Tra i giardini di Ettore Paternò del Toscano

La mostra sul paesaggista è stata inaugurata all’Orto botanico di Catania

Allegra Francesca Hardt
Alcuni visitatori mentre ammirano la mostra
Alcuni visitatori mentre ammirano la mostra
Alcuni visitatori mentre ammirano la mostra
Alcuni visitatori mentre ammirano la mostra
Alcuni visitatori mentre ammirano la mostra
Particolari della mostra
Particolari della mostra

Piante, maioliche, foto, premi e quaderni d’infanzia. Sono questi gli oggetti che accolgono il visitatore per la nuova mostra organizzata all’Orto Botanico di Catania e dedicata a Ettore Paternò del Toscano, paesaggista e fondatore del Parco Paternò del Toscano.

Le piante, protagoniste indiscusse dei suoi giardini, invadono la sala espositiva del giardino etneo dell'ateneo catanese e fanno da cornice a oggetti e cimeli appartenuti ad Ettore Paternò del Toscano, per permettere a chiunque visiti la mostra di conoscerlo un po' meglio e di ripercorrere la sua vita, dalla giovinezza fino alla tarda età.

In numerosi hanno preso parte, il 7 dicembre scorso, alla cerimonia di inaugurazione della mostra, durante la quali sono stati registrati diversi interventi, moderati da Giuseppe Barbera, ordinario di Colture arboree all’Università di Palermo.

Subito dopo i saluti e i ringraziamenti di Teresa Gravina e Sergio Cumitini, è intervenuto proprio il prof. Giuseppe Barbera che ha espresso la sua profonda ammirazione verso il lavoro di Ettore Paternò del Toscano e soprattutto per l’eleganza e l’umiltà di un uomo che, «nonostante sia stato un pioniere nella realizzazione del moderno giardino mediterraneo, ha continuato per tutta la vita a definirsi giardiniere».

Un momento dell'incontro nella Sala Giacomini dell'Orto Botanico

Un momento dell'incontro nella Sala Giacomini dell'Orto Botanico

È stato poi il responsabile scientifico dell’Orto Botanico Gian Pietro Giusso del Galdo a prendere la parola. Nonostante non abbia mai conosciuto personalmente Ettore Paternò del Toscano, ha ricordato che il giovane giardiniere in erba, ancora bambino, saltava la scuola per trascorrere il tempo all’Orto botanico «per imparare quante più cose possibili lasciarsi ispirare da questo luogo».

Teresa Gravina ha poi ricordato un aspetto fondamentale di questa figura, dicendo che «Ettore ha sempre voluto che i giardini fossero fruibili a tutti», perché si era accorto come il contatto con la natura, così importante per l’uomo, si stava perdendo rapidamente.

Tra i presenti, anche il cavaliere Venerando Faro, che ha ricordato i primi incontri con Ettore, raccontando come, proprio grazie al suo aiuto, si è aperto a nuove colture in Sicilia.

Emozionante è stato il ricordo della nipote, Stena Paternò del Toscano, che, all’invito di parlare del nonno, ha subito pensato alla parola gratitudine e ha ricordato come i nonni si siano sempre dedicati alle piante. 

«Li ricordo scrivere insieme articoli per il giornale per stimolare l’opinione pubblica a riflettere sull’importanza del verde urbano», ha raccontato evidenziando quel trascorrere «pomeriggi interi nello studio, dove il nonno progettava su grandi fogli di carta e la nonna trasformava gli schizzi in meravigliosi acquerelli. Il nonno amava «tornare bambino e stupirsi davanti alle piante in fiore e ai prati».

Alcuni visitatori presenti alla mostra

Alcuni visitatori presenti alla mostra

Daniela Romano, professore ordinario di Orticoltura e floricoltura, ricordando i primi incontri con Ettore e la sua infinita conoscenza in materia di piante, ha ricordato che per lui «il giardino è un artefatto nel senso etimologico del termine, cioè fatto con arte», e l’opera d’arte si manifesta con il cambiare delle stagioni, il crescere delle piante.

L’architetto Danilo Bitetti ha puntato l’attenzione sul fatto che «la grandezza di Ettore Paternò Toscano stava proprio nell’aver capito il rapporto tra luce ed ombre, la luce della Sicilia ed essere andato a cercare delle piante che vi si abbinassero bene».

Francesca Mazzotto Caotorta, fondatrice di Gardenia e vicepresidente dell’Associazione Orticola di Lombardia, ha ricordato, infine, la collaborazione del paesaggista con la nascente società Valtur, grazie a cui il turismo è diventato uno strumento per valorizzare un bene, il giardino, che fino ad allora non godeva di particolare importanza. 

«Ciò che colpisce – ha aggiunto- è anche la sua voglia infinita di conoscere e collezionare le piante», soprattutto piante sub-tropicali, introdotte proprio da lui in Sicilia, facendo capire come il clima di questa isola fosse perfetto per colture provenienti da tutti i continenti.

La presentazione si è conclusa con un breve video sulla figura del paesaggista.

Un particolare della mostra

Un particolare della mostra

La mostra, allestita e curata da Alessandra Schilirò e Marco Terranova sarà visitabile fino al 5 gennaio, gratuitamente dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 16 e il sabato dalle 9 alle 13