Vedere il mondo di oggi con gli occhi nuovi del passato

La sfida poliglotta de La Reine de Marbre di Teatro Multilingue andato in scena al Cut nell’ambito del Catania Off Fringe Festival con una sperimentazione linguistica e teatrale del tutto inaspettata e trascinante

Ludovica Rinciani, foto di Violetta Canitano e Alice Bellati
de La Reine de Marbre di Teatro Multilingue
de La Reine de Marbre di Teatro Multilingue
de La Reine de Marbre di Teatro Multilingue

Francia, XVIII secolo: Capitán Arlecchino (Flavio Marigliani) e due dame di compagnia Petit Lucrecia e Madonna Angelica (Mayil Georgi Nieto e Marta Iacopini), sono in viaggio su un confortevole veliero. Non manca nulla, si ride e si scherza per trascorrere le ore che separano l’allegra compagnia dall’arrivo. Cosa mai potrebbe andare storto?

All’improvviso una minaccia incombe, la paura si diffonde: è in corso un nubifragio. Una volta cessato, il trio si ritrova sulla riva di una spiaggia e non una qualunque. È affollata, caotica. Un uomo, alternando greco moderno a inglese, si presenta come poliziotto incaricato della protezione dei confini e maltratta quelli che si scoprono essere migranti.

Le due donne non capiscono il motivo di tanta crudeltà né la situazione in cui sono finite insieme ad Arlecchino. Perché quest’uomo non persegue gli ideali illuministici? E, inoltre, cos’è un ‘migrante’?

Inizia così, con una sorta di fantastico viaggio nel tempo, La Reine de Marbre, spettacolo poliglotta prodotto dall’innovativa e internazionale compagnia Teatro Multilingue. Questa è nata in piena pandemia e vanta un interessante repertorio di produzioni teatrali e cinematografiche nelle quali vengono utilizzate simultaneamente diverse lingue europee in maniera organica per permettere al pubblico la piena comprensione.

La Reine de Marbre, con il suo variegato copione che prevede battute in italiano, francese, spagnolo, inglese e greco moderno, è andato in scena al Centro Universitario Teatrale, dal 19 al 22 ottobre, e fa parte della ricchissima offerta della seconda edizione del Catania Off Fringe Festival.

Scritto da Francesco Baj e diretto da Flavio Marigliani, lo spettacolo si pone l’ambizioso obiettivo di affrontare il tema caldo dell’immigrazione dalla prospettiva di coloro che non ne hanno mai sentito parlare e posseggono un modello di valori che faticano a ritrovare nella contemporaneità.

Una scena de "La Reine de Marbre" di Teatro Multilingue

Una scena de "La Reine de Marbre" di Teatro Multilingue 

Petit Lucrecia e Madonna Angelica si rivedono nel motto rivoluzionario Liberté, Égalité, Fraternité e non trovano nulla di sbagliato nel desiderio di aiutare i propri simili.

Ma i migranti non sono loro simili, non tarda a ricordare loro il poliziotto: sono piuttosto un elemento di disturbo da scacciare, tenere fuori dall’Occidente civilizzato, a meno che non si tratti di stranieri dalla carnagione chiara e provenienti da Nazioni ricche.

Il denaro è tutto ciò che conta in questo nuovo mondo e il furbo Capitán Arlecchino l’ha capito in fretta non perdendo occasione per diventare una sorta di venditore ambulante dei simboli della modernità: jeans, vaccini e connessione Internet.

Accompagnato dalle sue dame di compagnia scettiche, prova a venderli al pubblico presente in sala ovvero ai migranti dalle tasche vuote. Mentre Arlecchino continua ad essere votato al guadagno, pontifica sui vantaggi della produttività infinita. Lucrecia e, in particolare, Angelica non smettono di interrogarsi sull’ipocrisia dell’Europa moderna, che vanta una pace perpetua pur partecipando attivamente ai conflitti che avvengono nel resto del mondo e su una schiavitù che sembra stata abolita soltanto a parole.

Reinterpretando i meccanismi tradizionali della Commedia dell’Arte, La Reine de Marbre regala agli spettatori momenti di comicità e di estrema serietà, in cui ci si domanda dove sia giusto tracciare i confini tra bene e male, libertà e schiavitù, umanità e disumanità.

Non importa quale lingua sia la propria, da quale parte del mondo si provenga: non è più possibile ignorare la sofferenza del prossimo voltandosi dall’altra parte, credendo che il profitto, e non le persone e lo spirito di fratellanza, sia l’unica cosa che conta al mondo.

Al termine dello spettacolo, Capitán Arlecchino non riuscirà ad arricchirsi, né Lucrecia e Angelica troveranno la chiave per capire un mondo incomprensibile. Starà al pubblico fare tesoro delle loro parole, in qualsiasi lingua preferiscano, e ricordare che le barriere tra gli uomini esistono soltanto negli occhi di chi le vuol vedere.

Nella videointervista di Ludovica Rinciani, l'autore dello spettacolo Francesco Baj si sofferma sul tema caldo dell’immigrazione  partendo dagli ideali della Rivoluzione francese - Liberté, Égalité, Fraternité - diffusi nell'Europa d'allora, ma ben diversa da quella di oggi.