Ne sono state installate sedici alla Cittadella universitaria nell’ambito del Progetto S3 Campus. L’ateneo diventa un modello per Catania
Tra qualche giorno la comunità accademica potrà ricaricare le proprie vetture elettriche ad un prezzo di mercato ridotto alla Cittadella universitaria. Sono stata installate – e a breve entreranno in funzione – le sedici colonnine ‘intelligenti’ per consentiranno così all’Università di Catania, partner del progetto S3 Campus, di diventare sempre più ‘green’.
Le 16 postazioni di ricarica ‘smart’ – per una potenza totale dell’impianto di 400 kW – sono state “presentate” stamattina, alla Cittadella universitaria, nell’ambito del workshop Mobilità green, le nuove frontiere tra innovazione e ricerca.
Ad illustrare il progetto è stato, tra gli altri, Giuseppe Inturri, professore di Trasporti dell’Università di Catania e componente del gruppo ricerca del progetto S3 Campus.
«Le ‘colonnine’ fanno parte di una rete di stazioni di ricarica elettriche alimentate anche da fonti rinnovabili e collocate all'interno di luoghi strategici della Cittadella universitaria – ha spiegato -. Si tratta di impianti di circa 400 kilowatt, ben 16 postazioni di auto che possono essere ricaricate contemporaneamente. La piattaforma detterà i tempi necessari di ricarica monitorando i kWh erogati, sulla scorta del calcolo di utilizzo del mezzo, oppure adeguerà la velocità di ricarica in funzione delle effettive caratteristiche tecniche. L'idea è comunque che studenti e personale possano trovare un posto riservato se si sono dotati di un veicolo elettrico».
«Il sistema prevede delle telecamere che riconoscono automaticamente la targa, quindi non bisogna effettuare nessun tipo di riconoscimento particolare – ha aggiunto -. Realizzeremo un sistema di autorizzazione di targhe, un riconoscimento automatico che consente di attivare in breve la ricarica. Se questa sperimentazione avrà un buon successo, riteniamo che possiamo anche in altre sedi installare questi impianti di ricarica».
Su questo aspetto, nel corso del workshop moderato dal giornalista Antonio Condorelli Caff, si è soffermato anche Pierluigi Buttiglieri di Parksmart, la società di sviluppo della gestione dello smart sosta.
«Noi ci occupiamo di soluzioni di intelligenza artificiale basate sulle telecamere, in quest’area sono 28 quelle installate che ci consentono di monitorare la mobilità – ha spiegato -. Non siamo in un ‘Grande fratello’, ma in un’infrastruttura che elabora il flusso video nello stesso momento in cui viene prodotto. Nessuno è in grado di vedere queste immagini, o in grado di vedere il video, viene estratto solo il dato. È come un sensore che ci fornisce dati sulle auto: velocità e mobilità interna alla cittadella e anche sull’utilizzo del parcheggio».
«Le telecamere identificano principalmente il soggetto che ha diritto e utilizza il servizio – ha aggiunto -. L’ateneo ha stabilito che solo alcuni soggetti possono utilizzare le colonnine tramite una lista che viene aggiornata».

La vettura Unict in fase di ricarica grazie ad una colonnina 'intelligente' installata alla Cittadella universitaria
Un progetto che, come ha evidenziato il prof. Giuseppe Inturri, «consente all'Università di Catania di diventare un laboratorio di sperimentazione perché in questa area “vivono” i nostri tra aule e laboratori, gli alloggi e la mensa, gli impianti sportivi e gli spazi per studiare». «È un modello che può essere trasferito alla città, una vera e propria città nella città. In questo contesto credo che Unict si ponga in Italia in una posizione di avanguardia», ha aggiunto.
«Dobbiamo essere agenti del cambiamento e attraverso la didattica, la ricerca e il rapporto col territorio, fornire soluzioni innovative. In questo caso per esempio per la mobilità sostenibile, visto che anche noi produciamo mobilità ogni giorno, con 40.000 studenti e tutto il personale che si recano nelle sedi universitarie. Già da tempo abbiamo avviato politiche per incentivare il trasporto pubblico, promuoviamo la mobilità ciclistica, lo sharing, e diciamo questa è la ciliegina sulla torta perché induce le persone a cambiare anche il sistema di alimentazione verso l'auto elettrica», ha tenuto a precisare il prof. Inturri.
