Sentieri verso la pace: dopo il 7 ottobre

Al Dipartimento di Scienze politiche e sociali incontro con Angelica Calò Livne e Yehuda Livne di Beresheet Lashalom

Alfio Russo (Foto di Davide Casella – Gerta Human Reports)
Pinella Di Gregorio
Uno studente intervenuto nel corso dell'incontro
Angelica Calò
Yehuda Livne
Keith Abdelhafid
Stefania Mazzona
Abbraccio finale tra studenti

Il 7 ottobre 2023 l’attacco terroristico di Hamas in Israele ha ferito profondamente il Paese e innesca la guerra. Il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, nei giorni scorsi, nell’aula conferenze di via Gravina, ha voluto riflettere su quanto stia dolorosamente accadendo per due popoli, ma anche provare a guardare la luce oltre il buio.

Lo ha fatto con Angelica Calò Livne e Yehuda Livne, docenti e fondatori di Beresheet Lashalom, una realtà di promozione della pace nata in Israele e composta da attivisti arabi e israeliani.

Ad aprire i lavori la professoressa Pinella Di Gregorio, direttrice del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, che ha sottolineato con forza «la necessità che l’Università sia luogo di conoscenza, confronto, apertura e non boicottaggio, al fine di recuperare il proprio compito di coscienza civile e democratica del paese».

A seguire l’Imam della Moschea di Catania, Keith Abdelhafid, ha portato il saluto della sua comunità ai due ospiti e si è unito all’iniziativa di pace confermando, così, il proprio impegno al dialogo interculturale e interreligioso.

A prendere la parola Angelica Calò Livne e Yehuda Livne, provenienti dal Kibbutz di Sasa, Alta Galilea, impegnati in un tour italiano di incontri di costruzione di pace tra i popoli.

Angelica Edna Calo Livne, PhD. in Pedagogia e Teatro, romana di nascita vive in Israele nel Kibbuz Sasa, in Galilea sulla frontiera del Libano.

Fondatrice e coordinatrice pedagogica della Fondazione Beresheet LaShalom, nata nel 200, e del Teatro Multiculturale Umanante Arcobaleno, struttura che educa al dialogo attraverso l’arte, è docente di Sviluppo del pensiero umanistico all’Università di Tel Hai ed è attiva nel movimento Donne per la Pace e expert trainer per la Commissione Europea.

Per la sua attività ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti e la candidatura al Nobel per la Pace nel 2005. Ha scritto cinque libri che narrano le vicende e gli sforzi di chi non rinuncia al sogno di pace che ella stessa costruisce con le ragazze e i ragazzi del suo teatro interculturale di arabi, israeliani, drusi, circassi.

In foto da sinistra Yehuda Livne, Pinella Di Gregorio, Stefania Mazzone e Angelica Calò Livne

In foto da sinistra Yehuda Livne, Pinella Di Gregorio, Stefania Mazzone e Angelica Calò Livne 

Yehuda Livne è nato in Israele nel Kibbutz Sasa in Galilea. Educatore e formatore, ha spiegato cosa significa, concretamente, credere nell’educazione come motore principale per consolidare le risorse interiori di ogni individuo.

Ingegnere meccanico, un master in Pedagogia, abilitazione all'esercizio dell'insegnamento di materie tecnologiche e scientifiche, di mediazione e negoziazione, dirige corsi di formazione nel campo tecnologico nel Gruppo Beit El e ha spiegato ai tanti giovani presenti quale sia la storia e la cultura dei kibbutz dove arabi ed ebrei convivono.

Nel 2001 ha creato la Fondazione Beresheet LaShalom per educare al dialogo attraverso le arti. Nel 2005 ha fondato la squadra di calcio multiculturale United Colors of Galilee. Per la sua attività ha ricevuto diversi riconoscimenti tra i quali il Cavalierato dell’Ordine della Stella della solidarietà italiana dal presidente Giorgio Napolitano.

Yehuda e Angelica hanno raccontato, alla presenza di più di 300 studenti, la vita di Israele dopo il trauma del 7 ottobre e presentato il libro Laboratori e strategie di comunicazione attraverso le arti: sentieri verso la pace con noi stessi e con gli altri. 

Cuore dell’iniziativa, un breve laboratorio sulle attività descritte nel libro che ha visto protagonisti ragazze e ragazzi del Dipartimento di Scienze politiche e sociali che hanno potuto inscenare, con la regia di Angelica, una performance il cui protagonista è voluto essere uno studente presente di origini italo-palestinesi.

Ha concluso la conferenza Stefania Mazzone, promotrice dell’evento inserito nell’ambito del corso di Teorie e tecniche del fotogiornalismo umanistico e sociale, alla presenza di Angelo Di Giorgio, presidente dell’Associazione di fotogiornalismo per i diritti umani Gerta Human Reports, co-patrocinante dell’iniziativa.

Proprio sulle immagini, il loro significato, la prospettiva del dolore degli altri, la docente ha incentrato il suo intervento, preceduto da un dibattito sulle prospettive dell’aspetto visuale dell’informazione di guerra.

Un abbraccio finale della performance delle studentesse e degli studenti ha espresso, senza parole, l’auspicio e l’impegno per il ritorno a casa degli ostaggi, la fine della guerra, la convivenza tra i popoli, a partire da qui.