Viagrande Short Film Festival, i premiati

Stagnant, Bubbles, Faustina, La patente, Nobody e Al Wadiaa si sono aggiudicati i premi del cortometraggio ai piedi dell’Etna

Aurora Spampinato

Sono sempre più numerose le iniziative dedicate al cinema nel territorio catanese. Tra queste si distingue il Viagrande Short Film Festival, giunto alla sua seconda edizione ma già capace di proporre un programma ben strutturato e una selezione di cortometraggi attuali e significativi.

A condurre la serata sono stati Andrea Vallero e Lavinia Zammataro, che con professionalità hanno accompagnato il pubblico dell’Anfiteatro Franco Battiato, all’interno del Parco Comunale di Viagrande, dove sono stati presentati i dieci cortometraggi in concorso e gli ospiti presenti.

Tra i cortometraggi più apprezzati figurano Stagnant, Bubbles, Faustina, La patente, Nobody Al Wadiaa, titoli che si sono aggiudicati gli otto premi messi in palio dal Festival.

Stagnant, ideato e diretto dalla giovane Anastasia Licciardello, utilizza la tecnica di animazione della rotoscopia per affrontare in poco più di due minuti il tema dello spreco idrico e del riciclo. A chi non è mai capitato di ascoltare il ticchettio fastidioso di un rubinetto che perde, e non fare niente per fermarlo? Secondo la regista, quelle gocce diventano simbolo di una generazione indifferente e stagnante. Solo una generazione più consapevole può spezzare questo ciclo di spreco. Due mesi di realizzazione per un cortometraggio dalla durata complessiva di due minuti e venticinque secondi confermano l’impegno della regista, premiata con il riconoscimento “Miglior corto under 30”.

Un frame del cortometraggio Stagnant

Un frame del cortometraggio Stagnant

Con Bubbles la regista Meri Dishnica, presente alla premiazione, affronta il tema delle dinamiche sentimentali tossiche, intese come delle ‘bolle’ in cui le persone rimangono intrappolate. In un’atmosfera angosciante, il cortometraggio racconta una distanza che non è solamente fisica, ma soprattutto emotiva. La protagonista Sol, una donna di quarant’anni, galleggia in una di queste bolle sforzandosi di mantenere la relazione con il compagno Fred, fino a quando non si rende conto che è troppo tardi: il cortometraggio si chiude infatti mostrandola ormai anziana e sola, dopo una vita trascorsa ad attendere invano un cambiamento da parte del partner. 

Con uno stile lirico e una regia capace di svelare le pieghe intime del dolore nelle relazioni tossiche, Bubbles rappresenta perfettamente il senso di attesa del cambiamento dell’altro come un percorso che spesso conduce alla solitudine e alla depressione. Il corto, che si chiude con la scritta: «Bubble is a safe place, until it’s not», ha vinto il premio “Best female short film”, assegnato dall’associazione contro la violenza sulle donne Donna Fenice.

Un frame del cortometraggio Bubbles

Un frame del cortometraggio Bubbles

A vincere due riconoscimenti è stato Nobodydi Msallam Hdaib, cortometraggio che utilizza l’animazione per raccontare il dramma del genocidio a Gaza. Senza dialoghi, l’opera affida alle immagini e ai suoni la narrazione della tragedia di una famiglia che, colpita da un attacco devastante, tenta di fuggire e sopravvivere. Se la madre e il figlio sopravvivono, il padre lo fa solo in parte: di lui ne resta soltanto la testa, staccata dal corpo ma ancora cosciente. La donna, cercando di portare in salvo il figlio e ciò che resta del marito, si trova ad affrontare un viaggio inquietante e struggente, capace di suscitare emozioni autentiche. La forza espressiva di Nobody ha conquistato il pubblico e la giuria, ottenendo il “Premio animazione” e il “Premio della giuria”.

Il “Premio storico” è andato a Faustina di Sergio Rojo Osa, ambientato durante il governo franchista. Il cortometraggio racconta delle cosiddette “rosse” che venivano castigate e umiliate pubblicamente con pratiche degradanti, come l’obbligo di ingerire olio di ricino, la rasatura dei capelli e le sfilate per strada. Un racconto che restituisce memoria e dignità alle figure dimenticate dalla storia.

Un momento della serata

Un momento della serata

Con La patente, la regista Michelle Montalto si è aggiudicata il premio “Miglior corto siciliano”. L’opera rilegge la celebre novella di Luigi Pirandello in chiave contemporanea, puntando i riflettori su una terra ancora pervasa da pregiudizi e superstizioni. La narrazione poetica e intensa mette in luce come ciò possa compromettere ingiustamente la reputazione di una persona innocente.

Vincitore del “Premio del pubblico” è invece Al Wadiaa di Hey Krissane, che si apre con i versi del poeta palestinese Mahmoud Darwish: «If the olive trees knew the hands that planted them / Their oil would become tears». Il cortometraggio racconta la distruzione dei raccolti in Palestina attraverso gli occhi di una bambina, che sogna di poter raccogliere ancora le olive insieme al nonno. La resistenza è rappresentata dalla sua innocenza e determinazione nel tentativo di far germogliare un nuovo albero di ulivo. La speranza, invece, si riflette nel piccolo germoglio alla fine del film, simbolo di ricostruzione, libertà e rinascita per un intero popolo massacrato.

Durante gli ultimi momenti della serata è stato proiettato anche A occhi aperti, il cortometraggio di Mauro Mancini realizzato da Movimento Film con Rai Cinema per Fondazione Telethon. Il corto racconta la rara malattia della retinite pigmentosa attraverso la testimonianza di Totò Cascio, ricordato per il ruolo del piccolo Salvatore nel film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.

Oggi adulto, Cascio ripercorre la sua storia personale e la malattia che lo ha allontanato dal cinema, proprio nei luoghi del film premio Oscar. Un’opera intima ed emozionante, pensata anche per diventare strumento di sensibilizzazione sulle malattie rare.

Un frame del cortometraggio A occhi aperti

Un frame del cortometraggio A occhi aperti 

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