Oltre 17mila visitatori in un mese per la mostra del Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane dell’Università di Catania tra reperti provenienti dai rinomati musei europei e laboratori didattici per i più piccoli
“Come discendente della Babilonia, di Sumer e dell’Assiria, sono veramente incantato da questa cooperazione, che consente a tutti di esplorare la storia dell'umanità. Vi auguro ancora successo, cooperazione e molte altre scoperte archeologiche e storie che narrano la nostra antica storia. La mia sincera gratitudine”.
È solo uno dei tantissimi messaggi che i visitatori hanno lasciato sul “libro” della mostra Da Babilonia a Baghdad: sulle tracce di Hammurabi ospitata dal Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane dell’Università di Catania.
A scriverlo è un arabo che non è voluto mancare alla mostra che ha aperto i battenti il 6 dicembre scorso e che ha già registrato oltre 17mila visitatori.
E ancora, in un altro messaggio, si ringrazia gli organizzatori per quel “tuffo nel passato, nella cultura, una immersione nella società babilonese” auspicando “che possa servire da legame tra i popoli anche per il futuro”.

Visitatori presenti alla mostra
Come questi messaggi, in diverse lingue del mondo, tanti altri, a firma di visitatori, grandi e piccoli, che hanno varcato l’ingresso della mostra per assaporarne il percorso espositivo che si sviluppa intorno ai recenti ritrovamenti e risultati degli scavi archeologici del Baghdad Urban Archaeological Project di Unict (BUAP) proprio a Tell Muhammad, sito localizzato nella capitale irachena Baghdad e datato a circa 4 mila anni fa, ai tempi della prima dinastia di Babilonia del grande sovrano Hammurabi.
Un percorso – che ha incantato i cittadini e i numerosi turisti stranieri presenti a Catania - incentrato sulla figura del visionario sovrano babilonese con manufatti provenienti da rinomati musei quali il Vorderasiatisches Museum del Pergamon di Berlino, il British Museum di Londra e i Musei Reali di Torino, oltre ad una riproduzione in 3D della famosa Stele di Hammurabi, in collaborazione con il Louvre di Parigi.
Tra i rari manufatti archeologici del periodo della I Dinastia di Babilonia - come gli oggetti in metallo raccolti da F. Jones e A. H. Layard a Tell Muhammad nel 1850, due dei quali presentano l’iscrizione "E.GAL Hammurabi - Palazzo/Fortezza di Hammurabi" – i visitatori sono rimasti affascinati anche dalle ricostruzioni architettoniche e dalla galleria di suggestive foto di scavo.

Piccoli visitatori alla mostra
Lungo il percorso hanno potuto scoprire i primi risultati archeologici degli scavi svolti a Tell Muhammad in collaborazione con il Board of Antiquities and Heritage (SBAH) dell’Iraq e con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
A guidare i visitatori sono proprio gli archeologi, protagonisti degli scavi, che lungo la mostra illustrano il proprio lavoro fino alle analisi archeometriche e alle ricostruzioni virtuali realizzate in collaborazione con i diversi dipartimenti dell’Università di Catania.
La mostra è stata curata dall'archeologo Nicola Laneri, docente di Archeologia e Storia dell'Arte del Vicino Oriente e direttore della Missione archeologica di Tell Muhammad (Iraq) e dalla prof.ssa Germana Barone, delegata al Sistema Museale d’Ateneo e direttrice del Museo dei Saperi.
Una iniziativa – visitabile fino all’11 febbraio - realizzata in collaborazione con l'arch. Daniele Leonardi (Area della Terza Missione) e con la Fondazione OELLE.
Il tour virtuale realizzato dal prof. Filippo Stanco nell'ambito del progetto Dreamin
Un'importante attività ancillare alla visita della mostra è stata l'organizzazione di alcuni laboratori didattici a proposito della figura di Hammurabi e del suo impatto storico e culturale. Sono proprio i giovanissimi della scuola primaria, alle prese con i primi rudimenti di storia antica, ad essere stati gli interlocutori più entusiasti delle attività pensate da un gruppo di dottorande e ricercatrici dell'Università di Catania.
Tra la realizzazione di figurine in argilla, cruciverba su Hammurabi, una ziggurat da colorare e l'uso di timbri di legno, l'esperienza è stata utile ad estendere il raggio di comunicazione e fruizione della mostra temporanea, indirizzando ai più piccoli attenzioni e approfondimenti sul lavoro dell'archeologo, sugli usi dell'argilla e della scrittura nella Mesopotamia antica.
Per i più grandi, un simulatore di analisi scientifiche ha permesso ai ragazzi di cimentarsi nella lettura e nell'interpretazione degli impasti ceramici e dei campioni di roccia tramite l'osservazione virtuale al microscopio ottico e la riproduzione di analisi chimiche e mineralogiche.

Alcuni piccoli visitatori alla mostra
“È stato emozionante vedere migliaia di visitatori, soprattutto le famiglie con bambini di età scolare che trascinano i genitori a vedere ‘la stele di Hammurabi’, in fila le domeniche di Dicembre per confrontarsi con un mondo lontano com’è quello della Mesopotamia di 4.000 anni fa”, hanno spiegato Nicola Laneri e Germana Barone, curatori della mostra.
“Proprio una soddisfazione leggere i commenti apposti nella sala didattica, firme e disegni dei giovanissimi che vorrebbero un posto così a casa, contenti di conoscere la storia, interessati a comunicare con ricercatrici e studentesse e, perché no, a sognare un futuro di ricerche archeologiche e scientifiche”, hanno aggiunto.
“Grazie alla mostra su Hammurabi – hanno proseguito i curatori - il Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane e il Palazzo Centrale dell’Università di Catania sono diventati un punto di riferimento per la città e tutti i visitatori che hanno avuto modo di apprezzare la mostra, con materiali esposti provenienti dal British Museum di Londra, dal Pergamon Museum di Berlino e dal Musei Reali di Torino”.

Alcuni visitatori alla mostra
“La mostra è stata resa più viva grazie al racconto delle ricerche archeologiche, archeometriche e di fruizione anche digitale che il nostro Ateneo porta avanti con importanti successi, fatto da giovani ricercatori e studenti, che partecipano alle attività sul campo a Bagdad”, spiegano i due curatori della mostra.
“I messaggi entusiasti lasciati dai visitatori e dai bambini che hanno fruito delle attività laboratoriali ideate per loro sono un’attestazione di quanto utili siano questi eventi per la promozione della cultura in una città che si trova al centro del Mediterraneo e che è desiderosa di conoscere le tracce della storia delle popolazioni del Mediterraneo e del Medio Oriente”, hanno aggiunto Germana Barone e Nicola Laneri.
La mostra ha registrato una particolare affluenza proprio nei fine settimana, grazie anche alle aperture straordinarie. Nel primo weekend – dal 6 all’8 dicembre – sono stati oltre 4mila i visitatori, mentre quasi 5mila in quello successivo.
Grande affluenza anche sabato 21 e domenica 22 dicembre con 4 mila visitatori.