Spazzati via dal vento: “Nonostante”

Incontro con il pubblico a Catania in occasione della proiezione del nuovo film di Valerio Mastandrea al Cinema King

Stefano Zito

Valerio Mastrandrea è stato ospite al Cinema King di Catania per presentare il suo nuovo film Nonostante. Il protagonista, interpretato dallo stesso attore e regista, è un uomo in coma il cui corpo giace in un letto d’ospedale, mentre la sua essenza vaga liberamente tra i reparti e le strade di Roma. In questo stato di limbo, interagisce con altri pazienti in condizioni simili, condividendo con loro una routine tranquilla e priva di responsabilità.

Il film affronta temi profondi come la sospensione tra vita e morte, l’importanza delle relazioni umane e la ricerca di significato in uno stato di incertezza, distinguendosi per la sua capacità di mescolare elementi realistici e surreali, e offrendo così una riflessione sull’esistenza e sull’amore.

«Considero mio padre il ‘nonostante’ per antonomasia. Tutte le scelte che ha fatto nella vita le ha fatte spinto dall’amore e senza pensare il cinema mi ha permesso di dedicargli qualcosa, che non è come consolarsi, però mi aiuta fare qualche conticino con il passato», spiega l'attore.

Mastandrea confeziona il suo secondo lungometraggio da regista dopo Ride (2018), portando sullo schermo una storia che si muove con delicatezza tra la vita e la morte, tra il corpo e lo spirito, tra l’ironia e la malinconia. Un film sospeso, come i suoi protagonisti, che sceglie di raccontare l’aldilà non come luogo ultraterreno, ma come una dimensione parallela piena di umanità.

Malgrado la sceneggiatura sia curata e ben strutturata, la regia appare immatura e lacunosa. L’intenzione di costruire un’atmosfera rarefatta, tra realtà e sogno, è evidente, ma la messa in scena manca di coesione. Alcune sequenze sfiorano la poesia, ma altre appaiono forzate o poco rifinite, come se la regia non riuscisse a sostenere il peso emotivo delle idee.

Scena del film "Nonostante" di Valerio Mastandrea

Scena del film "Nonostante" di Valerio Mastandrea

«Il titolo viene da una frase di Angelo Maria Ripellino in cui diceva: “Siamo tutti dei ‘nonostante’ sferzati dal vento che cercano di resistere alle sofferenze della vita”», racconta il regista, cercando di trasmettere l’aspetto poetico della pellicola, che non cerca di dare risposte, ma soltanto di mettere lo spettatore in condizione di porsi le domande giuste.

Nonostante è un film che si apprezza per le intenzioni, per il coraggio di parlare della vita in sospensione e del desiderio di ricominciare. Probabilmente ispirato a Il cielo sopra Berlino (1987) di Wim Wenders, il regista mostra una sensibilità ed una visione, ma ancora ha bisogno di trovare il pieno controllo del suo linguaggio cinematografico. Tuttavia, la visione è certamente consigliata a qualsiasi tipo di pubblico per l'importanza delle tematiche trattate.

Il vero valore di questo tipo di film non si esaurisce nei titoli di coda, ma comincia lì. Il confronto con la morte, anche quando filtrato dalla finzione, chiama in causa qualcosa di profondo e personale. Ed è proprio nel dialogo tra spettatori e nelle parole scambiate all’uscita del cinema o davanti ad un caffè, che il cinema dimostra la sua forza nel creare una comunità attorno a domande universali. Parlare di ciò che abbiamo visto significa parlare di noi stessi. E farlo insieme è un modo per sentirci un po’ più vivi.

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