Intervista al compositore Salim Dada: dall’incontro con il poeta Najwan Darwish alla commissione del Bellini International Context
In occasione della quinta edizione del Bellini International Context, al Teatro Sangiorgi è stata presentata la prima assoluta in Italia del nuovo brano del compositore algerino Salim Dada, Shut… We Are Killing!
L’opera è stata eseguita dall’Orchestra Vincenzo Scontrino, diretta da Marco Odoni e coordinata artisticamente da Nicola Malagugini, primo contrabbasso del Teatro Massimo “V. Bellini”. La parte solistica è stata affidata al soprano Mirna Kassis. L’orchestra – di natura amatoriale – è seguita e supportata in tutte le sue attività logistiche e organizzative dall’Associazione AreaSud.
Abbiamo incontrato il compositore per approfondire il percorso creativo, le collaborazioni internazionali e il ruolo dell’artista di fronte ai grandi temi del presente.
L’origine del brano
Alla domanda sul processo creativo che lo ha portato a comporre Shut… We Are Killing!, Salim Dada racconta: «Il percorso di questo brano è passato per varie fasi. Tutto è iniziato con l’incontro con il poeta palestinese Najwan Darwish, a Doha, in Qatar, lo scorso anno. Ho letto le sue poesie, che per me sono molto originali e portano una nuova voce alla poesia araba contemporanea. Anche lui ha apprezzato molto la mia musica, e abbiamo deciso di fare qualcosa insieme».
«Qualche settimana dopo, in viaggio verso il Canada, ho letto una sua poesia intitolata Dormire a Gaza – ha detto -. Credevo fosse un testo recente in rapporto alla guerra attuale, ma poi ho visto che era stato scritto nel 2008, cioè quindici anni prima dell'attacco dal 7 ottobre 2023. Mi sono chiesto: com’è possibile che dopo tanti anni sembri che il tempo si sia fermato? Aerei, bombardamenti, bambini sacrificati… il mondo continua a vedere tutto questo senza muoversi».
Nei versi di Darwish si legge:
Dormirò come dormono tutti, o fado,
mentre gli aerei bombardano
e l’aria si apre
come carne viva.
Sognerò il tradimento allora,
come sogna chi dorme mentre gli aerei bombardano.
«Da qui nasce il titolo Shut… We Are Killing!: il mondo osserva, ma non vuole essere disturbato, non vuole essere toccato da un discorso morale. “Stiamo ammazzando”: come dire che lasciamo passare questa fase, come se non ci riguardasse».

Il compositore Salim Dada introduce la sua opera
La struttura musicale e il richiamo a Bellini
Sul piano compositivo, Dada ha iniziato definendo la forma prima ancora dei temi: «Lo scorso dicembre ho deciso che il brano sarebbe stato per voce e orchestra d’archi. Ho scritto tutta la struttura, senza temi, ma con un piano di otto minuti di musica. Poi, ad aprile, Nicola Malagugini mi ha chiamato per partecipare al Bellini International Context».
«Non conoscevo molto di Bellini, ma studiando Norma ho ritrovato temi simili a quelli che volevo trattare: l’amore impossibile, il sacrificio dei bambini, la guerra tra due popoli – ha detto -. Di tutta l’opera ho scelto una parte di Casta Diva: non l’inizio, che è molto conosciuto, ma la seconda sezione, più drammatica. L’ho arabizzata melodicamente, per portarla dall’Italia verso il mondo arabo, mettendo la traduzione italiana della preghiera dal poeta».
Tre chiodi sono la terra
E la pietà è un martello
Colpisci, Signore
Colpisci con i tuoi aerei
Per quanto ancora?»
La scelta della voce
La ricerca della solista è stata una sfida: «Scrivendo mi sono accorto che la parte vocale era a metà tra musica e teatro: c’era recitativo, canto arabo, canto lirico, mawwal che è una improvvisazione araba. Trovare una voce capace di fare tutto questo non era facile».
«Abbiamo cantanti bravissime nella musica araba, ma che avrebbero trovato difficile cantare Casta Diva – ha aggiunto -. Viceversa, una cantante lirica avrebbe avuto difficoltà con la parte in arabo. Alla fine ho incontrato Mirna Kassis: una scoperta bellissima. È una persona molto intelligente, con una natura eclettica. Ha studiato canto bizantino a Damasco, poi in Italia, e affronta anche la musica moderna. Ha una voce polimorfa».

