Voces Angelicae: il virtuosismo suggestivo nel repertorio vocale settecentesco

Palazzo Biscari ha nuovamente confermato la sua vocazione come sublime scenario per “Magie Barocche’’ con l’esecuzione magistrale dell’Orchestra Barocca Siciliana

Giada Apa (foto di Dorotea Casabene)

Il repertorio del concerto Voces Angelicae. Farinelli e il suo tempo, nell'ambito di Magie Barocche, ci trasporta con maestria nel fervore teatrale che caratterizzava la Londra di primo Settecento, in cui la recente scoperta dell’opera e del talento italiano avvia un florido mercato che ruota attorno alla concorrenza di alcuni teatri principali come il King’s Theater o il Lincoln’s Inn Fields

L'offerta musicale si distingue per la tessitura eterogenea di brani accuratamente selezionati, che contribuiscono a creare un’esperienza sonora ricca e variegata in cui troviamo proposte le performance dei maggiori operisti italiani dell’epoca: il modenese Giovanni Bononcini, il napoletano Nicola Porpora e il sassone Georg Friedrich Händel.

Le informazioni e i focus sugli artisti dati prima di ogni esibizione hanno arricchito e contestualizzato il successivo ascolto creando un’atmosfera suggestiva e di attesa sugellata dall’arrivo della violinista Josèphe Cottet.

In foto il sopranista Francesco Di Vito

In foto il sopranista Francesco Di Vito

Il suo assolo d’apertura al violino ha dischiuso un varco spazio-tempo che ha proiettato gli spettatori in una dimensione quasi ultraterrena scandita dal movimento leggiadro del suo gesto musicale, che ha introdotto all’arrivo dell’eccelso sopranista Francesco Di Vito.

La sua performance ha perfettamente emulato quella che doveva essere stata la bravura di cantanti del calibro di Farinelli – insigne virtuoso del Settecento – che si erge come fulgido emblema del suo tempo nonché come il più famoso cantante lirico castrato della storia. 

In un primo momento, l’accompagnamento musicale ha valorizzato al massimo la voce del sopranista, il quale ha mostrato di possedere un’estensione vocale straordinaria, conforme allo stile dell’epoca dove sovente i cantanti riempivano i teatri grazie alle loro qualità canore. In un secondo momento, l’orchestra è entrata in un sonoro dialogo con la performance vocale di Francesco Di Vito.

Il sopranista Francesco Di Vito insieme con i musicisti

Il sopranista Francesco Di Vito insieme con i musicisti

Un dialogo eterno, ricco di sguardi e di tacita affinità tra il cantante e i musicisti il cui attacco era scandito dal sonoro respiro della violinista Joèphe, coinvolgendo appieno la platea che assisteva silente a quella palese sinergia senza tempo. Tra i protagonisti leggendari richiamati – oltre al già citato Farinelli – vi sono stati Gaetano Majorano detto il Caffarelli e Francesco Bernardi detto il Sinesino.

Tra le magnifiche performance storiche, ricordiamo anche quelle di Riccardo Broschi, fratello di Farinelli e del napoletano Francesco Mancini. Questo binomio ha arricchito l’eterogenea scelta tematica dei brani che ha ruotato attorno ai contrastanti effetti dell’amore nella sua fenomenologia caratterizzata da desiderio, gelosia, delusione ma anche gioia e felicità. 

Nonostante l’assenza dell’oboe, strumento privilegiato per alcune di queste performance, l’orchestra – composta da Antonio Greco alla viola, Jascha Parisi al violoncello, Lamberto Nigro al contrabbasso, Jean- Miguel Aristizabal al clavicembalo e la già citata Cottet e Salvatore Lorefice ai violini – è riuscita comunque ad accompagnare la varie arie in maniera sublime. 

Un momento del concerto

Un momento del concerto

Sul finire dello spettacolo, il pubblico ha accolto con un sonoro e continuo applauso l’orchestra e il sopranista che, successivamente, hanno deliziato mettendo in scena una celebre aria fuori programma, Lascia ch'io pianga, composta da Händel.

Il tredicesimo festival internazionale del Val di Noto con Magie Barocche non smette di strabiliare e stupire, regalando momenti unici senza tempo e presentando artisti eccelsi che invogliano lo spettatore a non perdere lo spettacolo successivo.