Un “tetto verde” che unisce Sicilia e Malta

Al Polo Bioscientifico del Di3A si è tenuta la conferenza finale del progetto Gifluid. Illustrate le opere realizzate dal partenariato nel catanese e a Rabat nell’Isola dei Cavalieri

Chiara Aiello

Trenta mesi tra studi e lavori, un partenariato di cinque soggetti e un finanziamento complessivo di oltre due milioni di euro per realizzare infrastrutture verdi per la mitigazione del rischio idraulico in ambito urbano e sub-urbano.

Questo in sintesi è il progetto Gifluid - Green infrastructures to mitigate flood risks in urban and sub-urban areas and to improve the quality of rainwater discharges, finanziato nell’ambito del Programma Interreg V-A Italia-Malta 2014-2020.

Nei giorni scorsi, nell’aula magna del Polo Bioscientifico del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’ateneo catanese, si è tenuto il meeting finale del progetto alla presenza dei rappresentati istituzionali e dei diversi partner del progetto: Università di Catania, The Energy & Water Agency, Comune di Aci Castello, Rabat Local Council e Regione Siciliana.

Ad aprire i lavori, venerdì 17 novembre, è stato il prof. Giuseppe Cirelli, ordinario di Idraulica agraria e sistemazioni idraulico-forestali all’Università di Catania e responsabile scientifico del progetto Gifluid, che si è soffermato sulle opere realizzate: le infrastrutture verdi per la mitigazione del rischio idraulico in ambito urbano e sub-urbano e il miglioramento della qualità delle acque di pioggia.  

Un programma di ricerca che ha permesso di sperimentare soluzioni basate sulla natura (NBS) per mitigare i fenomeni del cambiamento climatico, in particolare riducendo i volumi di deflusso delle acque piovane e attenuando i rischi idraulici urbani e sub-urbani, attraverso la ritenzione idrica delle piante e del substrato, e migliorando al tempo stesso l’isolamento termico degli edifici.

Un momento del convegno

Un momento del convegno

«L’obiettivo del progetto è stato quello di promuovere la pianificazione e la progettazione delle infrastrutture verdi in alcune aree di Malta e della Sicilia al fine di mitigare gli effetti delle inondazioni e aumentare le infiltrazioni dell’acqua piovana migliorandone anche la qualità – ha spiegato il prof. Giuseppe Cirelli -. Le infrastrutture realizzate sono a scala reale e questo è stato il valore aggiunto del progetto, ma è stata anche una grande sfida dovuta al fatto che ci siamo confrontati col realizzare infrastrutture sperimentali seguendo le leggi degli appalti pubblici che sono complesse sia in Italia che a Malta».

«Oltre allo sviluppo di queste infrastrutture, nell’ambito del progetto, abbiamo realizzato una masterplan mettendo insieme l’esperienza maltese e quella siciliana al fine di favorire l’utilizzo di queste infrastrutture verdi negli ambiti urbani e sub-urbani», ha aggiunto.

«Complessivamente abbiamo realizzato diverse infrastrutture: al Polo Bioscientifico dell’ateneo catanese ben novecento metri quadrati sui quali sono state piantumate oltre 1500 tra arbusti e piante erbacee, in prevalenza essenze mediterranee. Altri 850 metri lineari di tubazioni per l’irrigazione, una stazione meteo multiparametrica, per il monitoraggio delle condizioni ambientali al contorno, perfino delle ‘casette’ a disposizione degli insetti impollinatori – ha spiegato -. Altri 900 metri quadrati di pavimentazione impermeabile e 400 metri quadrati di giardini della pioggia realizzati nel territorio del comune di Aci Castello. A Malta, al Għajn National Water Conservation Centre a Rabat, sono stati realizzati mille metri quadrati di pavimentazioni impermeabili, 500 metri quadrati di tetto verde e altrettanti di giardino della pioggia».

Il tetto verde del polo bioscientifico di unict

Il tetto verde del Polo Bioscientifico di Unict 

Ad inaugurare il tetto verde del Polo Bioscientifico (giovedì 16 novembre), è stato il rettore Francesco Priolo. «Mi congratulo di cuore con il prof. Cirelli e con tutto il personale del Di3A che ha collaborato con entusiasmo alla realizzazione di questo progetto nato dalla sinergia tra diverse branche scientifiche del dipartimento», ha detto il rettore Francesco Priolo, tagliando il nastro della nuova infrastruttura insieme con il direttore Mario D’Amico.

