L’estate Zafferanese propone Echi del Mediterraneo

La Bella Noeva ha aperto la terza edizione della rassegna di Teatri-street dedicata a opere prime, drammaturgia contemporanea e nuovi linguaggi artistici

Irene Isajia

È ancora Zafferana Etnea a vestire i panni di polo culturale dell’estate 2023. Un ricco cartellone con una variegata offerta culturale per il territorio etneo e tutta la comunità con spettacoli che valorizzano i borghi zafferanesi partendo dal patrimonio culturale locale.

La terza edizione della rassegna Teatri-street è organizzata dall’associazione culturale Jamà teatro eventi. L’evento è stato inaugurato con il concerto dell’ensemble La Bella Noeva con Echi del Mediterraneo, una selezione di brani che attraverso la musica, dalla colta alla popolare, dall’antica ai giorni nostri, raccontano sentimenti, legami e atmosfere dei popoli del sud intorno al Mediterraneo. 

A far da cornice lo spazio davanti al palazzo in stile liberty all’interno del Parco comunale di Zafferana.

Il gruppo, nato nel 2021, si compone di sei elementi Tonino Di Mauro (voce), Bruna D’Amico (chitarra e voce), Anna Spoto (flauto), Alessio Correnti (violino), Anette Wenzel (violoncello) e Giuseppe Valguarnera (percussioni, vai all'intervista).

Un momento del concerto Echi del Mediterraneo

Un momento del concerto Echi del Mediterraneo

L’inizio è collocato nel XVII secolo con Giovanni Stefani che, con il suo brano Amante felice incluso nella raccolta Affetti amorosi, ha regalato una musica per l’amante che si rivela, per lui, vita e morte insieme. 

U passariellu, brano di musica popolare, propone un testo che rappresenta uno scongiuro affinchè questo volatile non rovini il raccolto dei campi. 

Dal Salento proviene il canto Aremu rindinedda; la peculiarità del brano è la lingua, il grico salentino. Una lingua molto antica risalente al periodo bizantino e ormai quasi scomparsa, parlata da pochi anziani della zona del leccese. Le strofe del brano raccontano del viaggio della rondinella, da sempre noto come messaggero d’amore. 

A seguire Arriturnella che parla sempre di una rondinella. Di origini calabresi, stavolta, il brano è stato portato al successo da Eugenio Bennato nel 1978. 

Il concerto è proseguito con un brano di origini portoghesi che narra di Tres sirenas che rappresentano il Mediterraneo in cui si mescolano il napoletano, il greco e il portoghese. Piuttosto nostalgico, rievoca le parole delle sirene che alle onde del mare consegnano le loro speranze e le loro sofferenze, al nostro mare Mediterraneo che permette l’incontro delle culture e che desideriamo possa essere il simbolo della vita. 

Si cambia stile con due brani del XV secolo contenuti in una raccolta della Spagna di quel periodo: Tres morillas e Rodrigo Martinez, quest’ultimo una danza cantata che appartiene al genere della “Folia” che presenta un tema ripetuto con molte variazioni. 

Un momento del concerto Echi del Mediterraneo

Un momento del concerto Echi del Mediterraneo

La Tarantella di Athanasius Kircher, datata intorno agli inizi del Seicento, è un brano strumentale che rappresenta, o quasi, lo spartiacque del programma del concerto.

O fronte serena è una villanella, tipico brano popolare in cui spicca il tema amoroso. A comporlo il musicista e compositore veneziano Johann Hieronymus Kapsperger, noto come "il tedesco della tiorba" per la sua fama di virtuoso di questo strumento e di altri appartenenti alla famiglia dei liuti. 

A seguire la serenata di un compositore dei giorni nostri, Pino De Vittorio, di origini pugliesi, con Tu bella ca lu teni lu pettu tunnu, e il brano di Roberto De Simone che fra tutti ha dato lustro alla ricerca della musica popolare, soprattutto quella campana. 

Dal suo componimento più noto, La gatta Cenerentola, sono stati proposti La canzone delle sei sorelle, un canto irriverente, e Marinaresca, serenata tratta dall’opera Quant’è bell non muriri accis del 1975. 

In chiusura la danza tradizionale in chiave moderna, Tarantella primma, seconna e terza, musica simbolo del Mediterraneo.