche nelle sue immediate vicinanze – spiega la coordinatrice del progetto, la prof.ssa Grazia Lomabardo -. La facciata verde, inoltre, ha favorito anche il comfort interno grazie alla diminuzione della temperatura dell’aria interna di circa un grado nelle ore più calde di una giornata di sole. Allo stesso tempo si è registrata una riduzione del picco di temperatura superficiale interna di due gradi».
Il gruppo di ricerca del progetto Beta
Nel 2022 è stata avviata una campagna di monitoraggioin situ per valutare le prestazioni della facciata verde e per confrontare il modello CFD utilizzato in precedenza. Durante le misurazioni si è tenuto conto della temperatura dell’aria interna e dello sviluppo reale della vegetazione nella test room che in quel periodo era pari a circa il 60% del massimo ricoprimento fogliare (LAI).
«In questi giorni è in corso una nuova campagna di misurazioni perché si è raggiunta la copertura fogliare ottimale, ormai prossima al 100% - aggiunge la coordinatrice -. L’obiettivo è determinare i parametri microclimatici indoor e outdoor e valutare l’effetto dello schermo verde sulle temperature superficiali delle pareti opache».
«I dati così ottenuti - continuano i ricercatori - saranno la base per avviare un’attività progettuale di interventi sugli edifici, con benefici di carattere ambientale, sociale ed economico. Tali interventi, integrati con strategie di inverdimento degli spazi pubblici urbani, possono contribuire al miglioramento del microclima, all’aumento della biodiversità e alla riduzione degli effetti delle UHI (grazie sia all’ombreggiamento delle superfici opache dell’involucro edilizio, sia al raffrescamento originato dall’evapotraspirazione).
Un progetto sostenuto dal Piano Piaceri di Unict
Il progetto Beta ha ricevuto per il triennio 2020-2023 il sostegno del Piano Piaceri dell’Università di Catania e, inoltre, di diversi partner che hanno collaborato alla realizzazione del sistema di verde verticale.
In particolar modo l’Associazione nazionale costruttori edili di Catania per aver finanziato l’acquisto dei moduli prefabbricati, la ditta Domus per aver fornito i moduli prefabbricati e la società Piante Faro – Radice Pura per aver scelto le specie vegetali adatte e installato il VGS. E, inoltre, il laboratorio Allestiamoci (AL Lab) diretto dal prof. Gianfranco Gianfriddo per aver progettato e costruito i vasconi e i supporti del VGS, il Laboratorio di Sostenibilità energetica e controllo ambientale diretto dal prof. Francesco Nocera per la strumentazione di misura.