Catania Mia! Gli scatti di Ettore Sottsass

Intervista a Ornella Laneri, presidente della Fondazione Oelle, organizzatrice della mostra ospitata al Museo civico Castello Ursino

Gaetano Gigante

In occasione della mostra Catania Mia! di Ettore Sottsass, ospitata dal Museo civico Castello Ursino nei giorni scorsi, abbiamo intervistato Ornella Laneri, fondatrice e presidente della Fondazione Oelle dal 2017. Classe 1963, imprenditrice nel settore dell’ospitalità, Ornella Laneri, grazie anche alla collaborazione di Carmelo Nicosia, direttore artistico della Fondazione, ha organizzato la mostra sugli scatti di Ettore Scottsass.

Una mostra con 111 fotografie, in bianco e nero e a colori, quasi tutte inedite, che Ettore Sottsass, un "fotoreporter della vita", ha realizzato a Catania negli anni Novanta. Fotografie attraverso cui Ettore Sottsass ha raccontato sè stesso nelle vesti di “fotografo”, uno degli aspetti meno conosciuti e indagati del grande architetto e designer italiano. Ideato e realizzato per gli spazi del Castello Ursino, il percorso espositivo racconta una Catania vitale: il Barocco, il mercato del pesce, le strade, le scene di vita quotidiana e luoghi simbolo della città come il Monastero dei Benedettini.

Chiostro di Ponente, Monastero dei Benedettini (foto di Ettore Sottsass)

Monastero dei Benedettini, Chiostro di Ponente (foto di Ettore Sottsass)

Come nasce l’idea della mostra “Catania Mia!”?

«Da qualche anno ci siamo focalizzati principalmente sulla fotografia, soprattutto tenendo in considerazione l’attività fotografica di Carmelo Nicosia (vai all'intervista), direttore della scuola di fotografia all’Accademia di Belle Arti di Catania – spiega Ornella Laneri -. Dunque, nonostante siamo aperti ad ogni tipologia di arte, ci risulta molto più naturale l’idea di una mostra fotografica. Personalmente apprezzo moltissimo Ettore Sottsass, ho avuto il privilegio di conoscerlo all’inaugurazione di Memphis, mentre ancora studiavo architettura e design al Politecnico di Milano. Nella genesi della mostra sono state fondamentali le mie relazioni con Barbara Radice, moglie di Ettore Sottsass, e con Daniela Corsaro, della quale sono molto amica. Proprio da lei ho saputo che Barbara stava mettendo ordine tra le fotografie di Sottsass e che aveva intenzione di realizzare una mostra su queste, quasi tutte inedite. Le fotografie sono state cedute da Barbara Radice al Centre Georges Pompidou perché nessun museo italiano aveva scelto di accogliere i lavori di Sottsass. Dopo aver chiesto l’autorizzazione per la stampa e averla ottenuta, abbiamo organizzato la mostra».

La Fondazione Oelle, qual è il suo ruolo nel mondo dell’arte contemporanea? 

«La Fondazione nasce con un altro nome nel 2009, allora si chiamava Fondazione Mediterraneo Antico, che si occupava prevalentemente di supporto a missioni archeologiche legate all’area del Mediterraneo – racconta la fondatrice -. Nel 2017 si è presentata l’opportunità di trasformarla in una fondazione che si occupasse d’arte contemporanea. Anche se già conoscevo Carmelo Nicosia, l’incontro più professionale è avvenuto durante la visita di Phil Stern del 2013 in occasione del settantesimo anniversario dello sbarco delle truppe alleate in Sicilia. È stato un momento fondamentale per la nascita della Fondazione». 

«A quel punto non poteva più chiamarsi “Mediterraneo Antico” perché ci saremmo occupati di arte contemporanea, anche se il nostro approccio a questa è inevitabilmente legato al Mediterraneo – continua la fondatrice -. Carmelo Nicosia mi propose di chiamare la Fondazione “Ornella Laneri”, ma io ho deciso di chiamarla “Oelle” in omaggio al mio staff visto che in albergo mi chiamano tutti da sempre signora Oelle».

Ornella Laneri

Ornella Laneri

La mostra è frutto di una rete di collaborazioni molto estesa. Quanto è importante il sostegno del settore pubblico e privato?

«È stato molto importante, ma allo stesso tempo tutti quelli che ci sono stati accanto sono stati il completamento di una progettualità, frutto della collaborazione tra Carmelo Nicosia, che ha esercitato un ruolo scientifico significativo, Barbara Radice, Christoph Radl e altri – racconta Ornella Laneri -. Ovviamente ritengo sia stato rilevante anche il mio contributo da vari punti di vista, soprattutto quello delle pubbliche relazioni. È necessario che i nostri collaboratori capiscano le motivazioni per le quali facciamo qualcosa: portare cultura, conoscenza, contribuire ad una formazione e ad un’offerta culturale delle quali si sente la necessità».

Alla realizzazione della mostra hanno collaborato lo studio Ettore Sottsass, il Comune di Catania, il Fondo Sottsass del Centre George Pompidou di Parigi, la Bibliothèque Kandinsky, Crédit Agricole Italia e la Società Aeroporto Catania.

Nel 2017 ha ricevuto il premio Smau per l’innovazione nel settore del commercio e del turismo per avere inaugurato il primo orto urbano biologico e sinergico all’interno di un contesto alberghiero di grandi dimensioni. Come integra la diversità e la sostenibilità adottate nella sua attività aziendale in quelle della Fondazione Oelle?

«È più naturale e facile perché nel mondo dell’arte tutto è più fluido rispetto all’universo aziendale – spiega -. Nella Fondazione Oelle, nel 2018 abbiamo raggiunto il 50% di lavoratori e lavoratrici, senza neanche pensarci. Né io, né Carmelo, abbiamo mai sentito la necessità di dover applicare questi principi intenzionalmente, poiché era un qualcosa che veniva in automatico».