Lo sport contro la devianza giovanile

Sottoscritto, nell’ambito delle azioni dell’Osservatorio metropolitano, un protocollo con la Federazione Italiana Sport Equestri per avviare attività di volontariato, sportive, di formazione e di avviamento al lavoro per soggetti inseriti nel circuito penale minorile

Alfio Russo

Attività di volontariato e sportive, nell’ambito degli sport equestri, e azioni mirate alla formazione e all’avviamento al lavoro da includere nei percorsi di rieducazione, reinserimento civico e sociale, progetti di messa alla prova previsti dalla legislazione minorile.

Sono i punti cardine del protocollo d’intesa promosso dalla sede regionale della Federazione Italiana Sport Equestri che è stato sottoscritto stamattina in Prefettura e che coinvolge, oltre all’Università di Catania, altre istituzioni locali, quali il Tribunale per i minorenni di Catania, la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Catania, l’Ufficio Servizio Sociale Minorenni del Ministero della Giustizia, il Comune di Catania - Direzione famiglia e politiche sociali, l’Azienda sanitaria provinciale e l’Istituto incremento ippico per la Sicilia.

Il protocollo d’intesa è stato illustrato stamattina nell’ambito della riunione plenaria dell’Osservatorio per la prevenzione dei fenomeni di devianza giovanile nell’area metropolitana alla presenza, tra gli altri, del prefetto Maria Carmela Librizzi, del vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, dell’assessore comunale ai Servizi sociali Bruno Brucchieri, della prorettrice Francesca Longo e del presidente regionale della Fise Fabio Parziano.

Per il prefetto Maria Carmela Librizzi si tratta di «un protocollo importante perché coinvolgere i giovani nello sport, e soprattutto l'equitazione, è importante per quella trasmissione di regole e valori». 

«Lo sport come modello educativo, il desiderio del domani appunto – ha aggiunto -. Creare un futuro per loro grazie alla collaborazione degli istituti scolastici dove saranno creati centri di aggregazione col mondo privato-sociale. In quest’ultimo anno grazie alle attività svolte in questo campo siamo passati da 40 a mille segnalazioni di casi di dispersione sociali e abbiamo sottoscritto protocollo con Inps e Asp, progetto cinema, musica, teatro e danza. È un lavoro lungo, ma a livello nazionale la nostra azione è stata riconosciuta come best practice».

Un momento dell'intervento del prefetto Maria Carmela Librizzi

Un momento dell'intervento del prefetto Maria Carmela Librizzi

Parole riprese da Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i minorenni di Catania, che ha evidenziato come «il protocollo consente di ampliare l’offerta per i ragazzi dei quartieri difficili e fare comprendere principi e valori, solidarietà e lealtà da trasferire in altri settori della vita». 

«La sinergia con le istituzioni è molto importante – ha aggiunto -. Lo sport è fondamentale nei percorsi di recupero e dobbiamo implementare questa realtà, non tutte le famiglie possono permettersi di garantire si propri figli una sana crescita con attività sportive e culturali. Vogliamo educare i ragazzi coinvolgimenti nelle attività che stanno intorno alle attività equestri».

«L'Università di Catania non è solo un'agenzia educativa specifica per gli iscritti, ma una istituzione inclusiva che sostiene progetti con ricadute sociali importanti per il territorio – ha spiegato la prorettrice Francesca Longo -. Catania ha un tasso importante di povertà educativa e di dispersione sociale e Unict non può non curarsi di queste problematiche svolgendo il suo ruolo creando una rete forte per sostenere i soggetti deboli con le altre istituzioni del territorio».

Attività che prevedono anche tirocini formativi che «consentiranno ai nostri studenti di inserire nei propri curricula quelle attività e quei servizi svolti nelle strutture di prossimità a sostegno dei più fragili e più deboli secondo le proprie competenze», ha aggiunto.

«L’Università di Catania – ha continuato la prorettrice -, nell’ambito delle azioni del nuovo protocollo, svolgerà attività di formazione, di studio e di ricerca e promuoverà tirocini rivolti ai minorenni e ai giovani-adulti inseriti nel circuito penale minorile, sottoposti a procedimento penale in stato di libertà o sottoposti a misure penali di comunità, e ai minori tutelati nelle procedure civili e amministrative».

Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro

L’ateneo, infatti, contribuirà alla realizzazione di incontri di studio sul tema del rispetto degli animali e dei cavalli in particolare, con sensibilizzazione del minore/giovane adulto e approfondimento critico sul tema delle attività illegali connesse al mondo equestre, molto diffuse nel territorio catanese, e attività manuali a supporto della Fise e dell’Istituto di Incremento Ippico della Sicilia.

Sono previsti anche corsi di formazione, mirati al conseguimento della patente/brevetto in discipline olimpiche della durata semestrale, che hanno lo scopo di fornire nozioni sullo scenario attuale degli Sport equestri.

«Nuove sfide progettuali, dunque, che attendono l’Osservatorio e che, con riferimento all’Ateneo, richiederanno il coinvolgimento di altre molte aree disciplinari e saperi presenti nella comunità accademica», ha concluso la prorettrice.

«Oggi – ha affermato Fabio Parziano, presidente del Comitato regionale FISE Sicilia – gli sport equestri sono in grado di offrire ancora una grande opportunità. Il progetto nasce grazie a un incontro che ebbi con l’illuminato presidente del Tribunale dei Minori di Catania, Roberto Di Bella e con la dott.ssa Aurora Russo che ringrazio insieme a tutte le altre istituzioni coinvolte. L’obiettivo a lungo termine che vogliamo darci e che vediamo un po’ come un sogno, è quello di potere trovare un reale sbocco lavorativo per questi giovani che hanno avuto minori opportunità. Credo che il cavallo, ancora una volta come tante volte nella storia, potrà aiutarci nel raggiungimento di questo intento”, ha concluso Fabio Parziano della Fise.

«Il protocollo sottoscritto segue ad un altro siglato dall’ateneo nel novembre scorso per la gestione del servizio di affido familiare e si connette con il recente lancio dell’offerta di tirocinio curriculare proposta d’intesa con l’Ufficio per la Dispersione scolastica dell’Arcidiocesi di Catania», ha spiegato il prof. Carlo Colloca, sociologo urbano del Dipartimento di Scienze politiche e sociali e delegato per l’Osservatorio metropolitano per la prevenzione della devianza giovanile (vai al ruolo di Unict).

«È evidente – continua il docente - l’investimento di risorse e di energie della comunità accademica etnea per rafforzare un’azione di “responsabilità sociale” dell’università nei confronti del territorio, nonché la volontà di esercitare un ruolo sempre più attivo nell’ambito dell’Osservatorio Metropolitano promosso dalla Prefettura di Catania». 

Un momento dell'intervento del dott. Roberto Di Bella

Un momento dell'intervento del dott. Roberto Di Bella