Il Palazzo centrale dell’Università di Catania ha ospitato la presentazione del volume e della mostra dedicata a una figura chiave nel panorama politico e istituzionale siciliano del dopoguerra
Una figura chiave nel panorama politico e istituzionale siciliano del dopoguerra, distinguendosi per il suo impegno in vari ambiti: dalla politica regionale alla promozione dello sviluppo industriale, dal governo locale alla partecipazione attiva in movimenti e partiti politici.
E per onorare Claudio Majorana (1912-1984), l’Università di Catania ha organizzato un evento di grande rilevanza culturale e storica con la presentazione del volume e della mostra L’Archivio di Claudio Majorana che si è snodata tra l’aula magna del Palazzo centrale, l’aula multifunzionale del Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane e l’Archivio storico.
Una mostra in cui sono esposti documenti originali, fotografie, corrispondenze e materiali d’archivio della famiglia Majorana (dal capostipite Salvatore ai figli Giuseppe, Angelo, Quirino, Dante, Fabio, Elvira e Emilia e i diversi nipoti tra cui il fisico Ettore).
Il volume, invece, è incentrato sull’impegno civile e istituzionale di Claudio Majorana che ha ricoperto nella sua vita il ruolo di deputato all’Assemblea Regionale Siciliana e di presidente di diverse commissioni (dal 1947 al 1959) concentrandosi sulle infrastrutture, pianificazione urbanistica e promozione dell’industria locale.
E ancora di sindaco del Comune di Aci Castello contribuendo al miglioramento delle infrastrutture locali e alla promozione del territorio e di presidente dell'Istituto Regionale per il Finanziamento alle Industrie in Sicilia finalizzato alla promozione e il sostegno delle imprese locali e dell'Istituto Immobiliare di Catania concentrandosi nel risanamento del quartiere San Berillo.
La cerimonia è stata impreziosita con la donazione da parte della famiglia Majorana De Luca al Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane di dieci opere originali di Ettore Majorana, contribuendo in modo significativo all’arricchimento del patrimonio culturale dell’Ateneo.
L'area della mostra dedicata a Claudio Majorana
Majorana, una famiglia nel “cuore” di Unict
«Oggi è un giorno di festa per un Unict e un ringraziamento particolare lo dobbiamo rivolgere alla famiglia Majorana ed in particolare all'amico Marcello perchè senza la sua generosità, senza la sua dedizione, questa giornata non ci sarebbe stata», ha detto il rettore Francesco Priolo in apertura del suo intervento.
«La presentazione del volume sull'archivio di Claudio Majorana, grazie al lavoro di Enrico Iachello e di Gaetano Calabrese, e della delegata Germana Barone al Simua, ci consente di comprendere ancora meglio come la storia della famiglia Majorana si interseca con quelle della nostra università e credo anche del nostro Paese», ha aggiunto.
«Una famiglia che ha origini a Militello di Val di Catania che ha dato a questo Ateneo ben tre magnifici rettori (Giuseppe, Angelo e Dante), due ministri (Salvatore e Angelo) ed un impegno davvero importante per la Sicilia e l’Italia in diversi campi, da quello politico e culturale a quello scientifico. Basti pensare al fisico Quirino Majorana, preside della Facoltà di Fisica dell’ateneo di Bologna che concesse la laurea honoris causa al non laureato Guglielmo Marconi, poi premio Nobel», ha detto il rettore.
«Come non ricordare Ettore Majorana di cui abbiamo l’onore di conservare nei locali del Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane ben dieci opere originali grazie alla donazione – ha sottolineato -. E tra questi volumi un lavoro sulla teoria simmetrica dell'elettrone del positrone degli anni trenta e che solo pochi anni fa la rivista Nature, in un editoriale dal titolo Majorana Returns, ha evidenziato l’importanza di quella ricerca d'avanguardia e la visione a lunghissimo termine di quel lavoro».
«Ma voglio ricordare l’ingegnere Claudio Majorana e il suo impegno politico, con una visione liberale, nel primo dopoguerra, con un impatto importante per la Sicilia. E come rettore ha dato vita alla Facoltà di Agraria e al Centro siciliano di fisica nucleare e struttura della materia di cui noi fisici siciliani e in particolare noi catanesi siamo veramente innamorati e grati per il supporto per le giovani generazioni», ha aggiunto.
Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo
«Tra il materiale presente nella mostra mi ha colpito la lettera di Gabriele D’Annunzio dedicata a Angelo Majorana in cui gli augura “i più fieri impedimenti che tu conosci e provi la gioia nel superarli, quindi ti auguro gli impedimenti perché tu li conosci e li sai superare e avrai la gioia nel superarli”. Ecco mi sembra un bellissimo augurio e con questo ringrazio ancora Marcello e ringrazio tutti voi», ha detto in chiusura di intervento il rettore Francesco Priolo.
Sulla stessa linea anche il rettore eletto Enrico Foti. «È una giornata dedicata a una famiglia e a un uomo importante e per questo dobbiamo ringraziare Marcello Majorana perché ci sta donando un pezzo di vita personale oltre che un archivio – ha detto -. Oltre alla Facoltà di Agraria, la famiglia Majorana ha dato un contributo anche per la crescita e l'istituzione della Facoltà di Ingegneria e probabilmente se non fosse stata istituita io non sarei qui, sarei andato altrove a studiare Ingegneria e la mia vita sarebbe stata un'altra. Credo che tutti in un modo o nell'altro siamo collegati a questa grande famiglia e soprattutto a questo grande personaggio e per questo dobbiamo dire grazie».
E Paolo La Greca, docente dell’ateneo catanese e vicesindaco di Catania, ha sottolineato che «questa giornata rappresenta un momento importante per la città perché Marcello Majorana sta donando a tutti noi un qualcosa di intimo della sua vita, della sua famiglia». «Grazie a Marcello il patrimonio dell'archivio di Claudio Majorana diventa un patrimonio di tutti – ha aggiunto -. Sono queste storie, le storie dei singoli, le storie di ciascuno di noi che diventano patrimonio collettivo e fanno la storia di una città, fanno la storia di una regione, fanno la storia del paese testimoniando ulteriormente quel grande spirito di appartenenza, un nuovo impulso sempre per la nostra università».
Un momento dell'intervento del rettore eletto Enrico Foti
Majorana, dalle “radici” nella sua Militello all’impegno per il Paese
«Per Militello Val di Catania questa giornata è importante perché dedicata alla famiglia Majorana che rappresenta le “radici” del mio paese per quell’inestimabile impegno civile, culturale, politico e scientifico – ha detto il sindaco Giovanni Burtone -. Da Salvatore Majorana fino ai giorni nostri, tutte le generazioni, hanno dato tanto alla nostra terra. Il libro non è soltanto una rivisitazione biografica di Claudio Majorana, ma si concentra sulla storia di quest’uomo che ha lavorato per la Sicilia e per l’Italia in diversi campi. Penso a quello politico col piano di edificazione di Aci Castello, di cui è stato sindaco, o la trasformazione dei quartieri San Berillo e Corso Sicilia di Catania. Per Claudio Majorana la politica è stata una missione».
A seguire Nello Musumeci, ministro della Protezione civile e originario di Militello Val di Catania, ha sottolineato che «poche dinastie in Sicilia hanno avuto per tre generazioni rappresentanti così originali, così significativi».
«I Majorana hanno stupito l'Italia per oltre cento anni: Angelo si è laureato a 16 anni e a venti era professore straordinario della Università; Quirino è stato definito dalla Treccani il secondo Guglielmo Marconi; Giuseppe e Dante sono stati rettori di questa Università e deputati al Parlamento nazionale condividendo il potere accademico e politico di Catania con un'altra famiglia importante, quella dei Carnazza. E poi la terza generazione, quella di Ettore, sulla cui scomparsa misteriosa, naturalmente, non si contano più i lavori pubblicati. Allora, perché, nonostante tutto, quella dei Majorana è una delle famiglie meno studiate? Questa è una domanda che abbiamo il dovere di porci. È stato organizzato e ordinato l'archivio di famiglia, e questo è un merito dei curatori e consente agli studiosi di poter finalmente accedere e leggere tra le pieghe di una realtà che finora è rimasta non del tutto conosciuta», ha aggiunto.
In foto da sinistra Germana Barone, Giovanni Burtone, Andrea Raiti e Nello Musumeci
«Grazie a Marcello Majorana per questo lavoro perché senza gli archivi di famiglia è difficile costruire la micro-storia, e la micro-storia crea il tessuto connettivo della grande storia. Quindi chiediamoci perché tanti archivi familiari sono andati persi, ed è merito dell’Università avere voluto stimolare la raccolta e la catalogazione di tanto materiale che, mi auguro, possa arrivare ancora più abbondante nel futuro da altre tante famiglie», ha detto il ministro.
