Un Hub di Tecnologie avanzate per la medicina del futuro

Il progetto “Anthem”, finanziato con fondi Pnrr per 123 milioni di euro, è coordinato dall’Università Bicocca e dal Politecnico di Milano e dagli atenei di Bergamo e Catania

Mariano Campo

L’Università di Catania collabora con gli atenei di Milano-Bicocca (ente proponente), di Bergamo e con il Politecnico di Milano all’interno del progetto ANTHEM - AdvaNced Technologies for HumancentrEd Medicine, che coinvolge altri 19 partner tra enti di ricerca e di assistenza sanitaria pubblici e privati, con l’obiettivo di realizzare un Hub di Tecnologie avanzate per la Medicina.

Il progetto, finanziato con oltre 123 milioni di euro dal Piano complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si propone di realizzare dispositivi e strumenti digitali per la raccolta dati a supporto di soluzioni di medicina di prossimità, sviluppare strumenti di monitoraggio e valutazione dei fattori ambientali, di stile di vita e patologici nelle popolazioni fragili e croniche e implementare metodologie di terapia oncologica per quei tumori che non possono essere trattati con approcci convenzionali.

L’investimento andrà a finanziare attività di ricerca e di trasferimento tecnologico e di conoscenze, in ambito sanitario e assistenziale. In tutto verranno coinvolti, intorno a 28 progetti, oltre 200 ricercatori appartenenti a dieci tra università ed enti di ricerca, otto tra strutture sanitarie, sociosanitarie e di ricerca medica e cinque tra Imprese ed Enti privati. È previsto, complessivamente, un reclutamento di 80 tra ricercatori e tecnologi e di 65 dottori di ricerca.

Le attività progettuali saranno coordinate, gestite e monitorate dalla Fondazione Anthem, con sede a Milano che opererà in profonda sinergia con l’ecosistema economico e industriale, le amministrazioni locali e la società civile in ambito di innovazione sanitaria e assistenziale sia a livello locale sia a livello nazionale. Il progetto agirà su contesti territoriali e sistemi sanitari specifici e rappresentativi della diversità del Paese in termini di organizzazione, tecnologia, densità di popolazione, presenza di ospedali e di strutture di prossimità, facilità di accesso, efficienza diagnostica e terapeutica, uso delle tecnologie digitali.

Gli ambiti di intervento del progetto sono quattro, ognuno coordinato da un ateneo: tecnologie e gestione di dati per la diagnostica e la cura (Università di Bergamo); ambienti smart e sensori innovativi per la medicina di prossimità (Università di Milano-Bicocca); ricerca di fattori di rischio e strumenti per il monitoraggio dei pazienti cronici (Politecnico di Milano).

L’Università di Catania coordinerà, invece, l’ambito relativo alla definizione di soluzioni terapeutiche innovative per patologie orfane di terapie specifiche, con l’ausilio di tecnologie e percorsi multidisciplinari e innovativi, anche per colmare il divario attualmente esistente nell’assistenza sanitaria dei pazienti fragili e cronici all’interno di alcuni territori.

All’ateneo catanese faranno capo strutture di ricerca degli atenei della Calabria, di Messina, del Salento, della Campania “Luigi Vanvitelli”, del Politecnico di Milano e della Humanitas University, dell’Istituto Oncologico del Mediterraneo, dell’Infn e dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro, dell’Istituto di ricerche genetiche Biogem.

ANTHEM è stato presentato nei giorni scorsi all’Università di Milano-Bicocca alla presenza della rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, del presidente della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane), Salvatore Cuzzocrea, del presidente di Fondazione Anthem, Stefano Paleari, e del responsabile scientifico del progetto ANTHEM, Guido Cavaletti.

Secondo il presidente Paleari, «nel rispetto delle identità regionali, l’iniziativa Anthem, vuole unire le eccellenze di ricerca e di impresa presenti in tutto il Paese per migliorare la vita dei cittadini». 

«Non dimentichiamoci che in Europa, a fronte di un’aspettativa di vita ben superiore agli 80 anni, la 'vita in salute' vale solo 64 anni - ha aggiunto -. Vogliamo dare un contributo ad aumentare entrambe ma, soprattutto, a ridurre una differenza che ha costi altissimi per i soggetti interessati, le loro famiglie e la società tutta». 

Il presidente della Fondazione Anthem, Stefano Paleari

Il presidente della Fondazione Anthem, Stefano Paleari