Viaggio al termine della notte

Fra le antiche pietre del Teatro greco-romano di Catania, l’Associazione Musicale Etnea ha ospitato Elio Germano e Teho Teardo con uno spettacolo basato sul romanzo di Louis-Ferdinand Céline

Giuliana De Luca (foto di Dorotea Casabene)

In una delle prime, tiepide sere di un’estate ancora agli esordi, l’Associazione Musicale Etnea ha inaugurato la stagione con Viaggio al termine della notte, performance di e con Elio Germano e Teho Teardo.

Presentato da Biagio Guerrera negli spazi antichi e suggestivi del Teatro Romano di Catania, l’evento ha fatto registrare il tutto esaurito e ha affrontato senza timore il peso dell’eredità controversa di Louis-Ferdinand Céline, autore del romanzo da cui lo spettacolo trae ispirazione.

«Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza». Così si apre il romanzo dello scrittore francese. Ed è così che è iniziato lo spettacolo di Germano e Teardo.

Dato alle stampe nel 1932, Viaggio al termine della notte ha segnato l’esordio letterario di Louis-Ferdinand Céline e ha rappresentato fin da subito una svolta radicale nella narrativa del Novecento.

Scritto in uno stile innovativo, vicino al linguaggio parlato e carico di espressionismo, il romanzo ha suscitato grande clamore: finalista al Prix Goncourt, ha vinto, invece, il Prix Renaudot ed è diventato rapidamente un caso letterario. La critica si è divisa tra chi lo considerava un capolavoro e chi lo riteneva osceno e frutto di una visione nichilistica.

Da sinistra Elio Germano, il trio d’archi e Teho Teardo

Da sinistra Elio Germano, il trio d’archi e Teho Teardo

Ha attirato l’attenzione di eminenti intellettuali dell’epoca, tra i quali Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre. Quest’ultimo, dopo aver ammirato ed elogiato a lungo Céline, lo ha tacciato di antisemitismo con uno scritto intitolato Portrait de l’antisémite, a cui il destinatario ha ribattuto con un’ulteriore pubblicazione: À l'agité du bocal.

La scelta, da parte di Elio Germano, di rielaborare e proporre in chiave di spettacolo un testo così complesso e controverso è apparsa come una felice intuizione. I temi centrali dell’opera – la disillusione verso la guerra, l’alienazione del lavoro, il razzismo, la solitudine, la sfiducia nelle istituzioni – continuano a scalfire la sensibilità dell’opinione pubblica.

Alla sinistra del palco, Germano si è presentato chino su una scrivania illuminata da una piccola abat-jour, con fogli sparsi davanti a sé. Il suo esordio performativo è avvenuto nel buio più totale: la voce, amplificata da un microfono, si è manifestata prima del corpo, quasi a separarsene, come un pensiero improvviso emerso dall’oscurità.

Così è partita una sorta di crociera emotiva, scandita da gesti minimi ma carichi di senso – l’accensione e lo spegnimento della lampada, il passaggio da un microfono all’altro. Uno ha filtrato la voce, rendendola ovattata e straniante, come se provenisse dal profondo della coscienza; l’altro ha restituito invece la limpidezza della voce di Ferdinand Bardamu, narratore e protagonista del romanzo.

Un momento dello spettacolo

Un momento dello spettacolo

A sottolineare e amplificare questa dimensione emotiva, la musica di Teho Teardo ha tracciato con precisione e profondità l’atmosfera cupa e tesa del racconto, ispirato a un mondo in guerra e attraversato da temi di inquietante attualità.

Su una marcia lenta ‒ pronunciata dalle corde di un trio d’archi composto da Laura Bisceglia al violoncello, Ambra Chiara Michelangeli alla viola ed Elena De Stabile al violino ‒ Teho Teardo, seduto alla sua workstation, ha diretto le musiciste con gesti essenziali. Poi ha imbracciato la chitarra, introducendo motivi melodici trasfigurati, poco a poco, in ossessivi loop elettronici. A questi ha sovrapposto suoni sintetici e distorti, a tratti abrasivi, dando forma a un paesaggio sonoro di carattere angoscioso.

Compositore e polistrumentista tra i più originali della scena contemporanea, Teho Teardo è una figura di spicco della musica italiana con un’impronta decisamente internazionale.

Il pubblico presente al Teatro greco-romano di Catania

Il pubblico presente al Teatro greco-romano di Catania

Durante la sua carriera ha lavorato con figure carismatiche, tra cui Blixa Bargeld, storico frontman degli Einstürzende Neubauten, e il collettivo teatrale Motus, con cui ha condiviso ambiziosi progetti di sperimentazione artistica.

Il suo stile affonda le radici nell’estetica industriale, ma la sua cifra distintiva risiede nella capacità di fondere l’elettronica con strumenti acustici – in particolare gli archi – creando atmosfere tese e stratificate.

In questo continuo alternarsi di luci, suoni, voci deformate e parole nette, Germano e Teardo hanno restituito con grande intensità alcune delle pagine più significative di Viaggio al termine della notte, offrendo allo spettatore la forza drammatica e il disincanto di Céline in una performance ibrida.

L’Associazione Musicale Etnea si prepara agli Etna Cello Days, rassegna dedicata al violoncello che questa estate animerà diverse location catanesi. Il primo appuntamento è previsto per il 21 giugno, con il concerto di Luigi Piovano al Teatro Massimo Bellini.

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