«A dicembre, in occasione dei 200 anni dalla nascita di Salvatore Majorana Calatabiano, il Governo nazionale, attraverso il Ministro per l'Università, intende organizzare, con l’ateneo catanese, un convegno dedicato al capostipite, a Salvatore Majorana Calatabiano – ha proseguito Nello Musumeci -. In quella occasione, mi auguro, si potranno approfondire ulteriori aspetti legati alla vita di questo straordinario uomo, che ebbe l'intelligenza e la pazienza di curare tutti e cinque i figli maschi, affinché ognuno, seguendoli personalmente con un metodo pedagogico personalizzato, potesse avere un giusto ruolo nella società italiana».
A chiudere gli interventi istituzionali l’avv. Andrea Pruiti del Cda della Fondazione Luigi Einaudi che si è soffermato sul ruolo politico di Claudio Majorana (vai all'articolo).
L'area della mostra dedicata a Salvatore Majorana
L’archivio di Claudio Majorana
«Grazie a Unict e al lavoro svolto, ma anche per aver concesso questa giornata alla mia famiglia che, dal canto suo, ha lasciato il segno nelle storie dell’Università di Catania, in Sicilia e anche fuori». Con queste parole Marcello Majorana De Luca ha aperto il suo intervento sulla donazione dell’archivio.
«Quando mi sono state donate queste carte, da cui è nato il libro e poi la mostra, sono stato sorpreso e la giornata di oggi sarebbe stata gradita dal mio papà anche per la presenza di tutti voi – ha detto -. Ricordo quando andai dal professore Giuseppe Giarrizzo a parlargli di questi documenti e lui mi affidò al giovane ricercatore Enrico Iachello. Abbiamo trascorso anni in un garage di via Garibaldi a ordinare i documenti e adesso dopo 23 anni siamo arrivato alla giornata di oggi. Ci siamo riusciti a mettere ordine a ben 80.000 documenti conservati e 16.000 volumi trascritti. Non posso non ringraziare Gaetano Calabrese che ha seguito questo lavoro negli ultimi 13 anni. Adesso vorrei solo studiare la storia di Dante Majorana».
«Credo che sia il giusto riconoscimento ad un uomo che si impegnò per far nascere le facoltà di ingegneria, agraria e fisica frenando così quelle fughe di giovani verso il nord. Tra le sue carte c'è un'inchiesta sulla emigrazione del sud degli anni 50 e un’altra sul quartiere di San Berillo e sullo sviluppo di corso Sicilia che per la presenza delle numerose banche rappresentava il cuore economico di Catania simile a quello delle grandi città», ha aggiunto.
Un momento dell'intervento di Marcello Majorana
Riprendendo le origini del lavoro, ha preso la parola Concetta Damiani, ricercatrice di Archivistica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.
«In una parte del testamento olografo di Claudio, riportato nel saggio del professor Marcello, si legge chiaramente che le mie carte, specialmente quelle di famiglia, dovranno andare a Marcello. Emerge dunque quella che è un'attenzione scrupolosa da parte di Claudio, una preoccupazione, un rigore ed un riservo nei confronti, diciamo, di quell'archivio che lo aveva accompagnato, che era archivio personale, ma anche archivio di famiglia, come abbiamo sentito, e ai destini di questa documentazione», ha spiegato evidenziando nel suo intervento l’organizzazione del patrimonio archivistico straordinariamente composito dei Majorana e il lavoro svolto dal prof. Gaetano Calabrese nel conservare e valorizzare l'archivio di questo personaggio politico.
A seguire il curatore dell’archivio, il prof. Gaetano Calabrese, ha ripercorso tutte le tappe del lavoro svolto sottolineando come «l'archivio abbia riacquistato la sua anima e adesso, grazie all’inventario, permetterà agli studiosi e alle future generazioni di poter effettuare indagini di storia politica, economia, sviluppo industriale».
Nunzia Decembrino dell'Associazione Amici Unict, in rappresentanza del presidente Enrico Iachello, ha sottolineato il ruolo dell’associazione «nata proprio per favorire momenti come questo in cui possiamo celebrare la grandezza di Marcello Maiorana e dimostrare in maniera tangibile come la decisione di affidare a lui questo prezioso archivio sia stata molto saggia».
In questo contesto la prof.ssa Germana Barone, delegata al Sistema Museale d’Ateneo, ha evidenziato che «l'Università di Catania in questi ultimi anni ha raccolto diverse donazioni attestando sicuramente l'attenzione del territorio e la fiducia del territorio stesso verso l’ateneo che, in questi anni, ha dimostrato di saper conservare, tutelare e valorizzare il proprio patrimonio».

I rappresentanti delle diverse istituzioni e della famiglia Majorana