«Il nuovo ‘tetto verde’, che sarà presto seguito da analoghe realizzazioni su altri edifici universitari – ha proseguito il rettore - è la conferma dell’impegno di Unict per la sostenibilità, una miglioria concreta per la sede dipartimentale e a beneficio del comfort di chi la frequenta ogni giorno, ma anche per l’ecosistema di quest’area della città. Un progetto di ricerca si conclude e, oltre a segnare significativi progressi sul piano scientifico e tecnologico, lascia in dono all’ateneo questa preziosa dote».

«Si tratta di un progetto molto interessante che nasce da una collaborazione multi-disciplinare e soprattutto da una partnership molto forte, quella degli ordini professionali quali l’ordine degli architetti, degli ingegneri, degli agronomi e soprattutto dalla volontà di settori molto diversi di contribuire a un risultato finale che è appunto quello delle infrastrutture», ha affermato il prof. Mario D’Amico, direttore del Di3A. «Credo di aver capito che questo sia il più grande tetto realizzato in Sicilia, pubblico e probabilmente anche privato; questo mette il Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente in una posizione sicuramente di rilievo nell’ambito delle soluzioni sostenibili», ha aggiunto.

Un momento dell'inaugurazione del tetto verde del di3a

Un momento dell'inaugurazione del tetto verde del Di3A. In foto il rettore Francesco Priolo insieme con i docenti Giuseppe Cirelli e Mario D'Amico

A seguire, il dott. Manuel Sapiano, CEO della Energy & Water Agency del governo maltese, ha ribadito i lunghi anni di collaborazione che lo legano all’Università di Catania «dal 2007, dunque da circa sedici anni, insieme abbiamo cercato di esplorare, identificare e risolvere le sfide». «Questo progetto non è importante solo a livello istituzionale, ma anche a livello personale», ha commentato il dott. Sapiano.

In rappresentanza del Rabat Local Council è intervenuto il dott. Anthony Bonello: «È stato molto entusiasmante aver lavorato con il dipartimento Di3a dell’Università di Catania, il comune di Aci Castello, l’Energy & Water Agency e tali professionisti. Frequento le conferenze da trent’anni, ho visto sei giardini della pioggia, ma mai uno come quello che c’è a Rabat».

Altro partner del progetto Gifluid è il Dipartimento regionale tecnico della Regione Siciliana e come suo rappresentante ha preso parola il dott. Giuseppe Filetti, dirigente del servizio geologico della sez. Sicilia orientale: «Storicamente ho avuto sempre difficoltà a far comprendere il rapporto che c’è tra circolazione di acque e processi di dinamiche geomorfologiche e per questo che già prima della nascita delle ultime norme che ci aiutano molto nell’affermazione del principio di invarianza idraulica di qualsiasi progettazione, ho sempre cercato di applicarlo, ma con grande difficoltà, ad esempio, nella pianificazione territoriale».

Gli esperti illustrano una parte del tetto verde

Gli esperti illustrano una parte del tetto verde

«Questi progetti europei – spiega il dott. Filetti – mi hanno dato la maggiore convinzione nell’applicazione di questo principio dell’invarianza idraulica e quindi dei sistemi per raggiungere l’obiettivo. Concludo dicendo che non possiamo più affidarci alle grandi opere infrastrutturali perché vanno in saturazione e quindi le infrastrutture verdi sono quelle che disperse nel territorio danno risultati tangibili».

Nel corso del meeting, oltre alla visita al tetto verde del Polo Bioscientifico, sono state illustrate le soluzioni basate sulla natura per la gestione dei deflussi in ambito urbano e suburbano, dai risultati del progetto Gifluid alle attività del progetto Cardimed.

Ed, inoltre, i dettagli tecnici delle quattro infrastrutture realizzate: i tetti verdi al Għajn National Water Conservation Centre a Rabat e al Polo Bioscientifico di Catania e le pavimentazioni permeabili e i giardini della pioggia per la gestione dei deflussi ad Aci Castello e a Rabat.

A concludere i lavori gli interventi dell’ingegnere Stefano Cascone, consigliere dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Catania; della dott.ssa Aurora Ursino, presidente dell’Ordine dei Dottori agronomi e forestali della provincia di Catania; dell’architetto Giuseppe Messina, consigliere segretario dell’Ordine degli Architetti della provincia di Catania; dell’ingegnere Salvatore Alecci, presidente dell’Associazione idrotecnica italiana ETS sez. Sicilia orientale; dell’architetto Silvia Giuffrida di Assoverde; del prof. Salvatore Barbagallo, presidente del Centro studi di economia applicata all’ingegneria di Catania.

I rappresentanti dei partner del progetto gifluid

I rappresentanti dei partner del progetto Gifluid