Carmine Lubritto, docente dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, nel suo talk, ha illustrato come si applica la scienza alla conservazione dei beni culturali
La finale di Famelab Catania ha ospitato anche un talk di eccezione, quello di Carmine Lubritto, docente di Fisica applicata al Dipartimento di Scienze tecnologiche ambientali biologiche e farmaceutiche dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Nella sua presentazione – dal titolo Gli investigatori dell’arte e dell’archeologia: la fisica nel mondo dei beni culturali – il docente dell’ateneo campano ha illustrato come si applica la scienza a tutto ciò che riguarda la conservazione dei beni culturali.
“Il fisico quando fa ricerca – ha detto in apertura il prof. Carmine Lubritto - si comporta come un investigatore: si pone degli interrogativi e spinto dalla curiosità e dalla determinazione, cerca di dare delle risposte. Per fare ciò bisogna analizza tutti gli indizi che trova analizzandoli secondo una metodologia scientifica”.

Un momento del talk del prof. Carmine Lubritto
“Se voi guardate un’opera d’arte, guardate un reperto archeologico, per voi può essere un’emozione, mentre per me è l’insieme di atomi e molecole che si trasformano”, ha detto il docente.
Nel suo lavoro, infatti, il professore Lubritto, come ha precisato nell'intervento, si occupa “di ricavare informazioni da reperti come scheletri, da cui ogni parte può raccontare qualcosa: l’osso, il dente, lo smalto e la dentina forniscono dati sulla provenienza, sulla crescita e sulla vita degli individui”.
“In particolare – ha aggiunto - lo smalto conserva dati preziosi sul luogo in cui si è formato il dente, permettendo così di risalire al luogo di nascita del soggetto analizzato. Confrontando lo smalto dei denti con le ossa, è possibile capire se l’individuo si è spostato da un luogo all’altro nel corso della sua vita”.

Un momento del talk del prof. Carmine Lubritto
"La dentina, ovvero il tessuto duro e resistente che costituisce la maggior parte del dente, situato sotto lo smalto e il cemento, invece, si forma in strati successivi – ha precisato -. Misurando il rapporto isotopico in ciascuno di questi strati, si riesce a ricostruire le diverse fasi della vita di una persona”.
“Questo tipo di analisi, condotta su materiali organici all’interno dei laboratori, rientra in ciò che viene definito archeologia sociale”, ha detto in chiusura del talk tra gli applausi dei candidati alla finale di Famelab Catania, coordinata da Elena Bruno, e dei numerosi studenti degli istituti superiori.