«Una iniziativa nata nell'ambito di un progetto di ricerca sicuramente coerente con le politiche di mobilità sostenibile dell'Ateneo – ha aggiunto la prof.ssa Michela Le Pira, delegata alla Mobilità -. Rientra, infatti, tra le strategie previste dal piano spostamenti casa-università approvato nel dicembre del 2024 dal nostro Consiglio di amministrazione. Come università abbiamo il compito di sperimentare soluzioni innovative come questa e promuovere comportamenti sostenibili per ridurre quanto più possibile l'uso individuale dell'auto privata a combustione interna. Solo così possiamo favorire l'utilizzo del trasporto pubblico sostenuto anche dalle agevolazioni dell’ateneo per studenti e personale tecnico-amministrativo basate sulle convenzioni con operatori di mobilità condivisa e di micro-mobilità. Siamo un esempio anche per la città».
«Dalle indagini ci rendiamo conto effettivamente che gli studenti sono piuttosto sostenibili rispetto alla media dei cittadini, quindi questa iniziativa sicuramente è apprezzabile e speriamo che in un futuro sempre più breve possiamo andare nella direzione di una mobilità più sostenibile e innovativa – ha aggiunto -. Non vogliamo demonizzare in assoluto l'auto, ma sicuramente promuoverne un minore utilizzo e laddove è indispensabile meglio utilizzare un'auto elettrica o ibrida».

I rappresentanti di Unict e dei partner del progetto S3 Campus
Parole riprese anche dal direttore del Dipartimento di Ingegneria civile e architettura, Matteo Ignaccolo: «Le colonnine per il rifornimento di energia elettrica per autotrazione sono importanti per diamo un messaggio forte alla città verso la mobilità sostenibile e la green mobility e al tempo stesso diamo una ottima opportunità per gli studenti e per il personale dell'università per poter effettivamente, anche con delle condizioni favorevoli, rifornire le proprie auto di energia all'interno della cittadella».
«È un messaggio verso la sostenibilità a cui questo ateneo già da tempo spinge – ha aggiunto -. Il progetto di ricerca S3 Campus, che deriva da una sperimentazione, ha tutte le premesse per poter continuare».
Su questo ambito di ricerca il Dipartimento di Ingegneria civile e architettura ha realizzato diverse pubblicazioni scientifiche e contribuito a sviluppare i sistemi che consentono il monitoraggio h 24 dell’infrastruttura, reservation, accounting, billing, l’elaborazione di statistiche sul consumo energia elettrica, tutto attraverso alcune app.
Riccardo D'Angelo, fondatore di EdisonWeb, la società siciliana che ha sviluppato la piattaforma digitale Moovle, partner del progetto S3 Campus, nel suo intervento ha evidenziato che «la Cittadella universitaria è il luogo dove si sfornano i cervelli importanti per la nostra economia, per il nostro sviluppo». «Mettere la tecnologia al servizio della comunità accademica diventa fondamentale – ha aggiunto -. Questo Campus può essere un laboratorio per proiettare questa ricerca anche a favore della città. L'app Moovle ne è un esempio. Nasce come supporto alla mobilità per gli studenti perché abbraccia il concetto di planning multimodale basato sugli spostamenti con i mezzi dell'AMTS o Fce indicando il migliore percorso. In questo modo gli studenti, forniti di abbonamento integrato, possono utilizzare a pieno questa funzione. Al tempo stesso, anche grazie all'attività di ricerca con l'università, abbiamo affinato la banca dati e ora l'app è a disposizione di tutta la città e non a caso è l'app più usata per la mobilità nella città di Catania». «È l'unica app che fornisce i dati in tempo reale dei mezzi, senza pubblicità, gratuita e facilmente accessibile», ha aggiunto.
In chiusura è intervenuto Corrado Spinella, direttore generale dell’ateneo catanese, che si è soffermato sulla ricerca in questo campo. «In merito allo sviluppo delle tecnologie delle stazioni di ricarica c'è tanta ricerca, tanti materiali innovativi, penso all'elettronica di potenza, che promette in un breve futuro di accorciare moltissimo i tempi di ricarica rispetto a quelli attuali che sono ancora relativamente lunghi – ha detto -. L'Università di Catania da questo punto di vista sta giocando un ruolo importantissimo e sta lavorando su campo di ricerca che vanno dall'elettronica alla realizzazione di materiali innovativi proprio per la conversione dell'energia solare in energia elettrica, su tutti il fotovoltaico».
«Catania è un nodo molto importante per lo sviluppo di queste tecnologie rinnovabili e vi è una importante corrispondenza tra il nostro ateneo e le importanti aziende presenti sul territorio che operano nel settore del fotovoltaico e della gestione della potenza elettrica, fondamentali per implementare l'energia rinnovabile in applicazioni di tipo elettriche – ha aggiunto -. Catania è il baricentro di importanti dinamiche di sviluppo e tutto nasce da un'importante azione sul fronte della formazione e della ricerca dell'Università di Catania».