Un momento dell’interpretazione di Mirna Kassis
Il significato della prima in Italia
Sulla scelta dell’Italia come luogo della prima, Dada chiarisce: «Shut… We Are Killing! lo abbiamo presentato in Italia, ma è solo un punto di partenza. L’idea era di creare questo brano in Europa, nel mondo occidentale. Potevamo farlo in Egitto o in Libano, ma l’impatto non sarebbe stato lo stesso».
«Il messaggio non è destinato al mondo arabo, che già comprende bene ciò che succede e soffre della situazione soprattutto i paesi vicini da Israele, ma soprattutto qui, dove occorre parlarne in maniera esplicita – ha aggiunto -. Per questo ho tradotto il testo in italiano, e ho preparato anche versioni in inglese e francese per le future rappresentazioni. Inoltre, il tempismo è stato perfetto: la prima è avvenuta a due giorni dallo sciopero generale per Gaza, tenutosi il 22 settembre, quando ottanta città italiane hanno manifestato. E il giorno del concerto stesso, Catania ha visto il passaggio della Global Sumud Flotilla, in partenza per Gaza».
Il legame con l’Italia
Dada ha un rapporto di lunga data con il nostro Paese: «Ho vissuto a Torino dal 2008 al 2010, studiando direzione d’orchestra con una borsa di studio al Conservatorio Statale. Non ho mai perso i contatti con amici e artisti italiani».
«Ho collaborato spesso con l’Istituto Italiano di Cultura di Algeri, ho facilitato scambi tra artisti italiani e algerini – ha aggiunto -. Nel 2021, questo lungo lavoro è stato riconosciuto con l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia, conferita dal Presidente Mattarella».
L’artista come testimone del presente
Che ruolo deve avere l’artista di fronte ai grandi temi dell’attualità? «Credo che l’artista sia un testimone della sua epoca. Certo, l’arte può divertire, ma ha anche due ruoli fondamentali: mantenere viva la memoria attraverso le opere, e sensibilizzare il pubblico, aprendo dialoghi che altrove sembrano impossibili», ha precisato l’artista.
«Oggi, con l’intelligenza artificiale che produce musica e contenuti culturali in abbondanza, ciò che distingue l’artista umano è il suo posizionamento, il senso del suo fare arte – ha aggiunto -. Per me l’arte è un atto di resilienza e di umanizzazione. Bisogna uscire dal consumo passivo e superficiale: il pubblico deve vivere un’opera con tutti i sensi, non semplicemente subirla».

L’Orchestra Scontrino diretta da Marco Odoni
I prossimi progetti
Il compositore è ora concentrato sulla promozione del nuovo brano: «Shut… We Are Killing! sarà registrato e realizzato anche come videoclip, per diffonderlo meglio anche su internet. Parallelamente sto registrando in Belgio un disco con l’orchestra Boho String, diretta da David Ramael, con cui collaboro da dieci anni. Ma per ora la priorità è che questo brano viaggi, trovi ascolto e dialogo».
L’esperienza con l’Orchestra Scontrino
Sul lavoro con l’Orchestra Amatoriale Vincenzo Scontrino, Dada commenta: «Ho molta esperienza con orchestre giovanili e amatoriali, in Italia, in Francia, in Germania, in Palestina, nel mondo arabo in generale e perfino in Cina. Ho fondato anche l’Orchestra dei Giovani Algerini nel 2018. Queste formazioni hanno un grande entusiasmo e una volontà di imparare che a volte compensano i limiti tecnici».
«L’esperienza di Catania è stata entusiasmante – ha spiegato -. Ho trovato un gruppo con energia, voglia di capire, e un mix di età che va dai ventenni ai sessantenni: un’orchestra intergenerazionale. Credo che questo progetto possa diventare un ponte tra conservatorio e società civile. Alla fine, la musica non è solo virtuosismo: è comunicazione e, prima di tutto, un atto sociale che unisce».