Zampognarea: l’attesa del Natale tra tradizione e contemporaneità

Un calendario fitto di eventi per la XIX edizione di Zampognarea; il Quartetto AreaSud e un quartetto d’archi si esibiscono nella chiesa di Santa Rita a Catania

Marielena Greco
Un momento del concerto
Un momento del concerto
Un momento del concerto

Prosegue il ciclo di incontri organizzato in occasione della XIX edizione di Zampognarea – Il mondo delle zampogne tra uomini e suoni, il festival dedicato alle zampogne e alle cornamuse, ideato dalle associazioni AreaSud e Darshan e con la direzione artistica di Maurizio Cuzzocrea.

L’evento di sabato 16 dicembre dal titolo New Folk Songs. Concerto di musiche tradizionali e d’autore del Quartetto AreaSud si conferma un successo, ricevendo una calorosa accoglienza dal pubblico riunitosi per l’occasione all’interno della chiesa di Santa Rita in via Vittorio Emanuele a Catania. 

Un suggestivo viaggio all’interno del repertorio di tradizione orale del Meridione d’Italia (in particolare di Sicilia e Calabria) in attesa del Natale, in cui un rilievo di primo piano è affidato agli strumenti, sia di estrazione colta sia popolare. E saranno molti questi che prenderanno vita durante la serata, dalle immancabili sonorità della zampogna e del marranzano, della pipìta e dei flauti tradizionali (friscaletti), e ancora i ritmi risonanti della chitarra battente e dei tamburi a cornice.

Questa volta però il Quartetto – formato da Maurizio Cuzzocrea (voce, chitarre, pipita e marranzano), Mario Gulisano (voce, tamburi a cornice, cajón e altre percussioni), Franco Barbanera (zampogna ‘a chiave’ e pipita) e Giampiero Cannata (basso elettrico) – non si è esibito esclusivamente in formazione folk. Infatti, dopo l’introduzione, nella prima parte della serata, di alcuni brani di tradizione orale sono stati aggiunti all’ensemble altri quattro componenti: un quartetto d’archi classico composto da Alexandra Dimitrova (violino), Carlotta Cosentino (violino), Rosaria Milici (viola) e Raffaella Suriano (violoncello).

New Folk Songs è un nuovo progetto del Gruppo che si arricchisce di questa nuova collaborazione, ma che si basa anche sulla ricerca di nuove sonorità. Da questo sodalizio prende le mosse la creazione di quattro nuove composizioni ideate per gli archi – commissionate al compositore catanese Mattia Cavallaro – e un riarrangiamento del repertorio del Quartetto AreaSud; il tutto mosso dalla sempre viva ispirazione di partenza, che è quella delle musiche e dei canti tradizionali.

Un momento del concerto

Un momento del concerto

Il concerto che ha sonorizzato lo spazio sacro del Santuario di Santa Rita in Sant’Agostino di Catania ha pertanto compreso l’esecuzione di brani di nuova composizione su modelli tradizionali, come nel caso de Lu marvizzu (marranzano), Ntrizzari (di Mattia Cavallaro, ispirato a un canto al telaio registrato nella seconda metà del Novecento dall’etno-antropologo Antonino Uccello in provincia di Siracusa), Flatus vocis (di Mattia Cavallaro, ispirato a un canto in grecanico registrato nel 1980 a Bova Marina, Reggio Calabria), Tarantella iblea (di Mattia Cavallaro, ispirato a una tarantella per friscaletto registrata da Antonino Uccello in provincia di Siracusa).

E ancora Alla zampognara (di Mattia Cavallaro, ispirato a una tarantella per zampogna suonata da Attilio Cirillo, di Paola, Cosenza), in dialogo con canti e musiche trasmesse attraverso il canale dell’oralità, come Pastorale (tradizionale per zampogna ‘a chiave’ e pipita), Abballu (tradizionale, canto con la chitarra battente), Lutiripù / Ballamu a tarantella (tradizionale / tarantella strumentale), Cedduzza (serenata tradizionale di Fuscaldo, provincia di Cosenza), Oi veni sonnu (ninnananna tradizionale), Cioparedda (serenata tradizionale), Lu ngui ngua (ninnananna catanese).

«Sono tre i tipi di composizione che vi presentiamo: le tarantelle, le serenate e le ninnananne», ha spiegato Maurizio Cuzzocrea durante la serata, e proprio a quest’ultimo genere appartiene l’ultimo brano della serata, Lu ngui ngua, una ninnananna diffusa nel catanese, che si distingue emblematicamente dalle altre perché cantata da un uomo, una rara presenza all’interno del genere.

La ricerca tipica del gruppo si conferma ancora una volta nell’esecuzione della scaletta dei brani della serata che, d’autore o di tradizione, cercano e trovano agganci con le sonorità del nostro orizzonte d’ascolto contemporaneo.