L’amica geniale a fumetti

Nell’ambito del festival “Cantieri Intermediali” è andato in scena al Cut il recital di Fanny & Alexander tratto dalla graphic novel di Mara Cerri e Chiara Lagani sull’Amica geniale di Elena Ferrante

Thea Faro

Quale miglior luogo, se non il teatro, per concludere la prima edizione del festival Cantieri Intermediali

Nel finale della sezione Dopolavoro del festival, dedicata alla creatività e alla sperimentazione, è approdata a Catania, ospite del Centro Universitario Teatrale, la compagnia ravennate Fanny & Alexander.

Come perfetto esempio di ibridazione dei linguaggi artistici e di rimediazione dei codici espressivi, Chiara Lagani, fondatrice della compagnia teatrale nonché drammaturga, attrice e traduttrice, ha portato sul palcoscenico del Cut il recital L’amica geniale a fumetti, basato sull’unica graphic novel autorizzata da Elena Ferrante in tutto il mondo, per il quale lei e l’illustratrice Mara Cerri hanno ricevuto il Premio ALMA Speciale Animazione 2022.

I percorsi delle due artiste si erano già incrociati in occasione della realizzazione de I libri di Oz per Einaudi, ed entrambe avevano già lavorato individualmente su Ferrante, le cui pagine avevano «letto e amato» e nelle quali, riflette Cerri durante la conversazione al termine dello spettacolo moderata da Simona Scattina, «forse era già insita la loro futura amicizia».

In particolar modo, l’incontro del gruppo ravvenate con l’universo narrativo di Lenù e Lila risale al 2017, anno di nascita del progetto Storia di un’amicizia, che si compone di tre spettacoli teatrali tratti dalla saga ferrantiana. 

Simona Scattina, Chiara Lagani e Mara Cerri

In foto da sinistra Simona Scattina, Chiara Lagani e Mara Cerri

La genesi del progetto si deve al desiderio di Lagani di «continuare a coltivare i fantasmi» sorti dalla lettura, dopo essersi scoperta affetta, nonostante un’iniziale diffidenza dovuta al grande successo editoriale, da quella che un documentario di Giacomo Durzi (al quale tra l’altro ha lavorato Cerri) chiama molto acutamente Ferrante fever

L’esito della recente collaborazione tra l’attrice e la fumettista, dunque, sembra essere prima di tutto un omaggio all’autrice ‘invisibile’ da parte di due sue appassionate lettrici. Il fumetto, infatti, pare pensato per affiancare e non sostituire la lettura della tetralogia, e si pone come strumento ermeneutico che nel condensare L’amica geniale e adattarlo al nuovo medium riesce a sottolineare e amplificare, soprattutto tramite il disegno sfumato e a tratti espressionista di Cerri, i temi principali del romanzo ormai impressi nella memoria collettiva, «svela[ndo] in profondità la narrazione». 

Secondo queste premesse va dunque letta l’idea di Lagani di aggiungere un ulteriore anello alla catena transmediale che ha visto l’opera di Ferrante smarginare i confini della forma romanzo, per passare dall’adattamento radiofonico, teatrale, televisivo, all’illustrazione e tornare poi, in questa nuova veste intermediale, allo spazio del teatro.

Lagani, nel riaprire il volume della scrittrice, recupera nella sua drammaturgia parti del testo escluse dalla sceneggiatura del fumetto, che usa per raccontare le immagini di Cerri soffermandosi soprattutto su determinati dettagli. 

Un momento del recital "L’amica geniale a fumetti"

Un momento del recital "L’amica geniale a fumetti"

Sulla scena interpreta il ruolo di Elena Greco adulta la quale, ricevuta la notizia dell’improvvisa sparizione dell’amica Raffaella Cerullo – per lei, da sempre, Lila – decide di sfidarla un’ultima volta, come a parti inverse accadeva quand’erano bambine, ostacolando la sua volontà di cancellare ogni traccia di sé e della sua esistenza tramite il racconto della loro amicizia: in un romanzo nell’originale ferrantiano, mediante i disegni nel fumetto e poi nello spettacolo.

Sul palcoscenico Lagani-Elena siede su uno sgabello posto davanti ad una scrivania, unici arredi di un allestimento volutamente essenziale. Alle sue spalle si colloca un maxi-schermo su cui scorre, per l’intera durata del recital, una selezione delle illustrazioni di Cerri, vera scenografia animata oltre che strumento narrativo nel montaggio curato da De Angelis la cui struttura – osserva Scattina – «in parte era già insita nelle tavole di Cerri». 

Queste, infatti, per la loro sequenzialità ricordano da vicino gli storyboard del cinema d’animazione, che del resto è l’ambito artistico da cui proviene l’illustratrice.

Un momento del recital "L’amica geniale a fumetti"

Un momento del recital "L’amica geniale a fumetti"

Il ritmo con cui si susseguono le tavole del fumetto è scandito da una palpitante musica di sottofondo, ed è perfettamente sincronizzato alla frequenza verbale e corporea della recitazione di Lagani. 

Sul tavolo davanti a lei poggiano vari oggetti dapprima indistinti, ma che presto si rivelano essere i ricordi di infanzia delle due ‘amiche geniali’: la spilla che Lila custodiva «come il regalo di una fata», il tappo da mettere «in testa alla bambola come fosse un cappello», la pietra che Lila aveva scagliato contro Enzo, i disegni delle scarpe marca Cerullo. 

Quasi vestendo i panni di una investigatrice, Lagani-Elena mostra questi oggetti agli spettatori mentre racconta la sua infanzia e la sua adolescenza (questi i titoli dei due capitoli del recital) vissute nel microcosmo di un rione napoletano, ricostruendone i momenti salienti e dando parola ai diversi personaggi che ne hanno fatto parte, modulando la propria voce come se raccontasse una fiaba. 

Sebbene assenti tra gli oggetti posti sulla scrivania, nella finestra intermediale del maxi-schermo si possono osservare anche le bambole di Lenù e Lila, elementi centrali nell’opera ferrantiana poiché alter ego delle amiche protagoniste. A tal proposito non sembra casuale l’abito nero indossato in scena dall’attrice, lo stesso che utilizza negli spettacoli di Storia di un’amicizia in seguito alla metamorfosi da bambina a bambola. 

Un momento del recital "L’amica geniale a fumetti"

Un momento del recital "L’amica geniale a fumetti"

Tale trasformazione è riproposta sia nel fumetto che nel recital, nella cui conclusione lo svenimento di Lila viene assimilato alla caduta delle bambole dentro un buio scantinato, ossia, nell’immaginazione infantile delle due personagge, la temibile «borsa nera di don Achille».

Rendendo dunque le bambole «oggetti liminali del plot», secondo l’interpretazione di Tiziana De Rogatis, il recital di Lagani riproduce la struttura circolare della quadrilogia, collocando inoltre in una posizione di rilievo quei giocattoli che, come simboli dell’archetipo dello sguardo infantile, connettono l’opus ferrantiano con la matrice espressiva di Fanny & Alexander: il mondo dell’infanzia e dell’immaginazione creativa, che già emerge con grande evidenza nel loro nome di bergmaniana memoria. 

Prima del recital si era tenuta nella suggestiva sala Teatro di Piazza Scammacca la presentazione del libro di Laura Pernice "Immaginazioni intermediali. Le regie liriche di Fanny & Alexander" con la partecipazione di Chiara Lagani al festival “Cantieri Intermediali”