Il Polo didattico del dipartimento di Economia e Impresa di corso delle Province è stato intitolato al professore Emilio Giardina
Un maestro per numerose generazioni di allievi nel campo dell’economia pubblica e delle finanze. Uno studioso che si è dedicato alle istituzioni – per oltre trent’anni ha rivestito il ruolo di preside dell’allora Facoltà di Economia e Commercio – e al suo territorio. Sono solo alcuni dei motivi per cui il 6 maggio l’Università di Catania ha intitolato il Polo didattico del dipartimento di Economia e Impresa, in corso delle Province, che un tempo ospitava la premiata vetreria Fortuna, al prof. Emilio Giardina.
Una giornata, proprio ad un anno dalla sua scomparsa, in cui è stata ricordata la sua figura e il suo pensiero culturale e scientifico che ha richiamato la presenza dell’attuale governance – il rettore Francesco Priolo e il direttore generale Corrado Spinella -, il direttore del Dipartimento di Economia e Impresa, Roberto Cellini, i past rettori - Enrico Rizzarelli, Francesco Basile, Giacomo Pignataro – e numerosi direttori e docenti dei vari dipartimenti, colleghi e allievi di allora, studentesse e studenti di oggi.
E proprio il rettore Francesco Priolo, nel suo intervento, ha rimarcato il ruolo del prof. Giardina come fondamentale innovatore del mondo accademico e come protagonista dell’autonomia dell’Università di Catania, nel periodo a cavallo tra gli anni ’90 e Duemila.
“È in quel periodo che si è affermata l'autonomia degli atenei - ha detto il rettore - che oggi costituisce un bene prezioso per i giovani e il territorio. Nelle sue numerose attività, il prof. Giardina non è stato solo un grande docente e studioso di Scienza delle Finanze, ma ha affermato un 'idea di università che vive e si attua nella formazione piena delle persone e nell'interazione con la società. Un modello che sta a noi difendere e valorizzare”.
Ha inoltre evidenziato il ruolo di Giardina come fondatore e presidente del Cus Catania e il suo contributo nel trasformare Catania in una vera e propria città universitaria.
Successivamente ha preso la parola il direttore del Dei, Roberto Cellini, che ha ricordato quanto Emilio Giardina sia stato una figura di riferimento anche in altri atenei. “È stato fondatore e presidente del Centro Studi di Economia Applicata all’Ingegneria e dal 1972 al 1999 preside della Facoltà di Economia, venendo eletto ben nove volte – ha detto -. Durante questo lungo periodo, il numero di docenti è passato da 51, di cui 5 ordinari, a 79, di cui 17 ordinari. Anche le iscrizioni sono aumentate sensibilmente: da 3.640 studenti nel 1972 a oltre 6.000 nel 1999”.

Il rettore Francesco Priolo mentre svela la targa in memoria del prof. Emilio Giardina. Al suo fianco Irene Giardina
A ricordare il professore, gli amici e i colleghi di una vita: Salvatore Barbagallo dell’Università di Catania e attuale presidente Csei; Giorgio Brosio dell’Università di Torino; Salvatore La Rosa dell’Università di Catania; Gilberto Muraro dell’Università di Padova, Alessandro Petretto dell’Università di Firenze; Gilberto Turati dell’Università Cattolica e presidente Siep.
Particolarmente toccante l’intervento di Irene Giardina, figlia del docente, ordinaria al Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma La Sapienza e membro associato dell’Istituto per i Sistemi Complessi del Cnr. La prof.ssa Giardina, nel suo intervento ha espresso “profonda gratitudine agli amici, ai colleghi e agli allievi che hanno promosso e reso possibile l’intitolazione del polo didattico di Corso delle Province alla memoria di mio padre”.
Ha ricordato come lei e suo fratello siano cresciuti “in un ambiente segnato dal lavoro accademico del padre”. “Fin da piccoli abituati a ritmi diversi rispetto ai coetanei, scanditi dallo studio, dalla ricerca e dall’impegno istituzionale”, ha aggiunto.
Emilio Giardina amava condividere le sue esperienze professionali, trasmettendo ai figli la passione per lo studio come privilegio e possibile strada di vita. “Ho seguito un po’ il suo percorso – ha raccontato – e oggi ritrovo nella mia vita e nella mia famiglia quella stessa atmosfera”.
E, infine, ha concluso ricordando uno degli ultimi scritti del padre, di vita accademica, un testo che intreccia la storia della scienza delle finanze e dell’economia pubblica italiana con ricordi personali. Un’opera che il prof. Emilio Giardina considerava incompiuta, ma che per chi oggi lo legge rappresenta un documento di straordinario valore.

Il tavolo dei relatori, da sinistra a destra: Salvatore Barbagallo, Gilberto Muraro, Gilberto Turati, Irene Giardina, Giacomo Pignataro, Alessandro Petretto, Giorgio Brosio, Salvatore La Rosa
Tra gli interventi, anche quello del professor Salvatore La Rosa, titolare della cattedra di Diritto Tributario nell’allora Facoltà di Giurisprudenza dal 1976 al 2010 e docente di Diritto Tributario e di Diritto Finanziario nella Facoltà di Scienze Politiche dal 1968 al 1992. La Rosa ha voluto ricordare l’impegno di Emilio Giardina nell’ambito giuridico e finanziario, in particolare rispetto alle problematiche del processo tributario. Ha evidenziato “le disparità di risorse tra i contribuenti e l’amministrazione fiscale e ha sottolineato la necessità di un processo più rapido ed equo, capace di garantire una giustizia fiscale accessibile a tutti”.
Dopo l’intervento del professor Giacomo Pignataro, è intervenuto Salvatore Barbagallo, ordinario di Idraulica agraria e assessore regionale all’Agricoltura. Barbagallo ha ricordato il segno lasciato da Emilio Giardina nell’ateneo, con particolare riferimento al suo contributo nel campo dell’ingegneria idraulica.
Ha citato la fondazione, nel 1975, del Centro Studi di Economia Applicata all’Ingegneria di Catania, creato insieme al professore Guccino e al collaboratore Salvatore Indelicato. “Un centro interdisciplinare innovativo, nato per fornire supporto specialistico alle pubbliche amministrazioni, in particolare sulla gestione delle acque e sull’economia applicata all’ingegneria”, ha aggiunto.
Barbagallo ha aggiunto anche che Giardina si è impegnato “nella difesa dei contributi della Regione Siciliana per i consorzi di bonifica” e ha sottolineato “la sua capacità di creare gruppi interdisciplinari coinvolgendo esperti di diverse aree per affrontare tematiche al confine tra la sua specializzazione e altre discipline”. “Una generazione di persone che hanno potuto apprezzarne le doti – ha concluso Barbagallo – non possono che esprimerne eterna gratitudine per il suo instancabile lavoro”.
La giornata si è conclusa con un forte senso di riconoscenza e affetto verso una figura che ha saputo unire rigore scientifico, visione istituzionale e passione educativa. Emilio Giardina lascia un’eredità viva nei luoghi, nelle persone e nelle idee che ha contribuito a far crescere. Il suo ricordo continuerà a ispirare generazioni di studenti, studiosi e cittadini.