Sessant’anni di amore per la scienza e di impegno per la pace

La storia e le attività della Fondazione e Centro di Cultura Scientifica "Ettore Majorana"

Rosa Guttilla

All'alba degli anni Sessanta del secolo scorso, il professor Antonino Zichichi con i colleghi Bell, Blackett, Rabi e Weisskopf firmarono la carta costitutiva di una nuova entità scolastica, diversa da tutte le istituzioni accademiche o universitarie fino a quel momento conosciute: in questa nuova realtà, infatti, i maggiori scienziati e inventori di ogni epoca avrebbero incontrato studenti da tutto il mondo, per trasferire loro le nuove conoscenze appena acquisite.

E lo avrebbero fatto gratuitamente. Perché la scienza deve essere alla portata di tutti, e perché credevano fermamente nel volontariato scientifico.

Nasce così nel 1963 la prima Scuola di Fisica Subnucleare della Fondazione e il Centro di Cultura Scientifica “Ettore Majorana” di Erice.

Da quel primo corso, di quella prima scuola, rivolta ad un ristretto gruppo di scienziati, oggi il Centro Majorana di scuole ne conta 136, che abbracciano tutti gli ambiti: da quello scientifico a quello archeologico, fino a quello umanistico. E sono 160mila gli scienziati e studiosi passati da Erice in sei decenni di attività, come sono 158 i premi Nobel che qui hanno donato il loro sapere ai giovani. A garanzia di un livello didattico di valenza mondiale.

Negli anni ’80, poi, in piena guerra fredda, al Centro "Ettore Majorana" di Erice, il professor Zichichi fu protagonista di un intenso lavoro di mediazione e distensione tra le parti attraverso quello che si chiamerà Il Manifesto di Erice (vai all'articolo dei lavori e dell'Addendum siglato nei giorni scorsi).

Un momento dei lavori al "Centro" nei giorni scorsi

Un momento dei lavori al "Centro" che si sono svolti nei giorni scorsi

Un documento redatto in collaborazione con alcuni tra i più illustri luminari del tempo, firmato poi da centomila scienziati in tutto il mondo, e che vuole “la scienza al servizio dell'uomo e non delle nazioni, e impegna gli scienziati aderenti a divulgare presso tutta la comunità scientifica mondiale ogni eventuale progresso della propria ricerca”.

Anche il papa Giovanni Paolo II nel maggio del 1993 fece visita alla Fondazione e Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana, dove volle incontrare la comunità scientifica e benedire il lavoro qui svolto, perché sempre finalizzato alla pace.

Oggi la Fondazione ha reso accessibile anche al grande pubblico i suoi spazi, con la creazione di due poli museali: il Blackett San Domenico, dove troviamo la narrazione della storia delle attività del Centro e del professor Zichichi e la spiegazione della Bellezza in termini matematici, e il Wigner San Francesco, vero e proprio polo museale, che nelle sue austere stanze ospita alcuni straordinari reperti Elimi, discendenti di Enea, i Troiani di Sicilia che fondarono Erice, e mostre di arte contemporanea, che qui contribuiscono al racconto della cultura scientifica giocando a rileggere, come solo l'arte può, alcuni principi fondanti della scienza.

Aula studio della Fondazione e Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice

Aula studio della Fondazione e Centro di Cultura Scientifica "Ettore Majorana" di Erice

Dal 2020 inoltre, è in atto una proficua collaborazione con il Vittoriale degli Italiani, un partenariato che ha il merito di portare a Erice tante opere di pregio assoluto.

Da due stagioni, infine, l'emozionante chiostro del Palazzo dei Viceré di Sicilia trasformato in convento francescano, è diventato auditorium per una serie di concerti in scena grazie ad un'altra virtuosa partnership che la Fondazione intrattiene, questa volta con il Conservatorio Santa Cecilia di Roma.

Insomma un’attività ricca e sempre votata alla promozione della Scienza e della Cultura, per un luogo, la Fondazione, in costante fermento, che tocca uno dei punti più alti della sua articolata attività con le Emergenze Planetarie, l'appuntamento annuale che da oltre 40 anni porta a Erice scienziati e sviluppatori di tecnologie che, da tutto il mondo, qui convengono per discutere e confrontarsi su quelli che sono i maggiori pericoli cui è sottoposto questo piccolo e fragile satellite del sole che chiamiamo Terra.

Il documento finale, che ogni anno chiude i seminari delle Emergenze Planetarie, ha l’onere di indicare ai governi di tutto il mondo le strade probabili per uno sviluppo di pace per l'uomo e sostenibile per l'ambiente.

Emergenze Planetarie, un altro fiore all'occhiello per una Fondazione dal passato illustre e glorioso e con un grande futuro davanti.