«Visitatore dell’universale». Una nuova forma di “turismo culturale”

Il tema è stato al centro di un incontro a Taobuk tra politici e intellettuali per valorizzare il patrimonio architettonico, archeologico e monumentale siciliano

Gabriele Cristiano Crisci

Ancora una volta Taobuk è stato una potente cassa di risonanza della nostra Sicilia puntando i riflettori sugli aspetti più suggestivi che la rendono da tempo una mèta insostituibile per i turisti di tutto il mondo.

L’incontro intitolato Sicilia e Italia nell’immaginario collettivo, moderato da Paolo Conti, giornalista del Corriere della Sera, con l’intervento di personalità istituzionali e di intellettuali, ha cercato di delineare una nuova rotta per il turismo culturale

Non un mero viavai di persone, bensì un’attiva valorizzazione del patrimonio architettonico, archeologico e monumentale tramite «esperienze di tipo immersivo».

«C’è voglia d’Italia con prodotti d’altissima eccellenza» ha esordito Sandro Pappalardo, consigliere dell’Agenzia Nazionale del Turismo - ENIT, assicurando un «ritorno agli standard pre-pandemia». 

Ciò è possibile solamente grazie ad una promozione che non miri solamente a mantenere il brand turistico già acquisito, ma che implementi l’indotto economico legato alle immagini del Bel Paese ormai radicate nell’immaginario collettivo. 

«Si veda, ad esempio, il cine-turismo – ha continuato Pappalardo – e i risvolti che ha avuto su una città come Matera: grazie ad esso, da 9 strutture ricettive si è passati a ben 639». Sono proprio queste immagini, istantanee della Sicilia e dell’Italia tutta che permettono di veicolare oltre i confini nazionali una inconscia “affinità elettiva” verso uno scrigno di tesori che perdura nel tempo, fatto di arte, letteratura e cinema. 

Dopo aver confermato i valori del primo trimestre del 2023 che registrano un «+40% di presenze rispetto al 2022», l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata ha sottolineato come sia importante «saper accogliere i viaggiatori nella nostra terra» valorizzando l’unicum del patrimonio artistico-culturale siciliano. 

Risulta altresì cruciale, in sintonia con le altre istituzioni, la promozione dei territori più interni della regione, facendo sì che «il turismo divenga il vero motore dell’economia» forgiando un’industria produttiva della cultura

Tematica, questa, ripresa anche dall’assessore regionale all’Identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato, il quale ha proposto di «far diventare i viaggiatori nodo focale di tutta la Sicilia». In questo modo è possibile promuovere il sistema paese e in particolare «l’identità siciliana come connubio di arti, saperi, gusti e sensazioni».

Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro

In un possibile mutamento del modello turistico, si riscontra il necessario profilarsi di una nuova figura di “turista”, non più paragonabile a un consumatore tout court, bensì avente riguardo verso il retaggio culturale e storico dei luoghi visitati.

Puntando gli occhi proprio su Taormina, lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco ha sottolineato il bisogno di tale cambio di paradigma. «Fino agli anni ’50 vi era una tradizione alberghiera tale per cui si evitava di poter finire come Firenze o Venezia: stritolate da una macchina di “turisti”» ha detto. 

Vi è, dunque, l’esigenza di cambiare prospettiva: «Abbiamo bisogno di “visitatori”, cioè di chiunque possa ritrovare qualcosa di unico nell’esperienza che vive». Ripercorrendo le tracce di Goethe e del suo Viaggio in Italia, rintracciamo il visitatore dell’universale in continua ricerca del codice assoluto dell’esistenza. 

All’intervento di Angelo Piero Cappello, direttore del Centro per il libro e la lettura, incentrato sul «riunire e calibrare meglio il racconto dell’Italia nel mondo», ha fatto seguito il messaggio di Alessandro Giuli, presidente del MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo.

Giuli, nel suo intervento, ha rivalutato l’asset culturale del nostro paese, ponendosi il problema di una futura saturazione, perché «ciò che va di moda, passa di moda». 

Promotore di una visione strategica che vede le arti fulcro di una promozione culturale, il MAXXI si avvia verso «un radicamento progettuale dell’interesse per l’Italia».

Si cerca di ambire a «un’identità mai escludente, ma stratificata - ha spiegato - che permetta a chiunque visiti la nostra penisola di sentire gli echi dell’antico nel mondo contemporaneo». «Bisogna fare di tutto, dunque, affinché la creatività e le arti divengano promotrici di iniziative sociali» ha detto Alessandro Giuli in chiusura del suo intervento.

In foto da sinistra Gabriele Cristiano Crisci e Alessandro Giuli

In foto da sinistra Gabriele Cristiano Crisci e Alessandro Giuli