L'ateneo di Catania si apre alla collaborazione strategica con il volontariato per formare manager sociali, creare lavoro e trasformare la solidarietà in economia civile
“Il messaggio della giornata di oggi ha un significato chiaro: siamo terzo settore, siete terzo settore, ma non siete terzi a nessuno. E insieme all'università possiamo esserlo ancora di più”. Con queste parole la prof.ssa Cettina Laudani, delegata del rettore al Terzo Settore, ha chiuso i lavori della la tavola rotonda Terzi a nessuno, promossa in occasione della Giornata Internazionale del Volontariato nell’aula magna del Palazzo centrale dell'Università di Catania.
L'incontro è nato con l'intento di promuovere un dialogo costruttivo e una collaborazione proficua tra l'ateneo e gli enti del Terzo settore del territorio etneo, nella convinzione che il confronto tra il mondo accademico e quello del volontariato possa generare valore condiviso e opportunità di crescita per l'intera comunità. Un’occasione per l'ateneo per porre le basi per la costruzione di ponti solidi tra la comunità universitaria e il tessuto associativo, affinché ricerca e formazione diventino strumenti di sviluppo collettivo.
Un momento dell'intervento della prof.ssa Cettina Laudani. In foto anche la prof.ssa Margherita Ferrante, il prof. Giuseppe Speciale, l'assessore comunale Carmelo Coppolino e il prof. Carlo Colloca
Il “cambio di passo” di Unict
Ad aprire i lavori è stata la docente Cettina Laudani, la quale nelle vesti di delegata del rettore al Terzo settore ha delineato la nuova visione strategica dell'Ateneo.
“Il rapporto col terzo settore non è un atto di generosità dell'università nei vostri confronti, ma è una strategia – ha precisato sin dalle prime battute -. Perché quando la competenza incontra il territorio, la cittadinanza attiva, quando incontra le persone, si produce valore. Il terzo settore non è un settore marginale. Nel momento in cui lo Stato arretra rispetto ai bisogni, nel momento in cui il mercato espelle, si è aperto questo nuovo binario che è stato occupato dal terzo settore. Quest’ultimo non deve essere più visto come quei giovani che mettevano a disposizione il tempo libero per il bisogno degli altri, il terzo settore oramai è un luogo generativo dove la comunità, la cittadinanza, dove la responsabilità si intrecciano tra di loro tutti i giorni.”
La docente ha poi definito l'incontro come un punto di svolta: “L’incontro di oggi è un cambio di passo per l'università e per il terzo settore, perché quando il terzo settore incontra l'università, la cittadinanza attiva diventa, può diventare, speriamo che lo diventi, cittadinanza cognitiva. Che significa? Significa che voi mettete la vostra passione, il vostro impegno, il vostro tempo libero, ma tutto questo oggi, per il ruolo che rivestite, ha bisogno di competenza, di strumenti, di una formazione solida che solo l'università può dare per formare manager sociali, quadri capaci e progettisti, figure tecniche, strutture credibili per dare credibilità ai vostri percorsi, ai percorsi che voi avviate”.
Aula magna gremita in occasione dell'incontro
Un contesto in cui Unict si assume una responsabilità nuova e coraggiosa: “L'università da oggi – ha tenuto a precisare la prof.ssa Laudani - si fa luogo di formazione per il terzo settore, si fa laboratorio di idee, si fa partner soprattutto, partner per costruire un futuro, perché un terzo settore, io dico sempre, che cresce in competenza è un terzo settore che crea lavoro”.
“E un terzo settore che crea lavoro è un'occasione straordinaria per tutti, è soprattutto un'occasione straordinaria per tutti quei giovani che oggi vanno via da questa città – ha detto -. Pensate che negli ultimi quindici anni sono andati via tra professionisti, studenti e genitori che li hanno seguiti, oltre 270.000 persone. Una città praticamente scomparsa. Catania ha, invece, un potenziale enorme. Se l'università e il terzo settore camminano assieme, questo territorio può diventare un hub di innovazione sociale, un luogo in cui l'impegno, il volontariato diventano professioni e la solidarietà, lo vorrei scrivere a chiare lettere, diventa economia civile”.
Un momento dell'intervento del prof. Giuseppe Speciale
I Fondamenti costituzionali e la Terza Missione
A seguire è intervenuto Giuseppe Speciale, delegato del rettore alla Didattica, che nel suo intervento ha inquadrato l'azione del volontariato nella cornice dei valori fondativi della Repubblica: “Il terzo settore richiama in mente l'articolo 2 della Costituzione che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo come singolo e nelle formazioni sociali e invita alla solidarietà politica, economica e sociale".
“Formazioni sociali e solidarietà sono due termini fortemente voluti da uno dei padri della Costituzione, Giorgio La Pira – ha aggiunto -. Formazioni sociali e solidarietà economica, politica e sociale sono valori che muovono le vostre azioni pur tra mille difficoltà supplendo a volte anche allo stato sociale. In questo contesto l'università è un volano, lo è sempre stato. Se considerate che l’ateneo catanese conta 40 mila studenti, capite bene che Catania senza la sua università sarebbe una città ben diversa”.
