"Veniamo a quel paese"...con Ficarra e Picone

L’orchestra sinfonica del Teatro Vittorio Emanuele di Messina sul palcoscenico del Teatro Antico a disegnare il ricordo dei quattro film dei due noti attori e registi palermitani. Il concerto con le suites scritte da Carlo Crivelli

Irene Isajia

Un omaggio alle musiche dei film degli attori palermitani Salvo Ficarra e Valentino Picone. C’è stato anche questo nel corso della settantesima edizione di Taormina Film Festival, organizzata da Taormina Arte in collaborazione con l’assessorato al turismo, sport e spettacolo della Regione Siciliana.

Un’edizione speciale la cui direzione artistica quest’anno è stata affidata al produttore Marco Müller con un programma denso di eventi e di protagonisti illustri del grande schermo di livello internazionale. Accanto a lui la direttrice artistica di Taormina Arte, Gianna Fratta – direttrice d’orchestra e pianista italiana di statura internazionale – che si è dedicata all’organizzazione di una sezione parallela del festival, fatta di spettacoli teatrali, musicali ed eventi multimediali nei luoghi magici di Taormina, il Teatro Antico e la Villa Comunale.

Sul palcoscenico del Teatro Antico, infatti, si è esibita l’orchestra sinfonica del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, diretta dal maestro Eliseo Castrignanò, per omaggiare i quattro film di Salvo Ficarra e Valentino Picone Il sette e l’otto (2007), Andiamo a quel paese (2014), L’ora legale (2017) e Il primo Natale (2019), con quattro suites scritte, per l’occasione, dal maestro Carlo Crivelli, già compositore delle colonne sonore dei loro film.

«Carlo Crivelli è stato sempre considerato uno scrittore di musica seria per il cinema», così lo ha presentato il direttore artistico Muller. «Allievo di Domenico Guaccero, a sua volta allievo di Goffredo Petrassi, il suo nome si lega a registi del calibro di Bellocchio, Placido, Taviani - ha aggiunto -. Ha avuto l’intuizione di fondare l’Orchestra Città Aperta per la registrazione di colonne sonore, permettendosi, così di lavorare “in casa” e con un organico a disposizione».

L’incontro tra i due registi siciliani e il compositore romano Carlo Crivelli è nato con il film “Il 7 e l’8” nel 2006. «Una commedia che racconta la sicilianità con profumi letterari e tanto tanto divertimento», ha commenta ancora Muller e dal Festival di Roma di quell’anno fino ad oggi, il loro connubio è ancora foriero di successi.

Gli attori palermitani insieme con Carlo Crivello e Gianna Fratta

Gli attori e registi Salvo Ficarra e Valentino Picone insieme con il compositore Carlo Crivello e con la direttrice artistica di Taormina Arte Gianna Fratta

Ha insegnato musica per immagini al conservatorio Casella dell’Aquila. Ma come si scrive la musica per immagini? Da dove si comincia?

"Bisogna partire da chi ha la proprietà intellettuale dell’opera – spiega Carlo Crivelli -. Il film, fondamentalmente, è del regista. Noi interveniamo, ma loro devono avere l’ultima parola. Diversamente nell’opera lirica, l’identità dell’opera è del compositore (“Norma” è di Bellini, “Tosca” è di Puccini) e bisognerebbe tener presente il ruolo del librettista. È importante capire, quindi, da dove parte la musica se parte da te, da una propria esigenza interiore, o se parte dall’immagine; nel caso della musica per film, parte dall’immagine. Il nostro intervento entra in campo, di solito, quando l’80% del montaggio è completato ma può capitare di lavorare prima che avvenga il montaggio».

«Questa cosa è capitata con “L’ultimo Natale”; ho parlato con i registi, ho letto la sceneggiatura, ho iniziato a scrivere e loro hanno cominciato a montare il film con la musica che scrivevo. È una modalità lavorativa rischiosa però, perché si scrive tanta musica prima, che potrebbe rivelarsi inadatta per scene che devono essere ancora montate. Questo capita perché la parola scritta sulla sceneggiatura ti lascia una tale libertà immaginativa che non è detto che coincida con le modalità di ripresa», ha aggiunto.

I registi e attori Salvo Ficarra e Valentino Picone insieme con il compositore Carlo Crivelli

I registi e attori Salvo Ficarra e Valentino Picone insieme con il compositore Carlo Crivelli

Noi siamo abituati a guardare il film senza mai concentrarci sulle musiche e stasera abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare i temi dei film concentrati in queste quattro suites. Quando possiamo dire che la musica per quel film ha avuto successo?

«Il mio più grande successo è quando la gente non si accorge della musica, dei suoi tempi tecnici nel film, ma si emoziona guardando il film – ha spiegato il compositore -. Quando insegnavo Musica per immagini, la prima cosa che facevo fare agli allievi era un lavoro di osservazione del montaggio filmico; quando un regista fa bene il suo lavoro possiamo riconoscere i tagli, le carrellate, i piani e i movimenti della macchina da presa possono richiamare la musica. Questa dinamica tra i movimenti della macchina da presa e l’inserimento della musica può determinare una fluidità narrativa tale da non far quasi percepire la musica in quanto tale ma dentro l’asse narrativo. Qui sta il successo».

Com’è stato il lavoro di trasformazione della musica per immagini in suites?

«La musica era già scritta, aldilà dell’organico che può necessitare per registrare una o un’altra scena. Scrivere una suites significa rimettere le mani sulla partitura, recuperare i temi presenti nelle colonne sonore dei quattro film e riorganizzarle. Per farlo ho immaginato di essere un pittore e di dover fare un ritratto di Ficarra e Picone. Quello cubista potete immaginare di chi sia», ha detto Carlo Crivelli.

Il lavoro con i registi non è sempre facile. A Ficarra e Picone abbiamo chiesto quanto entrino nel merito del lavoro compositivo?

«Noi non abbiamo competenze in merito. La suites? Pensavo alludesse alla camera d’albergo», racconta Picone.

«Il nostro è un rapporto di collaborazione – aggiunge l’attore palermitano -. C’è una grande fiducia nella competenza del maestro Crivelli. Quando ci faceva ascoltare alcuni brani gli chiedevo: “Ma questa musica non chiude mai?” Vai a capire quello che volevo dire e quello che capiva lui di quello che volevo dire io. E lui, pazientemente si metteva con noi per farci capire com’era il tempo di quel brano e come entrasse nei tempi della scena», spiega sorridendo Ficarra.

«Per il mio lavoro è importante che i registi mi diano il quadro dell’azione della nostra creatività, e loro lo hanno fatto creando il contesto perché potessimo dare il meglio», ha aggiunto Crivelli.

l'orchestra sinfonica del Teatro Vittorio Emanuele di Messina diretti dal M. Eliseo Castrignanò

L'orchestra sinfonica del Teatro Vittorio Emanuele di Messina diretti dal maestro Eliseo Castrignanò