Al CUT la musica di Alessia Tondo, la tradizione Salentina tra riti e formule magiche
Un progetto personale ed intimo quello del suo primo album da solista che l’artista racconta al pubblico anche nell’intermezzo tra un brano e l’altro. È quello di Alessia Tondo, l’artista pugliese che, per il sesto evento-spettacolo dell’Etna Folk Club, si è esibita al Centro Universitario Teatrale, proponendo i brani del suo album Sita e un repertorio che rappresenta un punto d’incontro tra la sperimentazione e la cultura tradizionale salentina.
Il termine Sita, che nel dialetto salentino indica il melograno, un frutto simbolo di fratellanza e buon augurio, per Alessia Tondo rappresenta anche un «piccolo rito di guarigione». E così ci racconta del suo album come «un personale rito di autoguarigione, un percorso di ricerca all’interno dei riti che ancora sopravvivono nel Salento e nel sud Italia, in cui si mescola un po’ la superstizione e la tradizione.
Nata in un momento di profonda solitudine che tutti noi abbiamo vissuto, quello della pandemia, e che si intreccia con questa ricerca della storia e dei riti, la mia piccola Sita rappresenta l’esigenza di prendere questi codici e di raccontare la mia formula magica positiva, capace di esorcizzare il male-pensiero, come mi piace chiamarlo».
«Otto piccole tappe emotive, che sono poi le otto tracce, un percorso che porta dall’ombra verso la luce e quindi racconta in modo totalmente personale l’esperienza di vita, ma sempre da un punto di vista emotivo. Non si raccontano tappe e avvenimenti reali, bensì consapevolezze e formule per esorcizzare questo male-pensiero. Riconoscendo nella musica e nella parola dei buoni veicoli per nutrire il pensiero positivo e delle potenzialità guaritrici».

L'artista Alessia Tondo al Centro Universitario Teatrale
Un percorso strettamente interconnesso con la tradizione e con le radici personali, che ripropone la storia di una vita caratterizzata da esperienze varie ed importanti, sempre contrassegnate dalla musica. Alessia Tondo inizia a cantare da molto piccola nel gruppo di musica popolare della sua famiglia, nel quale c’è pure la nonna.
«Dopo ci sono stati i Sud sound system, un gruppo reggae del Salento che utilizza il dialetto salentino per parlare delle denunce sociali e del quotidiano»; nonché altre esperienze, come la Notte della Taranta, tutte caratterizzate dal legame con il dialetto, che le hanno fatto percepire quanto fosse importante e «naturale sentire e mantenere questo legame forte con quella che è la mia lingua, quella che io considero la mia lingua madre, che è il dialetto salentino e che è il mio mezzo per esprimere quella che è la mia verità. E sia per l’uso del dialetto, che per una questione di suoni che richiamano le mie radici anche ancestrali, era inevitabile per me continuare nella ricerca, nella riproposta e anche poi la scrittura di nuovi brani prendendo sempre come linguaggio quello della war music e quello del dialetto salentino».

L'artista Alessia Tondo al Centro Universitario Teatrale
Un legame con la terra d’origine che si sente dentro, un legame che percepisce come «genitoriale, come se la terra fosse madre in qualche modo». «Il territorio salentino è una culla in cui sono cresciuta, che ho amato, che ho odiato, con cui c’è stato del conflitto; i territori in cui viviamo sono territori di grande contraddizione. Il nostro benedetto e maledetto sud, e questo profondo contrasto tra amore e odio, inevitabilmente mi lega visceralmente a sé». Ecco il motivo per il quale risulta impossibile per l’artista sganciarsi o rifiutare quelle tradizioni e quella lingua che trova espressione proprio in Sita.
Passione, amore per la tradizione e dedizione che risultano evidenti anche al pubblico che ha seguito e reagito calorosamente allo spettacolo, tributandole varie standing ovation al termine di ogni brano eseguito. Pubblico che Alessia Tondo ha grandemente conquistato e che ha tentato di prolungare più possibile la durata dell’esibizione, chiedendo altri due brani non in programma. E anche qui l’ennesima conferma della sua capacità di attrazione e di coinvolgimento del pubblico che a luci accese ha intonato insieme a lei il brano “Mamma la rondinella”, riproducendo con le chiavi il ritmo musicale del tamburello di sottofondo.
A questo punto siamo tutti curiosi di poter ascoltare il nuovo album dell’artista, ancora in fase di scrittura, che dovrebbe essere pubblicato nel 2024. Questo verrà anticipato il prossimo 22 aprile da un lavoro che si addentrerà ulteriormente nel «mondo rituale» contenuto in Sita, che ha avviato Alessia Tondo ad un profondo «percorso di ricerca interiore».