Unict a “bordo” nello studio dei fondali del mar Tirreno

La docente Agata Di Stefano prenderà parte alla spedizione Tyrrhenian Continent-Ocean Transition nell’ambito del progetto International Ocean Discovery Program

Alfio Russo

Investigare i fondali del Mar Tirreno, giovane oceano in formazione. È il focus della spedizione 402 - Tyrrhenian Continent-Ocean Transition nell’ambito del progetto International Ocean Discovery Program (IODP), il più grande programma internazionale di Scienze della Terra dedicato alla perforazione scientifica in ambito oceanico.

Un progetto che vede come protagonista anche l’Università di Catania, coinvolta con la partecipazione della docente Agata Di Stefano, ordinario di Geologia marina del Dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali.

Per due mesi - dal 10 febbraio al 10 aprile - la prof.ssa Agata Di Stefano sarà a bordo della nave oceanografica Joides Resolution per partecipare alle operazioni di perforazione profonda in Tirreno e studiare i sedimenti oceanici che verranno recuperati insieme a campioni di crosta basaltica oceanica.

La nave oceanografica Joides Resolution

La nave oceanografica Joides Resolution 

«Il focus della spedizione, infatti, è proprio quello di investigare i fondali del Mar Tirreno che si è generato in seguito a movimenti tettonici distensivi ancora in atto – spiega la prof.ssa Agata Di Stefano -. La profondità relativamente bassa dei fondali e la sottile copertura sedimentaria del Mar Tirreno forniscono una situazione ottimale per testare i modelli di formazione di nuova crosta oceanica».

«La spedizione mira a perforare l'intera successione costituita da sedimenti di età compresa tra circa 6 milioni di anni e l’attuale e il materiale magmatico proveniente dal mantello – aggiunge -. Nel corso della spedizione 402 si prevede di perforare 7 siti lungo due transetti perpendicolari con orientazione nord-sud e est-ovest».

Agata Di Stefano

La prof.ssa Agata Di Stefano

Tutti gli appassionati di esplorazione in mare potranno prenotare tour virtuali sulla nave per vedere i ricercatori in azione e seguire la spedizione attraverso i canali social di Joides Resolution.