“L’università non è solo formazione di tecnici e professionisti – ha aggiunto -, l’ateneo con la sua idea di terza missione e di aiuto e collaborazione al terzo settore ha il dovere di adempiere funzioni importanti per la città soprattutto adesso in un paese complicato che vive un momento difficile tra crisi economiche e povertà che vanno oltre ai dati ufficiali”.
“Il nostro ateneo ha il ruolo istituzionale di studiare, elaborare soluzioni, indagare le cause, proporre appunto soluzioni, ha il dovere di rispondere e questa risposta può esserci solo con una collaborazione paritaria, forte coltivata continuamente con le altre istituzioni e con il terzo settore”, ha detto in chiusura il prof. Giuseppe Speciale.
In rappresentanza del Comune di Catania è intervenuto l'assessore Carmelo Coppolino, che ha riconosciuto l'Università di Catania come "fucina di idee, essenziale per la crescita cittadina e credo che oggi più che mai la città abbia bisogno del suo ateneo, dei giovani e del terzo settore”. L’assessore, con un passato di rappresentante degli studenti in ateneo, ha poi sottolineato come “la cooperazione tra istituzione e Ateneo abbia mosso i primi passi del settore già in passato, oggi fondamentale con la presenza di tantissimi giovani e delle loro energie positive".
Un momento dell'intervento dell'assessore comunale Carmelo Coppolino, al suo fianco il prof. Carlo Colloca
Legalità organizzata e sviluppo sociale
Sull'impatto sociale dell'ateneo è intervenuto il prof. Carlo Colloca, delegato del rettore all'Osservatorio prefettizio per la devianza minorile.
"Parlare di terzo settore di impresa sociale nell'ambito della Terza missione significa evidenziare e favorire l’impatto sociale dell'ateneo in una città come Catania – ha spiegato il sociologo -. L'ateneo conduce da qualche anno dentro l'osservatorio prefettizio attività finalizzate alla prevenzione e al contrasto di povertà educative, dispersione scolastica e devianza giovanile. Il risultato potrebbe, dovrebbe essere quello di mettere in evidenza come intorno all'ateneo si è costruita una rete di istituzioni, di imprenditoria sociale, di terzo settore che sta facendo quella che io di solito chiamo legalità organizzata, come contraltare a quella criminalità organizzata che tra l'altro utilizza ormai mezzi di fascinazione delle giovani generazioni quelle in povertà educativa".
Il docente, in chiusura di intervento, ha menzionato due iniziative recenti: l'audizione in Senato della Commissione Cultura, che sta monitorando l'attività dell'Università di Catania per farla diventare un modello esportabile, e l'attività di crowdfunding civico per sostenere la ricostruzione della biblioteca della scuola Pestalozzi dopo l’incendio doloso dei giorni scorsi.
Aula magna gremita in occasione dell'incontro
Conoscenze, Salute e Pnrr
La prof.ssa Margherita Ferrante, delegata del rettore alla Terza missione per l'Area bio-med, ha concluso evidenziando il ruolo della Terza missione come volano per la transizione delle conoscenze dall'università al territorio: "In questo contesto occorre evidenziare l'importanza sul territorio degli enti del terzo settore nella collaborazione, soprattutto nell'ottica dei nuovi obiettivi finanziati per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell'ottica dei 17 obiettivi di sviluppo del millennio”.
“Occorre evidenziare gli aspetti della decrescita della naturalità e della crescita della popolazione anziana, del carico sul settore sanitario e su ciò che può fare il terzo settore in questo senso, anche alla luce di questi numeri, dell’aumento delle patologie neurologiche che mettono a seria prova ovviamente il sistema sanitario e in cui il sostegno ai giovani in questo senso e alle scuole può essere di grande importanza e il terzo settore gioca un ruolo fondamentale", ha aggiunto.
E in chiusura ha lanciato un messaggio ai presenti, un invito alla sinergia: "Occorre collaborare insieme e fare anche entrare un po' il terzo settore all'interno dell'università, occorre promuovere anche incontri con i giovani dentro la nostra università per uno scambio importante e per una crescita non solo nel settore sanitario che rappresento, ma in tutti i settori dell'ateneo, nella professionalità che andiamo formando, dell'idea di questa cooperazione, di questa collaborazione col terzo settore”.
“Occorre lavorare insieme e tanto anche con le scuole perché il terzo settore deve collaborare e deve essere praticamente il braccio attivo, cioè quella parte che ci aiuta a attualizzare gli interventi che dobbiamo fare a sostegno dei giovani e del momento difficile che attraversano la depressione, la instabilità psicologica e anche il disagio scolastico", ha detto in chiusura la prof.ssa Margherita Ferrante.